mercoledì 30 novembre 2011

Consiglio comunale di Vedano Olona: all'insegna della sostenibilità

Sarà l'effetto della crisi, ma oltre al bilancio preventivo del 2011, il consiglio comunale di lunedì scorso ha visto dibattere 3 punti interessanti, orientati tutti al risparmio e alla sosteniblità.
Innanzitutto l'approvazione di una gara pubblica per la concessione di diritto di superficie del tetto della copertura della palestra polivalente del centro sportivo di Via Nino Bixio per realizzazione di impianto fotovoltaico. Un'iniziativa che consentirà il rifacimento (con coibentazione) del tetto della palestra a carico del privato che vincerà la gara, evitando alle casse comunali una spesa di circa 65.000 euro. Inoltre, dall'impianto fotovoltaico il Comune potrà usufruire di parte dell'energia generata, con un risparmio di circa 5.000 euro annui sulla bolletta dei conumi della palestra.
Il secondo punto riguardava invece la mozione di Progetto Popolare, che proponeva nuove soluzioni per la raccolta differenziata: compostiere comunitarie e raccoglitori per gli oli da cucina usati. Una mozione approvata all'unanimità, nonostante la ritrosia espressa dalla giunta a collocare sul territorio comunale i raccoglitori degli oli, per il timore che possano magari essere versati rifiuti non idonei. Una visione piuttosto miope, quanto illogica: è come dire "non apriamo negozi o banche così evitiamo possibili rapine". Non ci si può arrendere ancor prima per paura dell'inciviltà di pochi, andando a scapito di tutta la comunità. I problemi si affrontano e non si evitano, o peggio ancora, si ignorano. E in questo momento, con la mancanza nel nostro paese del centro raccolta rifiuti (che a quanto pare, come emerso nell'ultima riunione del gruppo di lavoro di giovedì 24 novembre, dovrebbe essere realizzato da Coinger in zona industriale, anche se ci vorrà qualche anno), i vedanesi sono costretti a portare l'olio usato in cucina al centro di Castiglione. I raccoglitori collocati in paese eviterebbero queste scomode trasferte. E comunque, una soluzione va trovata, anche una raccolta porta a porta da effettuare periodicamente.
L'ultimo punto in discussione è stata la mozione di Vedano Progresso, sui risparmi dei costi telefonici degli uffici comunali. La soluzione prospettata era il Voip, una tecnologia che rende possibile effettuare una conversazione telefonica sfruttando una connessione Internet, sull'esempio anche di quanto sperimentato nel comune di Castiglione Olona. La dott.ssa Martinelli, responsabile dell'ufficio Segreteria del Comune e invitata a presenziare al Consiglio, ha però messo in rilievo alcuni problemi relativi all'adozione del Voip: innanzitutto, le difficoltà a lasciare il vecchio gestore telefonico, che potrebbe creare ritardi, disservizi e anche contenziosi; poi. il fatto che la tecnologia Voip presenta dei difetti di funzionamento e gestione, che in effetti anche Castiglione sta subendo. Lo "spirito" della mozione, comunque, è stato approvato, anche perché l'amministrazione si è già attivata per richiedere nuove offerte e contratti più vantaggiosi, in modo da avere minori esborsi.
Non c'è che dire: su proposte all'insegna della sostenibilità il Consiglio non si è certo risparmiato.

Lega-mi di famiglia

Altro che indipendenza! L'inchiesta de "L'Espresso" mostra come la Lega sia un partito a conduzione familiare, e che per Bossi le radici contano eccome, visto che figli, fratelli e parenti vari sono ben sistemati.
Più che la secessione, si può dire venga messa in pratica la comunione... dei beni dei lombardi.

Un piccolo sacrificio di pochi per il bene di tutti

Il 5,7% delle sostanze possedute nel mondo è in Italia: 8.283 miliardi di euro tra titoli, azioni e depositi, ma soprattutto proprietà immobiliari, che rappresentano più della metà di tutte le disponibilità.
Per questo, come lascia intendere Mario Monti, è auspicabile la reintroduzione dell'Ici, con una tassazione progressiva sul valore degli immobili e in relazione al reddito.
Ma oltre a questo, è necessaria anche una patrimoniale. Quasi il 45% della ricchezza nazionale, equivalente a 3.700 miliardi, è nelle mani di 2,4 milioni di famiglie. Di queste, il 10% possiede patrimoni superiori a 1,5 milioni di euro. Ed è a queste 240.000 famiglie (l'1% del totale in Italia) che si potrebbe applicare un'aliquota allo 0,5% della propria ricchezza, che darebbe un gettito di oltre 5 miliardi di euro l'anno. Per ognuna di queste famiglie (che possiede il 13% della ricchezza italiana) significherebbe pagare, su un patrimonio che è in media di quasi 4,5 milioni di euro a famiglia, 22.500 euro l'anno.
Un piccolo sacrificio, quindi, a fronte dell'enorme patrimonio in loro possesso. Anche perché non si possono chiedere sacrifici sempre e solo ai soliti: pensionati e dipendenti, i cui stipendi tra l'altro sono aumentati la metà rispetto all'inflazione. Caro Presidente Monti, equità è uno dei punti programmatici da lei annunciati.

