domenica 29 giugno 2008

La Lega si ricicla

Vi ricordate, nei giorni dell'emergenza rifiuti durante il governo Prodi, quando i leader del Carroccio si dicevano assolutamente contrari ad occuparsi dell'immondizia del Sud? (posizione tra l'altro ribadita ancora un mese fa al raduno di Pontida). Ebbene: clamorosa svolta nella gestione dell'emergenza rifiuti in Campania, con Bossi che ha annunciato come parte della monnezza verrà smaltita anche al Nord e il governatore della Lombardia Formigoni ha detto che si tratterà di cinque-seimila tonnellate di scarti non pericolosi, interamente smaltibili negli inceneritori lombardi. Insomma, ancora una volta il Padrone comanda e la Lega subito si mette sull'attenti, rimangiandosi tutto. Una vergogna ed un affronto, agli elettori della Lega, ed anche al Paese intero, perché, per meschine ragioni politiche, Bossi e Calderoli hanno fatto solo oggi l'appello al nord perché ricevano i rifiuti di Napoli e non nei giorni passati quando avrebbe limitato o evitato l'emergenza. Ancora una volta gli interessi personali passano sopra a quelli del Paese.

mercoledì 25 giugno 2008

Gente di rispetto

Oggi il premier, in occasione dell'assemblea annuale di Confesercenti, ha tenuto un comizio. Obiettivo: i magistrati, definiti "metastasi della democrazia". Confesercenti è una categoria di persone che lavorano e aiutano il paese a crescere. Gente seria. E come tale, di fronte a certe affermazioni, lo ha fischiato sonoramente.

domenica 22 giugno 2008

Hai bisogno di un prestito? Chiedi in internet

Arriva in Italia il prestito tra privati: accordi che garantiscono tassi inferiori a quelli di mercato per chi si assume il debito, mentre i "prestatori" ottengono una remunerazione più alta, e, soprattutto, una trasparenza assoluta. Di cosa stiamo parlando? Del prestito sociale peer-to-peer (o social lending), fatto quindi online, tra privati. In poche parole: hai bisogno di un prestito per acquistare l'auto o ristrutturare il tuo appartamento, o anche vuoi concederti una vacanza sopra le righe, o più praticamente, devi acquistare i libri di testo scolastici per i tuoi figli? Se non hai amici o conoscenti generosi, atti a soddisfare allo scopo, c'è un'alternativa a chiedere un prestito alla banca: puoi farlo appunto online, iscrivendoti e facendone richiesta su siti nati appositamente. L'iniziativa è partita nel 2005 in Gran Bretagna (per iniziativa di tre manager della banca online Egg), dove conta già 175.000 iscritti. Iniziative analoghe stanno nascendo in Canada e negli Stati Uniti. In Italia è approdata nel marzo di quest'anno, con un franchising. Adesso ha ottenuto tutte le autorizzazioni ed è cominciata la selezione della community che già dai prossimi giorni potrà effettuare i prestiti.
I siti in cui ci si iscrive (sia come richiedenti che come prestatori) mettono in contatto chi è disposto a prestare danaro e chi ne ha bisogno e non vuole o non può chiederlo alle banche o ad altri operatori finanziari.I vantaggi sono per ambo le parti: chi decide di prestare i soldi in pratica fa un investimento, ottenendo degli interessi maggiori che magari mettendoli su un conto bancario o rischiando di investirli in Borsa. Nello stesso tempo c'è anche la valenza etica: ovvero, si evita di dare i soldi a istituzioni finanziarie che poi ne fanno quello che vogliono, magari (prendiamo un esempio estremo) investendoli in società dedite alla fabbricazione di armi. Qui invece c'è la possibilità di prestarli a gente comune, che ne trae un beneficio concreto: insomma, appare gratificante aiutare chi ne ha bisogno traendone anche un buon rendimento. Per chi richiede il prestito invece il vantaggio è quello della disintermediazione (il prestatore e il contraente del prestito vengono messi in comunicazione diretta), che fa risparmiare, tagliando sul tasso di mercato, e quindi pagare interessi senz'altro più favorevoli rispetto a quelli proposti da banche e finanziarie. Il tasso d'interesse viene stabilito di volta in volta in seguito a un accordo tra le parti. In Gran Bretagna, dove l'iniziativa ha coinvolto finora 175.000 utenti con un volume di prestiti di 16 milioni di sterline (l'equivalente di oltre 22 milioni di euro), i tassi d'interesse sono in media del 45 per cento più alti per i creditori e del 30 per cento più bassi per i debitori. Il prestito massimo richiedibile è di 15.000 euro; il massimo prestabile è di 50.000 euro. Fra l'altro, l'effetto-comunità funziona molto bene anche ai fini della restituzione: in Gran Bretagna il tasso d'insolvenza è dello 0,2 per cento contro una percentuale di mercato del 3,4 per cento!
Sono 2 i siti dedicati a questa attività (http://www.zopa.it e https://www.boober.it). Come funziona l'iscrizione? Prendiamo come esempio Zopa: in Gran Bretagna gli iscritti che effettuano operazioni pagano a Zopa una percentuale dello 0,5 per cento sull'ammontare del denaro prestato o preso in prestito. Mentre in Italia è stato stabilito che la percentuale sarà dell'1 per cento per i prestatori, e per chi prende denaro in prestito una cifra variabile a seconda della propria "affidabilità". Infatti gli aspiranti al prestito vengono suddivisi in varie classi, a seconda delle informazioni reperite da Zopa su di loro: più si è affidabili e meno si paga (per compensare il rischio assunto dai prestatori), e dunque la classe A+ paga lo 0,5 per cento, la A l'1 per cento, la B l'1,5 per cento e la C il 2 per cento. Un meccanismo analogo a quello delle assicurazioni on line, che permette grandi risparmi ai conducenti 'sicuri' ma penalizza le categorie a rischio. Comunque, in caso di morosità, la società intermediaria attiva velocemente un programma di recupero crediti.
I primi prestiti devono ancora essere avviati. Zopa Italia Spa è appena partita, attraverso la spedizione dell'invito ai Prestatori. Successivamente verranno selezionati i Richiedenti. Ogni prestito viene suddiviso tra più richiedenti, per distribuire il rischio d'insolvenza. La piattaforma informatica di Zopa suddivide pertanto le offerte di prestito in tanti piccoli spezzoni, che vanno ad altrettanti richiedenti.
L'Italia è considerata un mercato molto promettente per questo genere di attività. Infatti nel nostro paese i tassi bancari sono più alti rispetto alla media europea e quindi ci sono le condizioni favorevoli per lo sviluppo di questa forma di prestito.
Quindi, se vuoi investire "socialmente" o hai bisogno di un prestito senza subire interessi da usurai, prova ad informarti da Zopa o Boober. Visto che non ci pensano le istituzioni a risolvere questi problemi...

