martedì 30 giugno 2009

PD: congress in progress (3) - Da un Lingotto di "piombini" al Chiampari-No

Dalla riunione della componente giovane PD al Lingotto di Torino ci si aspettava il nome nuovo, la "pietra filosofale" capace di trasformare in oro i contenuti dei "piombini". Il nome emerso sembrava però che fosse quello di Sergio Chiamparino (nella foto). Non certo un giovane, quindi, bensì un politico di lungo corso, visti i suoi trascorsi soprattutto in qualità di Sindaco di Torino.
I giovani PD presenti al Lingotto avevano designato lui come outsider a Pierluigi Bersani e Dario Franceschini. Uomo del Nord, pragmatico, coerente, battagliero e il fatto che Torino e il Piemonte siano l'unica parte del Nord dove il centrodestra non è riuscito a sfondare: queste probabilmente le motivazioni che hanno convinto la platea di Torino a designare Chiamparino come portatore del "nuovo".
Oggi però, a seguito di lunghe riflessioni, è arrivata la sua rinuncia.
I nomi quindi sono ancora due. Ed uno di questi, Bersani, ha già messo in campo la sua squadra: l'eurodeputato Gianni Pittella, come responsabile dell'organizzazione; Margherita Miotto, per i rapporti con le Associazioni; Walter Tocci, responsabile dell'elaborazione programmatica, e Stefano Di Traglia della comunicazione. Una squadra "trasversale", visto che diversi nomi proposti dall'ex-ministro DS sono vicini a Enrico Letta e Rosy Bindi.
Per quanto riguarda il programma, per ora si sa solo che Bersani vorrebbe un "PD da combattimento su battaglie vicine ai cittadini".
In attesa della prossima mossa di Franceschini, noi comunque contiamo su qualche altro contendente che si faccia avanti, e che si cominci a parlare di programmi prima e non dopo il congresso.
Intanto registriamo che anche Gad Lerner, come noi, si augura una candidatura al femminile.
Per quanto riguarda il congresso, invece, rimaniamo perplessi sul fatto che il 20% dei tesserati PD è rappresentato da iscritti della regione Campania: oltre 65.000 tessere su circa 350.000 nazionali sono registrate nella città di Napoli.
Ciò metterebbe Antonio Bassolino in una posizione di vero ago della bilancia del congresso, che sarà chiamato a designare i 3 candidati che poi correranno alle primarie. Non vogliamo mettere in dubbio la buona fede del governatore della Campania né creare polemiche sul fatto che la classe dirigente di Napoli non ha certo dato prova di grandi capacità nella gestione della cosa pubblica (rifiuti in particolare), però questa è effettivamente una situazione che andrebbe chiarita e meglio regolamentata...

Indovina chi viene a cena?

Una cena segreta...
Speriamo che sotto non ci sia un "magna-magna".
E intanto in America, sentenze esemplari.

Il treno della morte

Una scena apocalittica: Viareggio, una delle capitali del divertimento e della vacanza, è stata devastata nella notte dall'esplosione di un treno che trasportava carri-cisterna carichi di Gpl. 13 morti (il cui numero pare destinato a salire), decine di feriti.
Tragica fatalità? Intanto i sindacati dell'Assemblea Nazionale dei Ferrovieri denunciano una carenza di controlli, risorse e tecnologia nel settore merci, a scapito di qualità e sicurezza.

lunedì 29 giugno 2009

La ricerca della felicità

I nostri cervelli migliori si rifugiano all'estero. Fuggono dalla disperazione, dalla mancanza di un futuro, dall'impossibilità di formare una famiglia e vivere serenamente, dal clientelismo e dall'ottusità che dominano il nostro Paese, frutto di un sistema marcio.
Leggere sui giornali certe lettere fa davvero male, e ci fa davvero dubitare di essere un paese dell'occidente avanzato.
Quanto ci costa perdere un "cervello"? I talenti si formano qui e poi portano i frutti del loro lavoro all'estero: investire in ricerca non è conveniente per chi ci governa, perché i risultati si possono vedere magari tra una decina d'anni, e non nello spazio di una legislatura. Per cui sulla ricerca si risparmia, anzi nemmeno si conta su di essa: ma l'euro non investito oggi ci costa 1 milione domani!
E' una tendenza che dobbiamo invertire: ricerca e innovazione sono il NOSTRO FUTURO. E situazioni come queste, devono finire!
Enrico Letta ha proposto una legge per far rientrare i tanti talenti italiani emigrati all'estero, attraverso una sorta di scudo fiscale: solo che in questo caso rientra capitale umano.
Un bel progetto, che, se fosse ascoltato e approvato, darebbe ottimi frutti.
Ma può una persona, sopra i 70 anni, governare pensando a come potrà essere il Paese fra 10-15 anni? Oltre all'egoismo, c'è da considerare anche la miopia ed il disinteresse per il bene comune di taluni personaggi...

domenica 28 giugno 2009

PD: tirarsi su le maniche per la Lombardia

Con la sconfitta di Filippo Penati nelle elezioni provinciali di Milano, è caduto l'ultimo baluardo PD in Lombardia, passato al centrodestra. Ormai il PD in Lombardia è FUORI DA TUTTO.
Filippo Penati (che ha perso comunque di poco) in un'intervista ha esposto quali sono secondo lui le mancanze che hanno portato il PD a questa situazione gravissima:
- sottovalutazione del tema della sicurezza, che ha fatto perdere consensi dai ceti popolari
- mancanza di credibilità ("Continuiamo ad essere considerati quelli che hanno la testa girata dall’altra parte") sia come forza di governo che come opposizione, anche a causa dell'assenza di una piattaforma politica
- allontanamento dei ceti medi, in particolare artigiani e commercianti, fasce tra l'altro colpite dalla pressione fiscale proprio negli anni di governo di centro-sinistra.
Un disastro irrimediabile?
No, ma bisogna lavorare sodo per recuperare.
Intanto il risultato di Penati (che ha perso per poche migliaia di voti in Provincia di Milano ma che a Milano città ha preso più voti del centrodestra) deve essere considerato un punto di partenza: bisogna partire da lì e migliorarlo.
E lo si può fare
- ritrovando il contatto diretto con la gente, in modo da farci comprendere
- dando risposte a questa crisi economica
- riuscendo a coniugare solidarietà e sicurezza
- puntando sui valori etici
- instaurando il dialogo con artigiani e commercianti e cercando di comprenderne evoluzione e bisogni, senza lasciarli soli
- istituendo un VERO partito federale che si scelga da sé una classe dirigente in Lombardia.
Abbiamo un anno per lavorarci: a primavera 2010 ci saranno infatti le elezioni regionali.
Al prossimo congresso del PD sarebbe quindi opportuno affrontare una riflessione sulla questione lombarda: perché se sei fuori dalla regione più importante di Italia non puoi governare il Paese.