martedì 29 novembre 2011

Libertà di morire

Lucio Magri, storico esponente della sinistra italiana e fondatore del "Manifesto", ha deciso di morire, scegliendo il "suicidio assistito" in Svizzera, dove questa pratica è legale, ma viene attuata solo dietro la presentazione di una documentazione clinica che provi la gravità del proprio stato, sia esso fisico o psichiatrico. Magri soffriva di una depressione grave e conclamata. E come lui, ci sono altri 30 italiani malati di Sla, di cancro, di sclerosi multipla che hanno fatto la stessa scelta.
Il caso ha riaperto il dibattito sul testamento biologico qui in Italia, scoppiato in occasione delle vicende di Eluana Englaro, Piergiorgio Welby e Luca Coscioni. Ed è stata proprio Antonietta Coscioni (parlamentare radicale e presidente onoraria dell'associazione che porta il nome di suo marito, morto di Sla) a rilasciare una nota a riguardo: "Spero, voglio sperare che la vicenda umanissima di Lucio Magri, che ha deciso di non soffrire più, e ha posto fine al suo dolore, sia di ammonimento e insegnamento. Per porre fine al suo dolore, Magri ha dovuto 'emigrare', un viaggio con un biglietto di sola andata, in Svizzera. Questo perché viviamo in un paese dove vige una regola ipocrita, quella del 'si fa ma non si deve dire".
Di contro, ha replicato Gaetano Quagliariello, vicepresidente vicario dei senatori Pdl: "Non entro nelle scelte personali, ma non è possibile pretendere che scelte personali, che ritengo in contrasto con il diritto naturale, le compia lo Stato".
Una cosa è certa: la legge a riguardo (votata dal governo Berlusconi-Bossi) vigente qui in Italia è troppo vincolante. Tanto che, oltre al PD, anche alcuni esponenti politici cattolici e del centrodestra erano contrari. E anche Umberto Bossi, nonostante abbia votato a favore, riserverebbe qualche critica.

Strambi rambo

Riceviamo e pubblichiamo da un cittadino vedanese:

"Domenica 27 Novembre,
ore 11,30

Mia moglie sta percorrendo, con il nostro cane al guinzaglio, la strada sterrata all'interno del Parco Pineta (per intenderci quella che si imbocca da via S.Siro), quando un inatteso spettacolo le si presenta. Un nutrito gruppo di soggetti perfettamente abbigliati in uniformi militari e relative armi, sì repliche ma perfette repliche agli occhi di una persona non addetta alla pratica del gioco del Softair.
Altre persone, incontrate da mia moglie, manifestano il disappunto e riferiscono di aver domandato ai "rambo dei falliti" a quale titolo stavano così bardati in un parco ambientale protetto, ricevendo come risposta che avevano i permessi.
Premesso fosse vero per i permessi, sarebbe lecito sapere da chi sia stato rilasciato (sindaco, forestale).
Va sottolineato che, "giocare al softair senza informare le autorità e, senza delimitare in maniera visibile con l'affissione di avvisi l'area assegnata e autorizzata, configura il reato di procurato allarme e/o disturbo della quiete pubblica".
Per questo motivo sentito il racconto di mia moglie, ho provveduto a informare i Carabinieri della Stazione di Malnate, oggi ho informato i Vigili di Vedano, questi mi hanno confermato che nessun permesso è stato rilasciato e, che in passato avevano ricevuto richieste di utilizzo dei boschi, da parte di gruppi del "softair".

Queste repliche non sono propriamente giocattoli, ma Armi a bassa capacità offensiva, non possono essere vendute a minori e, l'utilizzo da parte degli ultimi è consentito previa assistenza di soggetti maggiorenni (DECRETO 9 agosto 2001, n.362), il gioco viene affrontato per questo motivo, con delle protezioni agli occhi, in quanto i pallini sparati possono essere lesivi alla vista.

Mi domando dove si trovavano i solerti "Vigilanti del parco", sempre attenti ad accertarsi che i cani siano saldamente al guinzaglio.
Il parco Pineta alla Domenica è meta di molte pacifiche persone, è inaccettabile divenga luogo di simulate azioni di guerra.
"

Update: mi ha riscritto il cittadino che aveva segnalato il fatto, indicando un sito sul softair, che nello specifico dell'occupazione del terreno dice che: "I campi da gioco possono essere di vario tipo: boschivi, sabbiosi, urbani. La cosa fondamentale da ricordare è che non si può giocare su di un terreno se prima non si è fatta richiesta al proprietario, l'autorizzazione alla pratica sportiva. Il proprietario del campo da gioco può essere:
* un privato
* ente pubblico
Nel caso del privato, basta una semplice richiesta scritta nella quale autorizza il club a usufruire dei suoi terreni, e va sempre allertata la più vicina caserma dei Carabinieri o della Polizia.
Nel caso in cui il terreno appartenesse a un ente pubblico, va fatta richiesta scritta all'ente stesso e va allertata la più vicina caserma dei Carabinieri o della Polizia. Quest'ultimo accorgimento, è giusto ribadirlo data la fondamentale importanza, va comunque saggiamente adottato anche nel caso in cui il "combat" avvenga in una zona privata di cui magari il club di soft air è proprietario; è bene, dunque, avvisare sempre le Forze dell'Ordine, in particolare l'Ufficio Relazioni con il pubblico, della locale Questura, che ha esclusiva competenza in materia di ordine pubblico. In tal modo verrà scongiurato ogni "equivoco" o allarmismo, qualora eventuali terzi dovessero assistere casualmente agli incontri di simulazione militare, poiché il procurato allarme è reato.
Altro consiglio fondamentale è quello di segnalare la zona in cui si svolgeranno i game con dei cartelli che spieghino cosa sta avvenendo, in modo da non allertare inutilmente eventuali passanti
".
Anch'io ho trovato su un articolo di VareseNews questa informazione: "L’iter burocratico per giocare è molto stringente: si individua il sito, che può essere boschivo, sabbioso o urbano, si chiedono i permessi ai comuni, nel caso sia un terreno demaniale, o ai privati nel caso sia di proprietà, si avvisano le forze dell’ordine e i vigili del fuoco. E solo quando arriva il via libera si può giocare".

Inoltre il nostro concittadino segnala anche un episodio accaduto circa 5 anni fa, nei boschi della vicina Malnate (vedi immagine sotto e clicca per ingrandire) Resta inteso che questo non significa che il softair genera incidenti, anzi, questi sono proprio rari. E sempre nell'articolo di VareseNews, un componente di una squadra di questo "gioco" afferma che: «quando si gioca ci sono delle regole da rispettare e di solito le associazioni sono molto rigide. Un aspetto delicato è quello della potenza delle armi. Un’associazione cerca di controllare sempre che non si giochi con armi modificate o troppo potenti, e durante i tornei si fanno anche dei veri e propri controlli a campione per verificare che sia così. Inoltre all’interno di un'associazione si tende spesso ad isolare o richiamare coloro che esagerano e a estromettere dal gioco chi ha comportamenti troppo violenti o viola le regole»

Il grido di dolore delle piccole imprese

A Monza, alla conferenza nazionale del lavoro organizzata dal PD, Massimo Mazzucchelli, imprenditore di Besnate, ha portato la voce delle piccole "imprese che resistono". Piccole imprese che non possono resistere in eterno e che bisogna sostenere, perché sono la spina dorsale del Paese.

