domenica 4 ottobre 2009

Congresso provinciale PD di Varese: meccanismo farraginoso, dibattito eccellente.

Si è svolta questa mattina al centro congressi De Filippi di Varese il Congresso provinciale del PD. Buona la partecipazione di pubblico, con oltre 240 delegati dei Circoli della provincia chiamati ad esprimere i rappresentanti varesini che parteciperanno a Roma l'11 ottobre alla Convenzione nazionale del partito.
Sono stati nominati dai delegati delle rispettive mozioni:
- mozione Bersani: Mario Aspesi, Emiliano Cacioppo, Rosanna Leotta e Daniela Osculati
- mozione Franceschini: Dario Terreni e Margherita Giromini
- mozione Marino: Marina Ceriani.
In realtà questa convocazione, tenuto conto dei fini che si propone, appare piuttosto artificiosa e superflua: infatti i rappresentanti di Varese a Roma non dovranno fare altro che prendere atto del superamento del quorum del 5% dei 3 candidati, necessario per partecipare alle primarie. Un altro ingranaggio di questo meccanismo pazzesco che regola l'elezione del prossimo segretario PD. Un regolamento sicuramente da rivedere.
Buona però, anzi ottima, la partecipazione al dibattito: gli interventi hanno nobilitato questo appuntamento, dandogli un senso.
Soprattutto ha fatto piacere, e dà molte speranze per il futuro del Partito (e dell'Italia), aver visto salire sul palco giovani, donne, liberi professionisti, gente che dichiarava di essersi appena affacciata al mondo della politica, di aver preso la tessera del PD da un anno se non da pochi mesi.
Interventi appassionati e ricchi di spunti, in cui sono stati toccati temi interessanti, come:
- la questione morale e la serietà nell'impegno (con stoccate a personaggi come Bassolino e rammarico per episodi come quelli delle assenze in Parlamento alla votazione dello scudo fiscale)
- l'unità del Partito, che scelto il Segretario, deve seguirlo con tutte le sue componenti, senza dare vita a correnti e fare sgambetti come accaduto in passato. Ed allo stesso modo deve essere seguita la linea data dal Segretario, dai temi etici e laici a quelli politico-economici
- un'identità forte e unica: basta chiamarsi ex-pci ed ex-dc. Dobbiamo essere una volta per tutte DEMOCRATICI e RIFORMISTI. E chi parlava di questo erano persone che non erano ex di niente, gente nuova nella politica
- una struttura organizzata e il rafforzamento della presenza locale, fornendo più risorse e fondi ai Circoli
- essere un Partito che non parla solo a se stesso, ma che sappia uscire dal proprio guscio e capire la gente
- affrontare la crisi, fornendo proposte per uscirne: dalle riforme delle pensioni e dei salari ai sostegni alle PMI ed ai lavoratori autonomi, dal potenziamento degli ammortizzatori sociali alle liberalizzazioni, dalla riorganizzazione della scuola alla facilitazione di ingresso nel mondo del lavoro per i giovani, dal controllo della spesa pubblica (basta sprechi!) ad un incremento nella lotta all'evasione fiscale (basta condoni)
- diventare guida di una società migliore: merito e non arrivismo, aiuto ai deboli e non sfruttamento, sviluppo della mobilità sociale e non caste, sicurezza sociale e non istigazione alla paura, integrazione e non latente razzismo, salvaguardia dell'ambiente e del territorio e non abusivismi (Messina docet).
Tutto questo fa capire come nel PD ci siano risorse infinite, che non si trovano in altri partiti e che devono essere sfruttate, per fare sì che questo Partito si confermi come l'unica speranza di DEMOCRAZIA per l'Italia.