sabato 27 giugno 2009

Un vecchio Cavaliere con qualche macchia e tante paure

Fanno davvero sorridere le velate "minacce" del premier agli organi nazionali ed internazionali di controllo ed ai media "catastrofisti", che altro non fanno che riportare gli impietosi dati reali legati alla crisi.
In realtà, i destinatari dei suoi nemmeno tanto criptici messaggi sono:
- il gruppo editoriale "Repubblica-L'Espresso", per aver portato alla luce i primi scandali che hanno tanto fastidio gli stanno procurando
- il Presidente della Banca d'Italia Mario Draghi, indicato dai più come il suo "successore" in qualità di capo del governo.
Ormai siamo di fronte al penoso spettacolo di un anziano signore che si sta accorgendo dell'inevitabile declino a cui sta andando incontro, e che come cerca di mascherare quello fisico con capelli finti, fard in tasca e trucco pesante, lo stesso fa con quello politico, rilasciando dichiarazioni (sempre le stesse) che ripete in maniera ossessiva: "niente crisi e ottimismo, spendere per far riprendere i consumi, veleni e calunnie contro di me, sono il più popolare di tutti, magistrati eversivi..."
Parole che sembra ripetere più a se stesso, perché anche lui, ormai, fatica a crederci.
Coraggio, l'agonia forse potrebbe finire presto: chissà, tra l'autunno e l'inverno addirittura tutto questo potrebbe essere solo un pallido e brutto ricordo. E in quel periodo, quando eleggeremo il nuovo Segretario del PD, il nome che ne uscirà magari potrebbe coincidere, in un futuro a breve, con quello del prossimo Presidente del Consiglio.
Almeno, questo è quello che ci auguriamo.

Esorcizzare la crisi non basta

Un fantasma si aggira per l'Europa: è quello della crisi economica. Noi non l'abbiamo ancora vista: gli effetti subiti finora sono solo gli schizzi dell'onda che ha travolto l'America. Lo tsunami qui deve ancora arrivare.
Chi è a contatto con il mondo del lavoro e conosce la situazione, sa bene cosa ci aspetta.
Trichet, il Presidente della BCE (Banca Centrale Europea), lancia l'allarme di una "inaspettata turbolenza". In Europa non abbiamo più degli economisti, abbiamo dei meteorologi. Di questo passo ci vedremo costretti a far prevedere l'andamento delle borse dal nostro Piernando Binaghi.
In Italia poi è ancora peggio: qui per combattere la crisi si limitano a fare gli scongiuri, ripetendo da mesi (come fosse una formula magica) "niente crisi, ottimismo". La realtà purtroppo è diversa. E ultimamente il nostro governo se ne è accorto, come dimostra l'ultima manovra d'estate. La prima, emanata un anno fa, era assolutamente sbagliata: abolizione dell'ICI (che ha lasciato i comuni in grave difficoltà) e detassazione degli straordinari (in un periodo in cui si cominciava a licenziare perché gli ordini stavano calando) sono solo degli esempi di come Nostradamus-Tremonti avesse previsto tutto. Quella successiva circa 4 mesi dopo, ha avuto invece come simbolo l'istituzione della social card, uno strumento demagogico quanto inefficace (non fosse altro perché le card non venivano nemmeno caricate). E così è stato il resto della manovra in sé: un fallimento.
Adesso, ecco l'ennesima, che ha tutta l'aria di essere una serie di misure fatte in affanno, quasi a cercare di dare un colpo al cerchio ed uno alla botte, per illudere la gente e guadagnare tempo, piuttosto che pensare ad una vera e propria "exit strategy".
Le misure presenti nel pacchetto sono in effetti piuttosto controverse: applicare alle imprese la detassazione sul reinvestimento degli utili va bene, però si parla di limite fino al giugno 2010: sarà sufficiente un solo anno? E quante aziende ora hanno utili tali da poter essere reinvestiti? E poi, quando partiranno questi investimenti? Non certo subito: c'è chi parla di fine anno e primavera prossima. Forse era il caso di adottare già un anno fa questo provvedimento: ora potrebbe essere tardi.
Oltretutto, per l'ennesima volta, non si è tenuto conto delle esigenze delle piccole e medie imprese, visto che gli investimenti indicati per l'esenzione fiscale sono, di fatto, riservati alla grande industria, che dispone di programmi innovativi sia nel campo dei prodotti sia in quello dei processi di produzione.
Così come non si è voluto prendere in considerazione la tutela dei consumatori, con l'ennesimo rinvio della "class action": strano, perché Tremonti continua a parlare di regolarizzare il mercato, e poi le regole non le applica, come ad esempio avviene negli USA. Rinviato anche l'ampliamento della social card: indice di una fragilità delle casse dello Stato. In cambio, però, ecco l'abolizione dei ticket delle visite specialistiche e l'innalzamento dei rimborsi dei titoli Alitalia. Insomma, un favore ai grandi gruppi industriali (con gioia di Confindustria) ed un contentino ai consumatori.
Per quanto riguarda l'occupazione, si è pensato a norme per agevolare i cassintegrati (arrivando a finanziare con un bonus perfino quelli che vorrebbero aprire un'attività in proprio), ma sono stati completamente dimenticati i disoccupati ed i precari.
C'è da prendere atto del rinvio dello scudo fiscale per i capitali detenuti illegalmente all'estero a cui sembrerebbe fare seguito un maggior inasprimento nei controlli fiscali, così come la riduzione delle bollette dei consumi del gas (in particolare alle imprese), il blocco degli sfratti, le nuove clausole sul massimo scoperto nelle banche e lo stanziamento di 5 miliardi di euro per velocizzare i pagamenti della pubblica amministrazione verso le aziende.
Misure però che certo sono insufficienti per risolvere il CATASTROFICO periodo a cui stiamo andando incontro.
Occorreva fin dall'insediamento di questo governo pensare subito a provvedimenti di più ampio raggio come la riforma delle pensioni, come indicato anche dall'Europa.
E se QUALCUNO avesse intenzione di zittirmi per quanto affermo (accusandomi di "disfattismo"), faccio questa semplice domanda, da cittadino e anche (ahimè!) da tifoso milanista: ma se "la crisi economica ha come primo fattore quello psicologico e la gente deve tornare agli stili di vita precedente e deve rialzare i consumi, perché non ha motivi per diminuire i consumi", allora perché questo QUALCUNO in questo momento sta attento ai bilanci e vende i pezzi migliori del club di calcio di cui è Presidente? Perché non spende più come una volta?
La crisi c'è eccome, fa davvero paura e pare che stia facendo perdere il controllo: dei nervi e del potere.