Su Milano soffia ancora il vento, ma è di tempesta

Il vento del cambiamento del voto primaverile si è trasformato in bufera: tra il sindaco Pisapia e l'assessore Boeri (insieme nella foto) i rapporti sono tesi. Lunedì mattina Stefano Boeri (capodelegazione PD e primo degli eletti nella colazione di centrosinistra) ha presentato le dimissioni da assessore alla Cultura e all'Expo, rimettendo le deleghe nelle mani del sindaco. I due erano stati già rivali alle primarie del 2010, e c'è chi dice che il duello non fosse mai finito. Di certo, sono due personalità molto forti, e Boeri in questi 6 mesi di giunta ha effettivamente agito più da battitore libero che non facendo gioco di squadra. Ora speriamo che la frattura si ricomponga, venga la bonaccia e poi si riparta a gonfie vele, perché altrimenti sarebbe davvero sconcertante.

lunedì 28 novembre 2011

Ministeri dello spreco

Poltrone e spese inutili: ecco cosa hanno prodotto in questi 3 anni i ministeri del fallito governo Berlusconi-Bossi.
E più che una battuta, sembra una fondata verità quando Spinoza dice "Monti cancella i ministeri di Bossi e Calderoli. È la fine dell’assistenzialismo".

Il giorno del BTP

Oggi è il Btp-day: la prima “giornata di sconto” dei titoli di Stato italiani. Una serie di banche italiane offre infatti l'opportunità di comprare titoli di stato senza commissioni. Un'iniziativa che nasce per agevolare la vendita dei BTP e incentivare gli italiani "a comprarsi il debito". Tra i primi ad aderire a questo invito ci sono i calciatori. E il 12 dicembre si replica con i BTP venduti al mercato secondario.

Se l'immigrato assume gli italiani

Ci sono gli immigrati che fanno impresa. E hanno dipendenti italiani. Perché non sempre gli stranieri tolgono lavoro agli italiani, talvolta lo danno. E la media è alta: un assunto italiano ogni due imprese di immigrati attive. Uno studio commissionato dal Cnel fornisce dati interessanti: sono più di 400.000 gli stranieri titolari di impresa con un'occupazione media (tra dipendenti e collaborazioni) di circa 5 addetti, e nel 13% dei casi si giovano di dipendenti italiani, con una media di un posto di lavoro per italiani ogni due imprenditori stranieri; il 77% di loro ha fondato da sé l'azienda, il 21% l'ha rilevata, il 2% l'ha ereditata; la maggiore concentrazione di queste aziende è al Nord e nelle aree dei distretti industriali; il 66,5% ha clienti italiani e il 77,3% si rivolge a ditte fornitrici italiane, quindi crea anche indotto sul nostro territorio; solo il 14% ha però la cittadinanza italiana e le richieste più diffuse sono il diritto di voto (pago le tasse, quindi voto -taxation with representation, per intenderci-) e la possibilità di fruire del trattamento pensionistico tornando a vivere nel Paese di origine (visto che pagano qui i contributi).
Da sottolineare che la metà di questi imprenditori è "abbastanza ottimista", poiché ritiene che la propria azienda possa uscire addirittura rafforzata dalla crisi.
Insomma: gli stranieri stanno diventando sempre più una risorsa, e anziché toglierci il lavoro (come sempre urlato dalla Lega) ce lo portano, arrivando anche a coprire emergenze.
Chissà, le parti si stanno forse invertendo?

Non eravamo più abituati

A vedere un ministro dello Sviluppo chiudere una vertenza in un giorno, soddisfacendo tutte le parti sociali in causa, dopo mesi di inutili trattative per l'incapacità e il menefreghismo di chi l'ha preceduto. O anche, un ministro degli Esteri che va all'estero non per fare le vacanze ma in missione.
Le cose pare stiano cambiando, ma non per tutti: Berlusconi (che dopo il fallimento del suo governo può finalmente fare l'imputato a tempo pieno) è ancora fermo al 1994, con gli attacchi ai comunisti.

domenica 27 novembre 2011

Torino, capitale delle idee

A Torino nasce ben l'8% dei brevetti depositati in Italia. E si tratta oltretutto di brevetti legati a idee innovative che sono premiate nei concorsi di tutto il mondo e che si trasformano in una rampa di lancio verso brillanti carriere professionali: ingegneri, designer e ricercatori ma anche top manager trovano qui infatti terreno fertile dove coltivare il proprio talento e segnalarsi alle aziende di tutto il mondo.
Ma non è una questione di aria o clima, ma di una avveduta quanto moderna politica di formazione portata avanti da scuole di eccellenza.
Come l'Alta scuola Politecnica, un percorso formativo che seleziona 150 studenti del Politecnico, per raccogliere il meglio della cultura architettoingegneristica nazionale. O come lo Ied, l'Istituto europeo per il design, dove oggi vengono progettati dagli allievi i disegni della Ferrari o della Abarth di domani.
Ma non c'è solo ingegno e creatività: Torino è anche una fucina di futuri top manager. Nel capoluogo piemontese ha infatti sede la Business School, Escp Europe che, secondo il Financial Times, offre il terzo miglior master al mondo in management aziendale.
L'Italia si è sempre distinta per la genialità: per questo se vogliamo ripartire, dobbiamo puntare sui giovani e su queste eccellenze, investendo in ricerca e formazione e dando il giusto riconoscimento al merito.
(nella foto: un progetto studiato a Torino, uGo, una “App verde” per Expo 2015. E’ un sistema tecnologico per incoraggiare cittadini e turisti ad utilizzare mezzi di trasporto “verdi” -mezzi di trasporto pubblico, taxi, bike sharing...- in occasione di grandi eventi, riducendo così le emissioni di CO2 in città.
Qui le foto di altri progetti.
)

