Davvero una brutta giornata quella di ieri alla Camera, che ha visto la bocciatura del testo della proposta di legge sull'omofobia, dando l'immagine di un Paese non ancora in grado di offrire un grado di civiltà e rispetto, tanto da esserci meritati il richiamo dell'ONU: perché l’omofobia va trattata come il razzismo, come l’antisemitismo.
Maggioranza ed opposizione si rinfacciano la colpa di quanto accaduto.
La prima impressione è quella di un pasticcio, frutto di incomprensioni, ma anche di mancanza di fiducia, e forse di malafede.
Rimane comunque il dubbio: il Pdl voleva davvero o no questa legge? Lo si capirà sulla base di quanto promesso dal ministro Mara Carfagna. Certo è che la pregiudiziale di incostituzionalità della legge è venuta dall'UDC, e che molti esponenti del Pdl (in particolare i "finiani") si sono "sganciati" dal loro schieramento votando a favore della legge.
Noi ci limitiamo ad alcune considerazioni.
Innanzitutto, la legge chiedeva l'aggravante per i casi di violenza per discriminazione sessuale («Misure contro gli atti persecutori e contro la discriminazione e la violenza determinate dall'orientamento sessuale o dall'identità di genere»). Ci chiediamo se non era possibile integrare questa proposta nella già vigente Legge Mancino che già prevede "discriminazione, odio o violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi", aggiungendo appunto discriminazione per "motivi di indirizzo sessuale".
Siamo poi d'accordo e solidali con l'On. Paola Concia, relatrice della legge bocciata: è proprio una vergogna un Parlamento che in 2 giorni sancisce leggi ad personam di UNO ed in più di un anno non riesce a mettersi d'accordo su una legge in grado di riconoscere sicurezza e rispetto ad una comunità di PERSONE.
E sul mettersi d'accordo: è mai possibile che non si riesca ad instaurare un dialogo tra gli schieramenti? Che ci debba essere sempre e comunque questo antagonismo, un muro contro muro che sembra non incrinarsi? A quando una legge bipartisan fatta unicamente per il bene del PAESE?
Riguardo al PD, l'avevamo già scritto: non siamo per il pensiero unico, ma non capiamo comunque perché non si discuta all'interno del Partito invece di trovare sorprese in Aula.
Una nota anche per l'On. Paola Binetti: non vogliamo epurazioni, però delle valutazioni vanno fatte. In effetti appare sempre più un corpo estraneo al PD, quindi forse toccherebbe a lei riflettere sulla permanenza in questo Partito. Perché non è la prima volta che la sua posizione appare in netto contrasto con la linea del Partito, come ad esempio per la questione del testamento biologico. E se in quel caso si può richiamare il voto di coscienza, nell'episodio dell'assenza in Aula al momento del voto contro lo scudo fiscale è più una questione di esame di coscienza.
Intanto, oggi altra aggressione a 2 studenti omosessuali.
(nella foto: Paola Binetti e Paola Concia con Giovanna Melandri).