PD: congress in progress (2). Si cerca un "Obama". E perché invece non una "Hillary"?

Dopo le candidature ufficiali di Pierluigi Bersani e Dario Franceschini alla segreteria del Partito, ecco approvato il regolamento che fissa le tappe congressuali del partito: congresso al via l'11 ottobre, primarie il 25 ottobre.
Ora l'interrogativo che molti iscritti si pongono è chi potrebbe contendere a Franceschini e Bersani la poltrona di segretario dei Democratici.
Insomma, la novità che potrebbe dare una svolta al Partito come accaduto negli USA con Obama, anche se, teniamo a precisarlo, il Partito Democratico americano, sia per storia che per vissuto politico e sociale, poco ha a che fare con il PD italiano.
I nomi candidati a questo ruolo sono diversi: si parla di "terzo uomo" o di "Mister X".
Ma perché non una "Miss X"? Potrebbe forse essere proprio l'elezione di una donna l'effetto dirompente sulla scena politica italiana. E oltretutto, le donne che operano nel PD sono serie e competenti. Anna Finocchiaro, Roberta Pinotti, Patrizia Toia, Rosy Bindi, Linda Lanzillotta, Giovanna Melandri, Livia Turco, e, perché no, la "star" del momento Debora Serracchiani: questi i primi nomi che mi vengono in mente e che avrebbero tutte le carte in regola per ricoprire l'incarico di Segretario del PD.

venerdì 26 giugno 2009

Notte Bianca di Varese: perché a L'Aquila non sia notte fonda

All'edizione 2009 della Notte Bianca di Varese parteciperanno 7 studenti della scuola di cinema "Accademia dell'Immagine" dell'Aquila, che con delle videocamere realizzeranno un documentario dell'evento varesino. Il loro lavoro sarà poi ripagato con una raccolta fondi dei cittadini varesini, che servirà a finanziare lo stage formativo (fondamentale per la conclusione dell'anno accademico) che questi ragazzi faranno a Varese, visto che sia la scuola che le relative apparecchiature tecniche sono andate completamente distrutte.
Partecipare quest'anno quindi significherà unire l'utile al dilettevole.

Lotta nel fango

Il gioco funziona così: il giornale di famiglia (già autore delle bufale "Telekom Serbia" e "Mitrokin") ti schizza un po' di fango addosso, cercando di trascinarti nella melma. Così, chi già sguazzava in quell'elemento, ti stringe in un abbraccio per buttarti giù.

I vecchi media arrancano dietro alla Rete

L'invenzione di Twitter ha senz'altro rivoluzionato il mondo della comunicazione, potenziando ulteriormente la Rete.
Gli utenti che si iscrivono a questo social-network possono infatti (con micromessaggi di 140 caratteri al massimo) comunicare a tutti gli iscritti, attraverso l'integrazione di cellulari e Internet che questo strumento permette.
Così abbiamo saputo dall'Iran (dove il regime aveva bloccato tutti i media) della morte di Neda, attraverso un drammatico video che è girato su tutto il web.
Twitter è solo l'evoluzione della Rete, che può ancora espandersi. E la cosa sta mettendo in seria difficoltà il potere e anche i vecchi media, TV e carta stampata, i cui professionisti sono costretti ad aggiornarsi per stare al passo con i tempi.
Di sicuro, internet, media libero e democratico, metterà in crisi il giornalismo alla "Minzolini", alla "Fede", alla "Belpietro", alla "Giordano", alla "Feltri", alla "Bruno Vespa".

Niente lezioni di sesso, siamo bigotti

A Milano la ASL invia una circolare agli operatori che da anni tengono i corsi negli istituti della città: basta lezioni di educazione sessuale agli studenti sotto i sedici anni. Adesso si potrà solo istruire mamme e insegnanti, a cui spetterà poi il compito di rispondere alle domande dei giovani. E così (come scritto nell'articolo di Repubblica) "l'operatore spiegherà alla professoressa o alla mamma come si mette un preservativo. La signora poi lo illustrerà al figlio sedicenne".
Una decisione presa dall'ASL a seguito dalla polemica innescata dal settimanale "Tempi" (area Comunione & Liberazione), che con un articolo aveva criticato l'iniziativa. La stessa rivista, però, sembra piuttosto indulgente verso le "iniziative" del premier.

giovedì 25 giugno 2009

Un popolo che non ha memoria, non ha storia: vale anche per internet.

E' una citazione di Felice Musazzi, sentita martedì sera durante il Consiglio comunale del mio paese da un Assessore leghista.
Dovrebbe ripeterla alla sua parlamentare On. Lussana, che con un disegno di legge vuole cancellare la memoria al popolo della Rete.
Niente da fare: come in Cina, in Birmania e in Iran, internet fa davvero paura al nostro governo.

Turismo italiano: presentato il logo. Adesso manca solo il turismo.