Futeuro

Ovvero,il futuro dell'euro. Se avrà futuro, visto che c'è chi (come ad esempio il settimanale "Economist") ne prospetta una prossima fine.
E in effetti, tra presunti piani di "prevenzione" e ipotesi di fanta-politica, spunta un più credibile patto franco-tedesco per portare ad una stretta ulteriore sul patto di stabilità, con maggiori sanzioni contro gli Stati spendaccioni e inadempienti, fino, addirittura, alla perdita di sovranità. Una mossa che potrebbe salvaguardare sì l'esistenza dell'euro, ma portare a una Europa divisa tra "forti" e "deboli". E se la cosa fosse plausibile, l'Italia non può certo perdere questo treno. Ma come soluzione, perché non pensare anche alla formazione degli Stati Uniti d'Europa?

sabato 26 novembre 2011

Un killer chiamato amianto

Broni (in provincia di Pavia) detiene un tragico primato: è l'area in Italia con il più alto numero di decessi per mesotelioma rispetto al numero di abitanti.
Il mesotelioma è un tumore che nasce dalle cellule del mesotelio (strato di cellule che riveste le cavità sierose del corpo: pleura, peritoneo, pericardio, cavità vaginale dei testicoli). La maggior parte dei casi di questo tumore è di natura respiratoria, ed è associato soprattutto all'esposizione all'amianto.
E' l'amianto infatti la causa dei 40 morti all'anno a Broni, un dato purtroppo che sembra destinato a crescere. Tutto è nato dalla Fibronit, azienda nei cui capannoni si è lavorato l'amianto per oltre mezzo secolo e dove si produceva eternit diretto in tutto il Paese. Allora la fabbrica dava lavoro a tutto il paese, e non si poteva pensare certo che anziché benessere potesse portare dolore e devastazione.
Per primi hanno iniziato ad ammalarsi e morire i lavoratori che erano a contatto con le polveri mortali, poi anche le loro mogli che lavavano le tute da lavoro o, ancora peggio, i bambini di allora che oggi hanno 30-40 anni.
La fabbrica è chiusa da 20 anni, ma il pericolo è sempre presente: perché nella fabbrica dismessa ci sono ancora 300.000 metri quadrati di amianto da bonificare, e a quanto pare non ci sono i soldi (circa 30 milioni di euro previsti) né i siti idonei dove depositare l'amianto. E il problema amianto, di grosse proprozioni a Broni, riguarda anche la Lombardia: secondo Legambiente, nella nostra regione ci sono 80 milioni di metri quadri di coperture in amianto, una media di 8 metri per abitante.
Si dice che non si conosceva allora la pericolosità di questo materiale: intanto però, nel maxiprocesso Eternit, è stata chiesta una condanna a vent'anni di reclusione per disastro ambientale doloso e permanente e omissione dolosa di cautele antinfortunistiche, perché si ipotizza che la minaccia fosse nota e prevista dai vertici della società Eternit.

I due volti del consumo

Dalla ressa fin dalle prime ore del mattino per l'acquisto superscontato di un piumino griffato alla spesa solidale del Banco Alimentare.

La piccola impresa per una grande Italia

Oggi a Monza una conferenza nazionale, organizzata dal Partito Democratico, per il lavoro autonomo e la micro e piccola impresa.
Nel corso della giornata, studiosi, amministratori, rappresentanti del mondo produttivo e gli esponenti del PD si confronteranno sul futuro delle piccole imprese per definire un ventaglio di proposte a sostegno degli imprenditori meno tutelati e abbandonati dal governo Berlusconi-Bossi.
Perché il rilancio per una grande Italia può venire proprio dalle piccole imprese.
Qui il programma della giornata.

Disabili su rotaie

Per i disabili in Italia viaggiare sui mezzi pubblici a volte è una vera odissea, soprattutto quando devi muoverti su sedie a rotelle. Il nostro Paese da questo punto di vista dimostra scarsa attenzione e sensibilità.
Fortunatamente qualcosa sta cambiando, grazie alla continua spinta dell'opinione pubblica e anche delle sentenze dei tribunali, e ogni tanto si assiste a qualche piccolo passo avanti. Ma ancora non è abbastanza: questa battaglia di civiltà deve essere combattuta a fondo.

La questione settentrionale

Esiste anche una questione settentrionale: costo della vita, delocalizzazione, nuove povertà, bassa natalità”. Sono queste le parole con cui Mario Monti ha parlato alle Camere nel discorso per la fiducia.
Perché anche se la qualità della vita è nettamente migliore al Nord, la crisi in questi anni ha colpito pure qui e si fa sentire:
- per il lavoro, crisi (anche con esiti drammatici) ma anche mancanza difficoltà di accesso al credito per le aziende
- per i tagli ai servizi sociali
- per l’aumento del costo della vita.
La questione settentrionale è esplosa con la crisi, e bisogna trovare e dare soluzioni, ma senza creare contrapposizioni, perché il Nord ad oggi è ancora il motore dell'Italia e vuole continuare ad esserlo.

venerdì 25 novembre 2011

Sulle polemiche non facciamo economia

La corrente "Liberal" del PD attacca Stefano Fassina e ne chiede (pretestuosamente) le dimissioni, per le posizioni distanti da Monti del responsabile all'Economia del PD. Fassina replica, citando (o dando) i numeri, da buon economista.
Lo ribadiamo: anziché spendersi in sterili polemiche, i dirigenti del PD dovrebbero puntare a un confronto per stabilire una linea comune su lavoro e economia da seguire tutti insieme e presentare a Monti.

Quello che "faceva le riforme"

Invece di criticare l'attuale governo, Umberto Bossi potrebbe raccontarci cosa ha fatto lui quando era ministro delle "Riforme" (ah ah ah).

Ne usciremo?

E come? Sono gli interrogativi sulla crisi economica e politica che stiamo vivendo, a cui si cercherà di trovare delle risposte nei 2 incontri che il PD cittadino di Varese organizza stasera alle ore 21.00 presso l'Istituto De Filippi (Varese, via Brambilla 30) e sabato 3 dicembre alle ore 15.00, sempre al De Filippi.
Al primo appuntamento interverrà l'economista Alberto Berrini sul tema "Capire la crisi, uscire dalla crisi", mentre al secondo gli onorevoli democratici Lino Duilio e Antonio Panzeri dibatteranno sulle risposte della politica tra comunità nazionale ed Europa.

