Il Congresso PD si è svolto in un clima, tutto sommato, disteso: la sala gremita ha prima accolto i messaggi beneauguranti di Giorgio Napolitano, Romano Prodi e Walter Veltroni, che impossibilitati ad essere presenti. Assenti anche Francesco Rutelli e Arturo Parisi (cominciata la manovra di sganciamento?). Il pubblico ha poi seguito con interesse, tributando scroscianti applausi, i 3 candidati che si sono alternati sul palco a presentare la propria mozione (confronto, quindi, sempre a distanza).
Pierluigi Bersani ha impostato un discorso da leader, rassicurante, parlando di un Partito che deve recuperare le radici, riaprire il cantiere dell'Ulivo e trasformarsi da fluido in solido: un partito di centrosinistra, senza trattino, che abbia "un senso". Un PD da combattimento, senza però cadere nell'antiberlusconismo, ma confrontandosi, in una battaglia democratica, con temi come la crisi economica e la questione sociale, in modo da recuperare anche i ceti popolari.
Dario Franceschini invece insiste sul cambiamento, dichiarando che il PD è già un Partito maturo: insomma, non si torna indietro. Anche lui parla di crisi economica, mettendo 3 prerogative davanti a tutto: al primo posto “quei 3 milioni di persone che non ha di che vestirsi o mangiare”. Quindi il milione e ottocentomila di lavoratori precari che a breve perderanno il loro posto di lavoro. Infine i redditi e le pensioni basse. Interessante la proposta per la Green Economy: taglio completo per 3 anni delle tasse per tutte le nuove imprese che investano interamente in questo settore e un piano di riqualificazione degli edifici pubblici basato sul risparmio energetico e le energie alternative.
Ignazio Marino auspica invece un'apertura alle "energie della sinistra, alle forze socialiste, ambientaliste, radicali": un Partito aperto, largo, con dentro posizioni differenti, con "la laicità come metodo irrinunciabile di una politica aperta al confronto e disposta sempre al dialogo per arrivare a una decisione". Anche Marino indica le sue priorità: "Io vi dico le mie tre priorità, per titoli, che riprenderò nella campagna nelle prossime due settimane: il sapere, attraverso la scuola e la formazione; l’economia verde, come obiettivo e come motore dello sviluppo; i diritti civili" per un riformismo che deve “partire dalla persona per affermare un nuovo pensiero democratico che vuole e sa guardare al futuro".
Alla fine, tutti concordi sull'essere uniti e non "picconare" il Partito con litigi e polemiche, anche e soprattutto dopo il voto delle Primarie.
Salvo poi punzecchiarsi il giorno dopo...
L'Assemblea ha anche votato per l'elezione delle Commissioni Statuto e Codice Etico.
Ora parte la campagna per le Primarie: 2 settimane per convincere gli elettori non iscritti, con l'appuntamento di un confronto diretto tra i 3 candidati.
lunedì 12 ottobre 2009
PD: congress in progress (14). E dopo il Congresso le primarie!
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Congresso Nazionale 2009