Il presidente-grafico e la sua aiutante sul campo del turismo ieri hanno presentato il nuovo logo "Italia" (immagine a fianco), per la promozione del turismo. A memoria mi sembra che sia il 3° o 4° negli ultimi 10 anni.
Decisamente migliorato rispetto alla prima bozza presentata (fatta poi passare come un frame finale della promozione), ma comunque niente di speciale, soprattutto se si pensa che siamo la Patria di designer di alto livello.
Pulito, lineare, richiama però più che altro un prodotto dell'area food (qualcosa di simile è facile che la troviate nel settore salumi confezionati in qualche supermarket...).
Certo, ha già più una sua logica rispetto al cetriolo di Rutelli. Anche se quel marchio era pur sempre il frutto di un concorso pubblico.
In ogni caso, è uno strano modo di agire: prima del prodotto si fa il marchio. Solitamente è il contrario. Difatti, il turismo in Italia non esiste. O perlomeno, il comparto che abbiamo non è in grado di competere assolutamente con quello di altri paesi: ci ha superato perfino la Cina, nonostante siamo il Paese che possiede oltre il 30% del patrimonio artistico mondiale.
Il problema non è dovuto al fatto che non c'è più stata promozione all'estero (come afferma il presidente-promotore), ma che in Italia il settore TURISMO è carente sul piano delle strutture, dei servizi, della competenza: se non si provvede a colmare quelle lacune, inutile attirare i turisti per poi farli scappare.
Più che "Magic Italy", c'è da dire "Tragic Italy"! (come il sito ad hoc, messo online per dimostrare che chiunque si diletti di grafica potrebbe, in poche decine di minuti, fare molto di meglio rispetto al presidente-grafico. Andate a visitarlo e dilettatevi).

E al Ministro Carfagna viene negata un'opportunità

Doveva essere il fiore all'occhiello per il Ministro delle Pari Opportunità, Mara Carfagna.
Invece il il ddl sulla prostituzione, che aveva proposto lei stessa, viene rinviato a dopo l'estate.
Sarà perché (come dice "Repubblica") prevedeva il carcere per gli "utilizzatori finali"?

Gossip in the USA

Il governatore della South Carolina Mark Sanford era considerato potenziale candidato per le elezioni presidenziali del 2012.
Invece adesso l'imbarazzo dilaga tra i repubblicani, il Partito di Dio Patria e Famiglia.
Ma in Italia è solo gossip...

mercoledì 24 giugno 2009

PD: congress in progress (1)

L'appello di Chiamparino, di rinviare il Congresso del PD in primavera dopo le elezioni regionali, è rimasto inascoltato: si farà ad ottobre.
Per cui sono cominciate le prime mosse sullo scacchiere, verso la conquista della segreteria del PD.
Ieri infatti Pierluigi Bersani ha annunciato ufficialmente la sua candidatura.
Oggi invece è il turno di Dario Franceschini (vedi video), che a quanto pare ci ha ripensato, e quindi non torna indietro.
E intanto si muovono anche i "piombini", la componente giovane del PD, con una riunione al Lingotto domenica 27 giugno a Torino.
A questo punto, quale sarà la mossa di Massimo D'Alema? Si limiterà ad appoggiare Bersani?
Intanto, si spera che, scesi in campo, i candidati oltre che formare una rispettiva squadra, presentino anche delle strategie e dei programmi pratici e concreti, in grado di dare veramente corso ad una svolta. Insomma, ci auguriamo di vedere volti nuovi, ma soprattutto IDEE!
Ricordiamo, infine, che per partecipare e votare al Congresso è obbligatorio tesserarsi entro il 21 luglio.

Da Regione Lombardia un concreto aiuto alle giovani imprese

Finanziamenti alle imprese ad un tasso MOLTO agevolato: in un periodo come questo ha le sembianze di un miracolo!

Consiglio comunale di Vedano Olona: un teatrino dell'assurdo

Ieri sera, nella Sala Consiliare di Villa Aliverti (nella foto), prima seduta presieduta dalla nuova giunta comunale di Vedano Olona, formata dallo schieramento Lega Nord/Pdl.
La scena è stata surreale: sembrava di assistere ad una rappresentazione teatrale di Eugène Ionesco.
Subito all'inizio, è stata data la notizia da parte della maggioranza che un loro consigliere eletto si è CONVINTA che, dopo essersi candidata, non aveva tempo per poter offrire la propria disponibilità. E il fatto che a subentrarle sia una persona che, a quanto pare, possa ricevere l'incarico di Assessore, dovrebbe essere pura casualità, visto che in campagna elettorale il segretario cittadino della Lega Nord e l'allora candidato Sindaco, avevano assicurato che mai e poi mai le direttive del partito sarebbero passate sulla testa dei vedanesi, quando noi avevamo avanzato dubbi in proposito. Cosa, che per altro, sarebbe legittima, per carità! Ma allora, in nome della tanto declamata trasparenza, perché non dirlo prima?
Poi si è visto il gruppo di minoranza Progetto per Vedano (che abbiamo scoperto impiegato nel 113-Pronto Intervento), essere CONVINTO che a governare il paese ci sia ancora la vecchia giunta, che, ahimè, invece è stata sconfitta.
Tornando alla maggioranza, invece, il capogruppo della lista è CONVINTO di trovarsi a Tradate e non a Vedano Olona (pieno inserimento nel tessuto sociale del paese), mentre il vice-sindaco Sergio Gambarini (tanto attento ai valori "cristiani" e che cita a sproposito personaggi come Aldo Moro, il cui pensiero non ha niente a che fare con il nuovo retaggio politico che ha abbracciato), probabilmente è CONVINTO che "Avvenire" e "Famiglia Cristiana" siano dei giornali che si occupano di gossip per fini politici.
Alcune note, comunque, degne di menzione.
Per il neo-Sindaco Enrico Baroffio, che con stile ed aplomb quasi britannico ha condotto il suo primo Consiglio comunale (anche se comunque gli consigliamo per il futuro di essere più deciso nello stoppare interventi che esulano dal punto in discussione all'Ordine del giorno).
A Giovanni Barbesino, sindaco uscente e capogruppo di Progetto Popolare, che, seppur con toni vibranti, ha fatto interventi ricchi di contenuto e inerenti ai punti in discussione, in particolare riguardo le linee del programma della nuova giunta (programma che rimane tuttora avvolto nel mistero, visto che comunque le risposte alle domande di Barbesino non sono state date).
Degno di nota anche l'intervento del consigliere Vincenzo Orlandino, del gruppo di minoranza Vedano Progresso, che ha introdotto nella discussione temi come la tolleranza e la solidarietà, cari al centro-sinistra, ma che dovrebbero essere patrimonio anche di chi sbandiera "valori cristiani".
E per concludere, una nota di merito anche al neo-Assessore alle Identità Culturali e Tradizioni Locali Dino Macchi (mio burbero ma simpatico vicino d'ufficio, a cui faccio tanti auguri di buon lavoro), per aver citato nel suo intervento Umberto Bossi e Felice Musazzi (indimenticabile protagonista de "I Legnanesi"): mai accostamento fu più azzeccato.
Per i prossimi Consigli, ci auguriamo meno improvvisazione da parte della maggioranza e che magari si parli di progetti per il futuro di Vedano Olona (ambiente, viabilità, servizi) e non di fatti del passato: la campagna elettorale è finita e il Consiglio comunale non è "Tribuna Politica".
Poi, una considerazione finale, personale: ho visto un paese spaccato, diviso, cattivo ed egoista; molto qualunquismo e tanta acredine.
Non è il paese che conoscevo.

martedì 23 giugno 2009

Un'idea luminosa!