Perché non accada mai più

Laura, Sanaa, Agnes, Lea, Adama: tutte donne vittime della violenza di uomini spietati e vigliacchi.
Oggi si celebra la giornata contro la violenza sulle donne. Ma le ricorrenze da sole non sono sufficienti: il problema va affrontato e risolto una volta per tutte.
In Regione Lombardia sono fermi 3 progetti di legge, e il PD sollecita a discuterli per approvare una legge nel più breve tempo possibile. E anche a livello nazionale, sono diverse le proposte del PD per dire BASTA a queste barbarie.

giovedì 24 novembre 2011

Sì ai nuovi italiani

Le parole del Presidente Giorgio Napolitano sul diritto di cittadinanza ai bambini figli di immigrati che nascono in Italia hanno tutta la nostra approvazione. Non è solo follia, ma un vero atto di inciviltà. Attualmente la legge prevede infatti che la domanda di nazionalizzazione possa essere fatta solo al compimento del 18° anno d'età. La conseguenza sono centinaia di migliaia di ragazzi "italiani dimezzati", ovvero bambini che sono nati nel nostro Paese, parlano la stessa lingua e frequentano le stesse scuole dei bambini italiani ma non hanno gli stessi diritti. Una situazione che non solo potrebbe degenerare in futuro e creare tensioni sociali, ma che frena anche il prezioso apporto di risorse che questi nuovi italiani potrebbero dare proprio in un momento come questo ad un Paese che soffre sia sul piano economico che demografico. Un contributo importante, tra l'altro, i genitori di questi bambini lo stanno già dando sul piano lavorativo e contributivo.
La Lega ovviamente è stata subito la prima a protestare: a parte l'ottusità, c'è davvero da chiedersi il motivo di questa presa di posizione, viste le loro convinzioni in termini di italianità. E comunque, ogni timore è infondato: sia quello di un'esplosione di immigrazione, visto che la cittadinanza riguarderebbe i bambini nati qui e non nuovi immigrati adulti da accogliere, e tenuto conto oltretutto che i numeri dimostrano che in Italia non c’è stata un’esplosione nella quota di immigrati residenti; sia quello "del voto elettorale dato alla sinistra", perché indagini approfondite smontano questa tesi, e comunque fino a 18 anni non si può votare, per cui da questo punto di vista non cambierebbe nulla.
La verità invece è nelle parole che Pier Luigi Bersani, nel suo intervento alla Camera sul voto di fiducia al governo Monti, ha rivolto ai leghisti: " Non possiamo parlare solo alle tasche degli italiani, ma anche al cuore degli italiani. Ed è il cuore che si è addormentato dopo la vostra cura. Cari leghisti, abbiamo centinaia di migliaia di figli di immigrati che pagano le tasse, vanno a scuola e parlano italiano e che non sono né immigrati né italiani, non sanno chi sono. E' una una vergogna".
(nella foto: Giorgio Napolitano riceve al Quirinale Mario Balotelli, calciatore della Nazionale)

Demeritocrazia

Un superchirurgo di fama mondiale non riesce a ottenere l'incarico di professore di ruolo di prima fascia all'Università «Insubria» di Varese, nonostante i continui ricorsi (ben 5!) vinti in tribunale. Per l'Università "tutto nasce da un malinteso sulla natura del concorso" (ripetuto e vinto in tutti e 3 i casi sempre dagli stessi medici), per i giudici e il giornalista Gian Antonio Stella invece è un problema di "casta" e merito non riconosciuto.

E la "Pravdania" scopre la crisi

Brusco ritorno alla realtà, per il quotidiano leghista. Dopo 3 anni di silenzio con il governo Berlusconi-Bossi (la crisi non c'era, vi ricordate?), la parola "crisi" compare in questi giorni sulle sue pagine e diventa una priorità con il governo Monti. E inoltre, la crisi la sta vivendo anche sopra la propria pelle (anzi, carta): "Nonostante i quasi 4 milioni che riceve ogni anno grazie ai contributi previsti dalla legge sull'editoria per i fogli di partito, la Padania perde qualcosa come un milione, sempre all'anno. Per i trenta redattori in vista cassa integrazione e tagli d'organico".

Crisi di valori

Non solo finanziari, ma anche morali: i furbi stanno diventando la regola.
La denuncia arriva dalla Banca di credito cooperativo di Busto Garolfo e Buguggiate: «Siamo di fronte a una crisi di valori. I casi di ricorso abusivo al credito sono sempre più frequenti, tanto che abbiamo già sporto alcune denunce. Assistiamo a imprese che hanno un andamento bancario buono e che di punto in bianco chiedono al magistrato il concordato preventivo. I creditori, banche comprese, si devono accontentare del 4%, quando va bene del 5%. L’imprenditore scarica così sul sistema, fornitori compresi, il 95% del debito. E spesso apre una bella newco, cioè una nuova azienda che sorge dopo la ristrutturazione, e si ripresenta sul mercato come se nulla fosse».
La BCC chiuderà quest'anno l’esercizio con 1,2 milioni di euro di utile. Il 79% in meno rispetto al 2007, quando l’utile si assestava a 7,8 milioni di euro.

Logica padana

"La Padania esiste. La prova è il Grana Padano": è l'acuto pensiero di Gianluca Buonanno, deputato della Lega Nord e sindaco di Varallo. E su Twitter sono subito partite le parodie su questa grande teoria.
P.S.: ma a Varese i leghisti saranno convinti dell'esistenza dei Paesi Baschi per via del noto cappello?
Update: e ora anche il "generatore automatico di entità territoriali esistenti a causa di un formaggio"

I primi tagli di Monti

Sono sulle tasse: ridotto l'acconto Irpef di novembre dal 99 all'82%. Alla faccia di chi prima invece le aveva aumentate.

mercoledì 23 novembre 2011

Peggio della Sicilia

E' la situazione della Lombardia riguardo la presenza della mafia sul territorio, secondo il giornalista Gianni Barbacetto: «La nostra regione è peggio della Sicilia perché qui c’è chi dice ancora che “la mafia non esiste” o chi ti dice che il pizzo da queste parti non si paga». E ancora: «Le cosche mafiose, le locali di ‘ndrangheta o le famiglie di camorristi non avrebbero potuto radicarsi nel territorio se non ci fossero stati imprenditori che al libero mercato hanno preferito la certezza di un appalto pubblico». E così interi settori economici sono finiti nelle mani dei mafiosi.
Un giudizio che può apparire eccessivo, ma dichiarazioni dello stesso tono erano già state espresse da personaggi come il senatore PD Nando Dalla Chiesa, il giudice Ilda Bocassini (che ha condotto l'inchiesta "Infinito", conclusasi con 110 condanne) e il fondatore della associazione "SOS racket e usura" Frediano Manziqua sta succedendo quello che succedeva a Palermo o Reggio Calabria 15 anni fa, ma al sud oggi c'è più consapevolezza che al nord»).

Era imprevedibile?

Come afferma il vicesindaco di Saponara? Di certo è stata ripetibile l'alluvione nel Messinese, visto che già 2 anni fa, più o meno nella stessa zona, c'era stato un disastro analogo, con ben 18 morti. E oggi piangiamo altre 3 vittime, tra cui un bambino.
Il fatto è che ormai l'equilibrio idrogeologico di quella zona (come tante altre qui in Italia, tra cui le Cinque Terre, Genova, la Lunigiana) è ormai compromesso. Ma siccome non impariamo mai, siamo pronti a dare il colpo di grazia con il progetto del Ponte sullo Stretto, con lo scarico di circa tre milioni di metri cubi di terra sopra le "fiumare". Quindi, alla fine, tutto previsto.

Un Paese più povero e sfiduciato

Metà delle famiglie italiane riesce "appena a far quadrare i conti", quattro italiani su dieci (42%) sono molto preoccupati per il proprio lavoro: questa è l'Italia che il governo Berlusconi-Bossi ha lasciato a Mario Monti. Altro che balle, anzi, "maroni"!

I costi della politica sezionati e illustrati

I privilegi ingiustificati, le spese eccessive, gli sprechi inutili della classe politica italiana illustrati in vivaci tavole grafiche (infografica) che rendono rendono in maniera immediata e comprensibile il significato di dati, numeri, statistiche e percentuali. Tutto questo nel libro "Autopsia della politica italiana", scritto e ideato dal giornalista Cristiano Lucchi e dal graphic designer Gianni Sinni.

Una lettera sul lavoro al PD

Il senatore Pietro Ichino scrive una lettera aperta al PD. Ichino invita il Partito ad appoggiare senza paura le scelte del Governo Monti in materia di riforma del diritto del lavoro, che molto probabilmente farà riferimento proprio alla proposta Ichino (la flexsecurity) come base da cui partire per riformare il mercato del lavoro in Italia. Una proposta però che non convince tutti gli esponenti del PD. Al di là della condivisione o meno dei contenuti suggeriti da Ichino, il PD dovrà comunque decidere una linea comune prima che si arrivi alla discussione in Aula sul tema.

martedì 22 novembre 2011

Meno rifiuti, più valore

Fino al 27 novembre si terrà la settimana europea della riduzione dei rifiuti. L’iniziativa nasce all’interno del Programma LIFE+ della Commissione Europea con l’obiettivo primario di sensibilizzare le Istituzioni, gli operatori economici e tutti i consumatori sulla riduzione dei rifiuti, attraverso buone pratiche come l'incremento del consumo di prodotti sfusi, la scelta di imballaggi eco-compatibili, rigenerare gli oggetti destinati alla discarica, creare momenti di baratto. E proprio sabato scorso si è svolta a Varese, nel quartiere delle Bustecche, la seconda edizione della giornata del riuso, una sorta di mercatino dove c'è chi si disfa di ciò che non usa più e c'è chi lo prende. Un vero e proprio scambio che, oltre far bene al portafoglio dei cittadini, fa bene all'ambiente. E quella del baratto, complice la crisi, è una pratica che si sta sempre più diffondendo, con l'apertura perfino di negozi online. In Svizzera, a Mendrisio, è stato dedicato addirittura uno spazio fisso apposito per il riuso.
D'altra parte studi specifici e approfonditi mostrano che il futuro è la valorizzazione del rifiuto attraverso il suo riciclo, che non lo smaltimento. E con un po' di fantasia, si possono ottenere anche risultati di pregevole fattura artistica. Noi italiani, comunque, non solo siamo in ritardo su questo, ma addirittura i nostri rifiuti, finiti in altri Paesi, ci tornano indietro sotto forma di oggetti di uso quotidiano, spesso contaminati da sostanze tossiche.
Tornando alla giornata del riuso, visto il successo e l'utilità di queste esperienze, perché non provare ad adottarle anche qui a Vedano Olona? Noi l'abbiamo già proposto l'anno scorso: oltre a un incentivo per la sensibilizzazione della popolazione, potrebbe essere anche un simpatico momento di aggregazione. Intanto a Vedano la questione rifiuti è ancora ferma alla decisione di riaprire o meno di un nuovo centro rifiuti (con i disagi per i cittadini che ben conosciamo). Giovedì 24 novembre, alle ore 18.30, presso la sala consiliare di Villa Aliverti, se ne dovrebbe sapere qualcosa, visto che ci sarà la riunione (dopo circa 6 mesi dall'ultima volta) del gruppo di lavoro Centro Raccolta Rifiuti.
Lunedì prossimo invece, al Consiglio Comunale, sarà presentata la mozione di Progetto Popolare, con due proposte per la raccolta differenziata: le “compostiere comunitarie” e la raccolta degli olii e grassi da cucina usati. E speriamo che da queste iniziative si ricavi qualcosa senza buttare via niente.

P.S.
: segnaliamo la bella iniziativa del comune di Malnate, che dedicherà 2 momenti per sensibilizzare la cittadinanza al riciclo e alla diminuzione degli sprechi.
Giovedì 24 novembre alle ore 20.45 alla Sala Consiliare di Via Matteotti, una serata di informazione-approfondimento, condotta dall'Arch. Minazzi di Legambiente Varese, sul tema "Ridurre si può".
Domenica 27 novembre invece, dalle ore 10.30 alle ore 16.30 in Piazza delle Tessitrici, verranno allestiti numerosi stand espositivi ed informativi, con numerose proposte ludiche per grandi e piccini.