Uno squillo di telefono appena prima di uscire od attraversare una determinata strada ed i lampioni... si accendono!
Un sistema geniale applicato a Dörentrup, villaggio tedesco che conta circa 9.000 abitanti, per tagliare i costi dell'energia elettrica e ridurre le emissioni di anidride carbonica.
Tutto grazie al raffinato software «Dial4Light».
Che bello se fosse utilizzato anche nel mio comune: certo, sarebbe più opportuno avere un assessorato all'innovazione...

Artigiani: una risorsa che si sta esaurendo. Insieme alla loro pazienza.

"Nella provincia di Varese, circa 2.000 aziende sono a rischio chiusura nel prossimo autunno!". Questo è il grido di allarme lanciato da Giorgio Merletti, presidente dell’Associazione Artigiani di Varese, domenica scorsa al Congresso Provinciale 2009 dell’Associazione Artigiani.
Un dato preoccupante: significa 5.000 collaboratori che si ritroveranno disoccupati, per non parlare delle ricadute in termini economici e sociali sull'intera provincia.
E' un problema che non riguarda però solo Varese, ma investe tutto il mondo delle piccole imprese artigiane e delle così dette partite IVA.
Quel ricco patrimonio che da sempre rappresenta la spina dorsale dell'economia italiana rischia infatti di sparire, e senza che nessuno muova un dito.
Sicuramente non il governo, che quel poco che ha fatto (e proprio poco) è stato esclusivamente a favore dei grandi gruppi industriali: lo studio degli artigiani di Mestre, l'autorevole Cgia, conferma che investimenti e finanziamenti di Stato e banche vanno principalmente alle grandi imprese. Al 31 dicembre 2008 le banche italiane avevano messo in circolo nel sistema 1.304 miliardi di euro. E il 77,9 per cento era stato dato al 10 per cento dei clienti, cioè alle poche grandi aziende che ci sono in Italia. Gli altri, tutto il tessuto produttivo delle piccole e medie imprese, doveva accontentarsi di 289 miliardi, il 22,1 per cento degli affidamenti.
E in un periodo di crisi come questo non è facile, con le commesse che calano. Soprattutto in un Paese dove il costo del lavoro è più alto che altrove, in cui servizi ed energia oltre ad essere carenti sono più cari, e in cui esiste un sistema tributario che non tiene conto della crisi.
Eppure gli artigiani non vogliono né regali, né favori: chiedono solo che gli sia permesso di lavorare. Questa è tutta gente che si mette in gioco in prima persona, non solo per trarne un profitto, ma anche per passione, per lasciare un segno, per essere protagonista con il proprio lavoro.
Il governo avrebbe dovuto dare i soldi alle imprese, invece che alle banche cercando poi di convincerle a prestarli. I finanziamenti devono essere sbloccati, deve essere concessa la dilazione dei pagamenti delle tasse, vanno rivisti i parametri degli studi di settore in modo commisurato all’impatto della crisi, i pagamenti per le commesse da parte degli Enti Pubblici e i contributi statali per gli incentivi (tra cui quelli per ricerca & innovazione) devono essere saldati al più presto, va elasticizzata una burocrazia complessa e pesante, promosse iniziative atte a proteggere e rilanciare il MADE IN ITALY.
Invece gli Artigiani sono lasciati soli e inascoltati: per adesso riescono a resistere, grazie anche all'ottimo lavoro dei dirigenti delle associazioni di categoria (quella di Varese in particolare, ed il successo del congresso con grande partecipazione di pubblico lo testimonia: complimenti!). Ma per quanto riusciranno a durare?
Mi piacerebbe che fosse il PD ad ascoltare le loro richieste, mettendosi al loro fianco per studiare e proporre soluzioni.
Sono sempre stati, a torto, considerati evasori fiscali, capri espiatori di un malcostume che prospera nell'alto, e quindi limoni da spremere: invece oltre ad essere la più solida colonna su cui poggia la nostra economia, rappresentano un capitale inestimabile di maestria e cultura.
Salviamo i migliori artigiani al mondo.

Remind-zolini

L'Augusto direttore del TG1 ieri... e oggi.

Marrakech-expression

Restando in tema di elezioni, c'è da registrare questa notizia che arriva dal Marocco: per la prima volta (a Marrakech), eletto come sindaco una donna, Fatima al-Mansouri (nella foto), avvocato. I migliori auguri a lei, e una domanda: ma perché tutte le rivoluzioni continuano ad accadere solo all'estero?

Sballottaggi?

Diciamo la verità: per il PD sarebbe stato uno sballo se Filippo Penati a Milano fosse riuscito a fare il miracolo, rimontando ben 10 punti dal primo turno. Purtroppo non è stato così, nonostante l'ottimo risultato (oltre 150.000 voti recuperati, perdendo di un'inezia!).
Per questo turno dei ballottaggi c'è quindi da essere solo moderatamente (ma proprio moderatamente) soddisfatti, ma non certo al punto da lanciare proclami.
Il PD ha tenuto, conservando le roccaforti e i principali capoluoghi. Però nonostante la gioia per Matteo Renzi che ha fatto gol a Giovanni Galli a Firenze, che si sia confermato che a Bologna c'è Delbono, che a Padova e Bari i sindaci uscenti Flavio Zanonato e Michele Emiliano abbiano visto riconosciuti i meriti delle loro amministrazioni, non bisogna dimenticare la dolorosa perdita della provincia di Milano (appunto), di quella di Venezia e dello storico passaggio al centrodestra del comune di Prato.
Alcune considerazioni:
- il centrodestra non avrà sfondato, però ha ottenuto un maggior radicamento sul territorio
- l'astensionismo ha giocato un grosso ruolo, ed ha sfavorito soprattutto il centrodestra, in particolare al ballottaggio della provincia di Milano, dove è stato provocato dagli elettori della Lega, i cui maggiori esponenti si sono vantati, per questo, di farsi capire dalla gente; ma a quanto pare non sono riusciti a spiegare ai loro sostenitori che per affossare il referendum bastava rifiutare le schede, senza la necessità di disertare le urne e magari andarsene al mare
- Lega e UDC escono più forti da questa tornata, perché con il loro appoggio si è quasi sempre vinto: avranno quindi maggiore voce in capitolo sia all'interno della maggioranza che nell'opposizione. E ciò determina (anche alla luce del flop del referendum elettorale) che in Italia sarà vivo e presente magari un bipolarismo, ma non un bipartitismo
- il PD ha vinto dove ha cercato ed ottenuto un accordo con l'UDC ed altre forze di centro e moderate. E avrebbe persino conservato Milano se fosse accaduto anche là. Ciò dimostra che la ricerca dei voti moderati ed il dialogo con il centro è forse l'unica via per tentare una riapertura del gioco politico. Una cosa su cui riflettere e dibattere al congresso di ottobre.
Concludiamo con una piccola soddisfazione qui in provincia di Varese: l'elezione a Saronno del candidato sindaco di centro-sinistra, Luciano Porro (seppur con maggioranza del consiglio di centrodestra...).