Fiat, dalla globalizzazione alla pomiglianizzazione

Fiat, dopo aver annunciato di uscire da Confindustria, ha deciso di disdire gli accordi sindacali a partire dal primo gennaio 2012. Alla fine abbiamo finalmente scoperto gli obiettivi del piano industriale di Marchionne: non rilanciare la storica azienda di Torino come moderna e innovativa multinazionale dell'auto, ma più cinicamente ridurla a una sorta di catena di fabbriche "cinesi", con meno diritti possibili e minori costi per gli emolumenti dei lavoratori. E il modello di fabbrica che Marchionne vuole imporre in Italia (una sorta di prendere o lasciare) è quello di Pomigliano. Noi l'avevamo previsto: dispiace che sindacati come Cisl e Uil si siano fidati, e che il governo di allora sia stato completamente assente, con il ministro del Welfare (il flaccido Sacconi) impegnato solo a scatenare il suo livore contro la Cgil.
Pensare in un'epoca come questa di riuscire a competere su un mercato come quelle delle auto puntando sul taglio dei costi a scapito della qualità e dell'innovazione, è assolutamente pazzesco. E i dati di mercato confermano quanto affermiamo: mentre la concorrenza tiene o addirittura cresce, Fiat crolla in Europa, e negli Stati Uniti (dove ha rilevato Chrisler) la situazione non è migliore. Questo perché da parte di Fiat si assiste ad un'assoluta incapacità, almeno negli ultimi 10 anni, di fabbricare e collocare sul mercato automobili innovative e ad alto valore aggiunto. Ed è paradossale, quanto emblematico, che nel progetto della Regione Piemonte di istituire una piattaforma tecnologica a sostegno della ricerca industriale nel settore auto, Fiat non sia presente. E forse già questo è un indice di quanto a Marchionne e a Fiat stiano a cuore non solo concetti come qualità e innovazione, ma anche gli interessi dell'Italia. Un altro caso spinoso a cui il governo Monti dovrà dare risposte. Al più presto, visto che già domani chiude uno degli stabilimenti Fiat.

Gli alberi della vita

Secondo il Corpo Forestale dello Stato, gli alberi sul nostro territorio sono 12 miliardi, quasi 200 per ogni italiano. Gli alberi ci sostengono producendo ossigeno, contengono le piogge, ospitano e nutrono gli animali e fortificano gli argini dei fiumi. Le vittime e i disastri delle recenti alluvioni in Liguria e Toscana sono infatti dovute in gran parte all'urbanizzazione feroce e l'abusivismo edilizio che hanno provocato una mancanza di gestione forestale.
Per questo ieri, 21 novembre, si è celebrata la ricorrenza della Giornata dell'albero (a cui ha aderito anche il nostro Comune): per riflettere sull'importanza fondamentale degli alberi per l'ambiente e per l'economia, ma soprattutto per tutelare questo importante patrimonio in modo che sia fruibile anche per le generazioni future.

lunedì 21 novembre 2011

Si comincia sempre così

Toh, "l'amico Putin" fischiato a Mosca per la prima volta.
Dopo Ben Ali, Mubarak e Gheddafi, "l'effetto Silvio" colpirà ancora?

Spread e sprechi

Il governo Berlusconi-Bossi non è stato disastroso per l'Italia dal punto di vista finanziario solo per i mercati, ma anche per gli sperperi e le spese inutili che hanno contribuito ad aumentare il debito pubblico: solo lo scorso anno la presidenza del Consiglio ha speso 4,7 miliardi, con un aumento record tra staff, viaggi, show, indennità, mobili, jet e auto blu. E non dimentichiamo le spese per i ministeri-farsa di Monza, le sanzioni ricevute dalla UE per le quote latte non fatte pagare ad una piccola minoranza di allevatori amici della Lega ecc. ecc.

Per la secessione è gradita la prenotazione

"Questo è il nostro parlamento" titolava in prima pagina a caratteri cubitali "La Pravdania" del 16 novembre scorso (vedi immagine), con indicata la fotografia di Villa Bonin Maistrello a Vicenza, dove il 4 dicembre avrebbe dovuto svolgersi la prima convocazione del parlamento padano della Lega tornata all'opposizione. Però il vero proprietario della Villa in questione è il signor Mario Maistrello, che piuttosto seccato dice che "il signor Bossi si è dimenticato di prenotare, e da qui a Natale noi siamo pieni. Una telefonata questi signori potevano anche farla...".
Poveri leghisti! Invocano una nazione che nessuno riconosce (perché mai esistita), sono stati prima cacciati con il loro governo da Roma e poi sfrattati dai ministeri di Monza (in realtà mai aperti) ed ora si ritrovano il parlamento occupato da cene aziendali...
Non gli rimane che il Ticino, che se lo sogna anche il sindaco di Vedano. Se non l'annessione (di fatto irrealizzabile), possono sempre chiedere asilo politico all'amico Bignasca. Sempre che gli vada bene essere chiamati poi "terroni" o "ratt".

Spagna: la destra fa fiesta

Alle elezioni nazionali il Partito Popolare spagnolo vince con 186 seggi su 350, conquistando la maggioranza assoluta. Il Psoe, il partito dell'ex-premier socialista Zapatero, consegue invece il peggior risultato della sua storia. Una sconfitta comunque annunciata: dopo il miracolo economico nel primo mandato è seguita infatti la grande crisi economica nel secondo, che ha portato la Spagna alla soglia della recessione e al tasso di disoccupati più alto fra le grandi economie. A Zapatero va comunque dato atto atto di avere dimostrato grande responsabilità annunciando le dimissioni e le elezioni anticipate. La Spagna così può avere l'opportunità di una svolta con un governo scelto dal popolo.

domenica 20 novembre 2011

Mi chiamo Monti, risolvo problemi

Come il "Wolf" di "Pulp fiction", Mario Monti è stato chiamato a togliere l'Italia dagli impicci (e che impicci!) economici, ma anche istituzionali e morali.
Già si delineano le prime mosse del "professore": riuscirà nell'impresa? I partiti gli hanno dato la quasi totale fiducia, e molto affidamento in lui lo nutre pure la maggioranza degli elettori (compresi quelli della Lega). A non fidarsi del tutto, però, rimangono i giovani studenti.