lunedì 22 giugno 2009

Requiemrendum

Il referendum non raggiunge il quorum del 50% + 1 (l'affluenza si è fermata al 20% circa) e di conseguenza fallisce.
Al di là dei quesiti presentati in questa tornata, c'è da riflettere bene sull'utilizzo di questo strumento.
Intanto, andando a memoria, questo sarà già il il terzo o il quarto di seguito che fallisce senza raggiungere il quorum. Gli ultimi infatti a passare sono stati quelli abrogativi del 1995, promossi principalmente dal Partito Radicale.
Oltre a questo c'è poi da aggiungere lo scarso rispetto che viene mostrato al giudizio popolare: ad esempio, nel 1993 venne abrogato il finanziamento pubblico ai partiti. Salvo poi tornare sotto la voce "rimborso elettorale".
Oppure, pensiamo al referendum sul nucleare del 1987: ebbene, nonostante il risultato conseguito (un sonoro NO al nucleare), ora Enel partecipa alla costruzione di centrali all'estero e il governo è intenzionato a dare il via a impianti nucleari anche in Italia.
Quindi, oltre a far fatica a raggiungere il quorum, spesso le decisioni espresse dal popolo non vengono nemmeno rispettate dalle istituzioni, che trovano sempre un escamotage per aggirare l'ostacolo.
A questo punto, per il futuro è ipotizzabile fare ricorso ancora all'istituto referendario, tenuto conto dell'impegno e delle spese profusi a fronte degli esiti raggiunti?
E se sì, conviene puntare su quesiti meno tecnici e più vicini alla gente o anche cambiare le regole, sia per quanto riguarda l'abolizione del quorum che il numero delle firme necessario per promuovere il referendum?

Panni sporchi nel PD?

Cominciamo NOI a fare chiarezza su questi fatti.
E, se è il caso, a prendere eventuali provvedimenti.

I TG sui "festini" di Berlusconi: "ssero tituli"

Per capire come funziona l'informazione in Italia leggete qui.
E per capire la differenza con l'estero, guardate qui e qui.
Intanto l'inchiesta dei magistrati procede. E pochi ne sono a conoscenza.

domenica 21 giugno 2009

21 giugno, festa della musica!

Ideata 28 anni fa in Francia dall'allora ministro della cultura Jack Lang come grande appuntamento spontaneo e popolare, la Festa della Musica ha preso piede nel tempo in oltre 60 città europee. Si tiene il 21 giugno di ogni anno per celebrare il solstizio d’estate; è una festa aperta a tutti i partecipanti, amatori o professionisti, che desiderano esibirsi davanti ad un pubblico.
Migliaia di appuntamenti, 800 solo in Italia, dove si potrà scegliere, senza pagare il biglietto, tra concerti di ogni genere, dal classico al jazz, dal pop al rock, dalle bande ai dj set.

sabato 20 giugno 2009

Una convivenza possibile

Accade a Samarate: il Comune ha concesso una sala la domenica alla comunità cristiana (senza chiesa per 3 mesi) e il venerdì a quella musulmana (senza moschea da sempre o quasi).
Alla faccia di chi predica contro la società multietnica.

La differenza tra noi e loro


Eccola:
da Corriere.it : "Milano: capogruppo e consigliere Pdl sorpresi a strappare manifesti, denunciati".
Ed è successo proprio a Cinisello Balsamo, dove l'Utilizzatore finale ha tenuto il suo ultimo comizio...

Una buona notizia per i pensionati: la quattordicesima del governo Prodi non è stata mandata in pensione.

380 euro in più sulla pensione: è quanto troveranno a luglio 3,4 milioni di pen­sionati a basso reddito.
Lo ha confermato il ministro Sacconi, rispondendo a un’interro­gazione parlamentare presentata dal PD, sul mantenimento dell’una tantum previdenziale (la così detta "quattordicesima") isti­tuita dal governo Prodi con la legge 127 del 2007.

Un Berlusconi senza Avvenire

Sulla schifosa (davvero non ci sono altri termini per descriverla) vicenda di Bari, stavolta non è "Repubblica" a chiedere chiarimenti all'Utilizzatore finale, ma il giornale dei Vescovi italiani.
E ripongo il quesito: ma i cattolici del PdL come fanno a tollerare tutto ciò?

venerdì 19 giugno 2009

Referendum: sì o no?