Primavera araba, autunno islamico?

Che ne è della rivoluzione scoppiata lo scorso maggio nei Paesi del Maghreb? In Tunisia il partito islamico ha vinto le nuove elezioni, in Libia (dopo la tragica morte di Gheddafi) c'è ancora un governo provvisorio e parecchie incognite, in Egitto la piazza è di nuovo in rivolta contro il nuovo esecutivo presieduto dai militari, con morti e repressioni. Le speranze di quella fantastica primavera sembrano essere sfiorite. Ci auguriamo che la stagione della democrazia non sia finita e che i giovani ribelli sappiano riaccendere la speranza con il calore della loro passione.

Diritti & doveri

Uno dei temi su cui si dibatterà nei prossimi mesi sarà la flessibilità del lavoro.
Il governo Berlusconi-Bossi puntava alla così detta riforma dei "licenziamenti facili", che pareva più una provocazione del flaccido Sacconi per causare tensioni sociali e scatenare, in particolare, il suo livore verso la Cgil.
Adesso pare che Monti sia orientato alla "flexsecurity" proposta dal senatore PD Pietro Ichino.
Una cosa però è certo: il posto di lavoro deve essere tutelato, ma ai diritti dei lavoratori devono anche corrispondere i loro doveri. Insomma, episodi di questo genere non devono essere più tollerati.

Da ratti a cavie

In Svizzera, nel Canton Ticino, c'è il mercato fiorente delle cavie umane: le cliniche svizzere sono infatti contattate dalle grandi case farmaceutiche per testare vecchi e nuovi farmaci su soggetti umani. E dal Nord Italia, in particolare dalla Lombardia toccata purtroppo dalla crisi, giungono parecchi "volontari" che decidono di sottoporsi ai test per arrotondare, per restare a galla o semplicemente per avere uno stile di vita migliore. E così, oltre ai frontalieri ratti, ci sono anche gli italiani "topi da laboratorio".

La TV di Santoro

"Servizio pubblico", la trasmissione di Michele Santoro ormai alla terza puntata, conferma buoni dati di ascolto, con una media a puntata sopra i 2 milioni di spettatori. Oltre ad appoggiarsi ad un circuito di TV private locali e a Sky, interessante è l'interazione con internet: un esperimento riuscito, che dimostra che un'altra TV è possibile. E sarebbe certo realtà se la banda larga avesse preso piede. Ma sappiamo che questa tecnologia andava in contrasto con le TV di Berlusconi, e quindi non doveva essere sviluppata. Ma chissà: adesso che magari il Cavaliere ha intenzione di lanciare una sua TV politica sulla Rete (negli stessi locali dove c'era tra l'altro Red TV, il canale di D'Alema), magari inviterà il nuovo governo ad accelerare sulla banda larga.

sabato 19 novembre 2011

Legaland: la saga della Lega all'opposizione. Di se stessa.

La Lega va all'opposizione, lascia Roma e torna al Nord. Chiude i ministeri e riapre il parlamento padano.
Perché, insomma, un governo delle banche non si può appoggiare. Però gli appoggi nelle banche invece vanno più che bene.
O perché questo governo non è stato eletto democraticamente. Ma con la legge porcellum (creata dal leghista Calderoli) nemmeno i parlamentari dell'ultima legislatura sono stati eletti direttamente dal popolo. E nel governo Berlusconi-Bossi figurava anche chi era stato bocciato alle urne come Daniela Santanché (nominata sottosegretario di certo non democraticamente).
Si fa presto poi a dire che questo nuovo governo farà macelleria sociale: e tutti i tagli operati dal governo Berlusconi-Bossi?
E ancora: era meglio Dini di Monti. Adesso, perché anni fa invece era meglio Monti di Dini.
La Lega è una contraddizione unica, un vero paradosso, una giravolta continua.
E' nata parlando di secessione, poi è passata al federalismo, ora pare sia orientata all'annessione: al Ticino, prendendo spunto dalle dichiarazioni deliranti del loro cugino svizzero Bignasca, che diversi sindaci leghisti (compreso quello di Vedano) incredibilmente prendono sul serio, dimenticandosi (o ignorando) che Bignasca e la Lega Ticinese qualche mese fa, in campagna elettorale, chiamavano i frontalieri italiani "terroni", o peggio ancora ratti, minacciando di cacciarli via.
Celebra oggi chi disprezzava ieri, con la stessa nonchalance con cui reinventa le tradizioni locali e distorce la storia; minaccia eserciti armati di fucili pronti a "combattere per l'indipendenza" e poi critica le proteste No-Tav, lo stesso movimento che appoggiava anni fa: ma allora era all'opposizione. Chissà, forse adesso vedremo Maroni e Cota schierarsi contro la costruzione della Torino-Lione. Forse: perché la Lega si dice attenta al territorio, ma poi è capace di dare il via a opere di inquinamento e cemento che devastano anziché difendere "la terra dei nostri padri". E parla, parla di sicurezza, diffondendo la paura del diverso, contro gli immigrati. Salvo poi votare in Parlamento a favore degli inquisiti in odore di mafia. Ma in Parlamento, la Lega dura e pura, ha votato anche di peggio: come Ruby che era nipote di Mubarak, per salvare Berlusconi, che qualcuno afferma che sia il "padrone del Carroccio".
La Lega della Padania che non esiste e dei numeri che non ci sono sembra destinata a dissolversi, squassata da lotte intestine e dall'abbandono degli elettori che si sentono traditi. Perché tutte le promesse fatte, il federalismo per primo, sono rimaste inevase, comprese le ultime a Pontida. Ed è puerile l'attacco di Calderoli al governo Monti, sul fatto che non ci sia un ministero delle Riforme: perché quello che c'era prima lo era solo di nome e non certo di fatto, visto che in questi anni non è stata fatta alcuna riforma.
C'è proprio da ridere.
E alla fine rimarrà come i locali abbandonati a Monza: solo un grande vuoto.