Domenica 21 giugno (dalle 8,00 alle ore 22,00) e lunedì 22 giugno (dalle ore 7,00 alle ore 15,00) si vota per il referendum elettorale e per i ballottaggi delle amministrative (da tenere d'occhio l'esito delle città di Bari, Bologna, Firenze e della provincia di Milano).
Dei referendum si è proprio parlato poco, e sono molti gli italiani che hanno le idee poche chiare riguardo ai quesiti che saranno posti. Cerchiamo quindi di dare qualche indicazione.
Cominciamo con il dire che purtroppo il governo, per accontentare la Lega che è nettamente contraria al referendum, ha preferito sprecare centinaia di milioni pur di impedire che il 6-7 giugno gli italiani potessero votare anche per il referendum elettorale.
L'opposizione della Lega è però giustificata, almeno per quel che concerne i suoi interessi, e vediamo il perché.
Verranno posti 3 quesiti, identificati ciascuno con una scheda di colore diverso: viola, beige e verde.
Quella viola e quella beige riguardano in sostanza la stessa materia (ma la prima si riferisce alla Camera e all'elezione dei deputati, mentre la seconda al Senato e all'elezione dei senatori): servono ad abrogare, con il Sì, il godimento del premio di maggioranza ai partiti minori coalizzati con il vincitore. Se dovessero vincere i Sì, il premio di maggioranza andrebbe alla singola lista, e non più alla coalizione di liste, che ottiene più voti. Ci sarebbe poi un ulteriore effetto: si innalzerebbero le soglie di sbarramento e per ottenere rappresentanza parlamentare, le liste dovrebbero raggiungere il 4% alla Camera e l'8% al Senato.
Il quesito della scheda verde riguarda invece le candidature e propone di abrogare la possibilità che una stessa persona possa candidarsi in più collegi contemporaneamente.
Si può ben capire dai quesiti posti dalle schede viola e beige, perché la Lega Nord (ma anche altri partiti minori come UDC, IdV, quelli della sinistra radicale) avversi il referendum: se passasse il quorum e vincessero i Sì, le forze minoritarie non potrebbero più collocarsi in posizione di ago della bilancia e porre ricatti per la tenuta del governo (come avviene adesso).
Non solo: la soglia di sbarramento all'8% rischierebbe di estromettere dal Senato diverse forze politiche.
Insomma, è un referendum che punta dichiaratamente al bi-partitismo.
E non a caso, ne sono favorevoli Pdl e PD.
E' da chiarire che questo referendum non reintroduce la preferenza: quindi la legge "porcata" di Calderoli rimarrebbe. I fautori del referendum però, a riguardo, dicono che se vincessero i Sì, il Parlamento sarebbe costretto a discutere e rivedere la legge elettorale.
Quali le conseguenze della vittoria del Sì? La più importante è che il sistema elettorale come modificato dal referendum indurrebbe i soggetti politici a perseguire la costruzione di un unico raggruppamento, aprendo, come detto, un sistema bipartitico e riducendo ulteriormente la frammentazione.
Niente più litigiose coalizioni, ed una notevole semplificazione.
I detrattori del referendum indicano alcuni rischi, se passasse il Sì: uno è che Berlusconi non avrebbe più il puntello della Lega Nord e, oltre ad essere libero di fare ciò che vuole, governerebbe per decenni.
C'è però chi dice che comunque Berlusconi già adesso, con questa coalizione e con questo sistema elettorale, governerebbe ancora lungamente, facendo ciò che più gli aggrada (esempio: il Pdl vota il federalismo e la Lega in cambio vota le leggi vergogna sulla giustizia, sulle intercettazioni, sulla riforma dell’ordinamento giudiziario, sul Lodo Alfano.)
Un altro aspetto (non meno grave) è che l'innalzamento delle soglie di sbarramento estrometterebbe senza nessuna speranza i partiti della sinistra e potrebbe addirittura colpire con l'esclusione anche altre forze minori: Lega, ma anche UDC e IdV. E democraticamente la cosa non è apprezzabile (ecco perché chi scrive voterà NO).
Ricapitolando invece le indicazioni dei partiti:
- Lega Nord, UDC e partiti della sinistra invitano all'astensione e al non raggiungimento del quorum
- IdV è decisa invece per il NO
- PdL e PD sono per la vittoria del Sì, anche se il primo però, a seguito di accordi con la Lega, si è impegnato a non promuovere il voto.
Per ulteriori chiarimenti, vi invito a informarvi qui e qui.
E, come PD, incrociamo le dita per i ballottaggi!

Bacco, tabacco & Venere

Un proliferare di iniziative, leggi e ordinanze per salvaguardare la salute dei giovani, preservandoli dai rischi connessi al fumo, all'abuso di alcool ed invitandoli ad una corretta informazione sull'educazione sessuale per una maggiore prevenzione dall'AIDS.

Vola gratis con il premier

Se avete intenzione di fare una vacanza in Sardegna, potete risparmiare sul costo del biglietto aereo: basta aderire all'iniziativa lanciata dal Codacons.

giovedì 18 giugno 2009

Se fossimo in Baviera sarebbe già scoppiata la rivoluzione...

Un disegno di legge già approvato in Senato stabilisce il divieto di vendita di alcolici su spazi e aree pubbliche. In pratica significa che le "feste della birra" qui in Italia sarebbero a rischio. Non solo: avrebbero grossi problemi anche i mercati coperti e scoperti, i chioschi come quelli fuori dagli stadi, le fiere e in generale tutti gli ambulanti. Infatti chi fra le 7 e le 24 vende alcolici, fra cui anche vino e birra, potrebbe ricevere una multa da 2mila e 12mila euro, cifra che salirebbe anche a 30mila fra le 24 e le 7. E sarebbe vietata anche la vendita attraverso distributori automatici.
La solita storia: una legge studiata per colpire pochi (gli ambulanti abusivi), ma che, fatta senza averne capito la portata, finisce per colpire tutti. O chissà, magari in Senato erano sotto effetto alcolico...

Web revolution

In Iran si è assistito alla prima rivoluzione fatta da internet. Per impedire di mostrare la situazione all'estero e bloccare la protesta, il governo iraniano ha infatti bloccato i media tradizionali già dal giorno delle elezioni.
Ma i sostenitori di Moussavi si sono organizzati ed hanno aggirato il blocco: blog, Twitter e YouTube sono stati utilizzati per informare la popolazione ed i paesi stranieri, e ciò ha impedito al regime di mettere tutto a tacere.
Internet si è dimostrata una volta di più non solo il media del futuro, ma uno strumento libero, alla portata di tutti ed ampiamente democratico.
Forse sarà per questo che il nostro governo la osteggia e studia leggi per metterla sotto controllo.

Qui il blog dove firmare contro il ddl anti-intercettazioni che può mettere il bavaglio alla Rete.

Obama riforma il mercato finanziario

Il Presidente degli Stati Uniti vara una riforma che lui stesso definisce "la più grande dal 1929 ad oggi".
Un progetto basato su 5 punti fondamentali che mira principalmente a tenere sotto controllo il mercato e proteggere i consumatori, per evitare nuovi rischi simili a quelli che hanno fatto collassare il sistema.
Lui vuole portare il suo Paese fuori dalla crisi, e per farlo pensa alle riforme. E il nostro? Lui pensa alle... forme.

mercoledì 17 giugno 2009

Rossa o nera?

Sta suscitando diverse polemiche il braccio destro teso di Michela Vittoria Brambilla (vedi video), ministro del Turismo, in occasione della celebrazione della festa dei Carabinieri tenutasi a Lecco.
E come lei, anche il padre, che partecipava alla stessa cerimonia.
Intanto l'ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d'Italia) sull'episodio ha depositato un esposto presso la Magistratura.

Update (per dovere di cronaca): Michela Vittoria, allibita, dichiara che era un saluto al pubblico presente. Giudicate voi dal video.

Il PD trova casa in Europa. Ma in famiglia non piace a tutti.

Si chiamerà ASDE (Alleanza dei socialisti e dei democratici europei), il nuovo gruppo europeo, che vede la presenza dei democratici italiani con i socialisti europei.
L'obiettivo è una casa che metta insieme tutte le forze riformiste europee, e che in futuro si possa allargare per accogliere magari anche i liberali e i verdi.
Non tutti però nel PD ne sono convinti, come Francesco Rutelli, che dichiara un vistoso dissenso.
Mica vorrà andare a vivere da solo?

Brigate scosse

Accuse di eversione armata? Sinceramente da una persona tutto sommato equilibrata come il Ministro dell'Interno non ci saremmo aspettati sparate di questo genere. Soprattutto se poi si fa il confronto tra le dichiarazioni di D'Alema e queste.

Lo sbarco dei "mille"

Un migliaio di terremotati da L'Aquila a Roma, per protestare contro le bugie del governo sulla ricostruzione del loro territorio.
Insomma, «forti e gentili sì, fessi no».
Forse erano queste le "scosse" a cui faceva riferimento D'Alema.

Assembramenti

Chissà cosa dovrebbero dire allora ogni anno gli abitanti di Pontida...

martedì 16 giugno 2009

Revival-ter

Dopo mesi di silenzio dalle sue dimissioni, rieccolo. Walter Veltroni esce allo scoperto: con un appello su Facebook invita il PD ad andare avanti e non guardare al passato, si schiera apertamente per la riconferma di Dario Franceschini alla segreteria di Partito, e in vista del congresso d'autunno fissa un incontro il 2 luglio a Roma, a cui hanno già aderito Francesca Barracciu, Sergio Chiamparino, Paolo Gentiloni, Pietro Ichino, Andrea Martella, David Sassoli, Aldo Schiavone, Debora Serracchiani.
E intanto sembra che Enrico Letta voglia appoggiare Pierluigi Bersani.
Le grandi manovre sono iniziate...

OK, my OLD (very old) friend!

Teso e nervoso come uno scolaretto, di fronte ad Obama l'amico Silvio mantiene un atteggiamento sottomesso, evitando gaffes e battute. Ed alla fine, grazie alla promessa di 3 prigionieri di Guantanamo accolti in Italia e 500 soldati in più inviati in Afghanistan, si guadagna una pacca sulle spalle.
In America, però, poco spazio sui media per la sua visita: ne parla qualche comico comunista (ma è solo gossip...) e i giornali gli dedicano giusto dei trafiletti.

Un sito per tenere sotto controllo i nostri parlamentari

Si chiama OpenParlamento, un sito, online da oggi, che consente di verificare presenze, assenze, attività in Aula, leggi presentate di Senatori e Deputati: tutto con un click. Davvero un bell'esempio di "web democracy".
E soprattutto, un sito da visitare frequentemente...

lunedì 15 giugno 2009

Una brutta pagina per la scuola italiana

Non ci piace il ministro Mariastella Gelmini, tanto meno la sua riforma. Nemmeno gode delle nostre simpatie il direttore de "Il Giornale" Mario Giordano, né apprezziamo il suo modo di fare giornalismo. Però reputiamo che siano liberi, come tutti i cittadini che vivono in una repubblica democratica, di presentare libri di cui sono autori e di esporre liberamente le loro opinioni. Per questo riteniamo deplorevole nella maniera più assoluta la contestazione a cui sono stati sottoposti oggi a Milano: non tanto per il fatto in sé, quanto perché è stato impedito loro di parlare e sono stati costretti ad abbandonare la libreria dove erano ospiti.
Due cose però bisogna rimarcare:
- a contestare non c'erano branchi di violenti sovversivi black-block, ma docenti e genitori iscritti a "Rete scuole";
- il ministro Gelmini ha SEMPRE rifiutato il confronto, anche nelle aule del Parlamento, dove la sua riforma (di TAGLI) è stata imposta con il voto di fiducia, senza possibilità di discussione.
Attenzione, quindi: il Paese sta arrivando ad un punto critico di tensione sociale.

Incredibile ma vero: piovono dollari, ma nessuno dice niente!

La settimana scorsa, grande operazione della Guardia di Finanza, che ha sequestrato alla dogana di Chiasso 134 miliardi di dollari in quote di bond della Federal Reserve americana, trovati nel doppio fondo di una valigetta portata da due cittadini giapponesi, che viaggiavano su un treno dall’Italia diretto in Svizzera.
Solo con il pagamento della multa (corrispondente per legge al 40% dei valori non dichiarati) si potrebbe RIMETTERE a posto l'Italia, visto che la cifra (stimata intorno ai 40 miliardi di euro) corrisponderebbe ad almeno 5-6 finanziarie.
Una notizia che dovrebbe fare scalpore. Invece, (a parte alcuni blog, tra cui quelli di Andrea Mollica, Pippo Civati e Marcello Saponaro) non ne parla quasi nessuno: né giornali, né TV o radio, né parlamentari, né esponenti del governo.

Obama-Berlusconi: il confronto

Nessun cerimoniale di alto profilo, niente picchetto d'onore e le 19 salve di cannone fatte esplodere da George W.Bush solo otto mesi fa per onorare la visita dell'amico italiano. Nemmeno la colazione di lavoro. Giusto lo spazio di un'ora, il tempo di sorseggiarsi un caffè.
Dal 45% dei consensi non arrivati all'indagine aperta dalla Procura di Roma sui voli di Stato, dalle critiche dei media stranieri al "declassamento" dell'accoglienza riservatagli a Washington, sono davvero giorni difficili per il Premier.