sabato 21 giugno 2008

Flash dall'Assemblea Nazionale del PD


"Dobbiamo costruire ciò che è il nostro punto di approdo, che prima arriva e meglio sarà. Basta essere ex di qualcosa. Nella nostra gente questo è già successo e ora deve salire a partire dai comuni e dalle province. Oggi dobbiamo garantire ancora degli equilibri ma tra qualche mese dobbiamo poterci definire solo democratici, per quello che significa questa parola per noi".
Spero che il concetto espresso da Veltroni sia chiaro e recepito da tutti!

venerdì 20 giugno 2008

Una politica a favore dei cittadini

Mentre c'è chi opera tagli e pensa agli affari propri, fregandosene delle emergenze del Paese, noi qui a Varese abbiamo lanciato la proposta per ricontrattare gli sconti della carta per la benzina verde ed istituire una carta analoga per il gasolio. L'iniziativa nasce da 2 mozioni presentate dai consiglieri provinciali PD Luisa Oprandi e Fabrizio Di Toro. Mozioni che sono state approvate qualche giorno fa dal Consiglio Provinciale.
Poi gli altri vorranno prendersi il merito di iniziative di questo genere, però a proporle ed a darci da fare per farle approvare ci siamo sempre e solo noi.
Qui a Vedano, domani dalle 18.00 alle 20.00, saremo presenti con un gazebo in Piazzetta della Pace a raccogliere le firme per questa proposta che nasce dal PD.
Accorrete numerosi: dobbiamo inondare le istituzioni con le nostre firme!

La prima gallina che canta...


Vi ricordate chi in campagna elettorale accusava gli avversari di brogli elettorali?
Appunto: leggete qui.

mercoledì 18 giugno 2008

Neurofederalismo?

Sfogliando le pagine dei giornali, stamattina sul Corriere della Sera (a pagina 6) sono incappato in un articolo (autore: Marco Cremonesi), in cui veniva prospettato che questa sera il Consiglio dei Ministri potrebbe decidere di impugnare lo Statuto della Regione Lombardia di fronte alla Corte Costituzionale. Motivo: eccesso di autonomia regionale (riscontrato in quattro articoli dello Statuto dal Ministro per i rapporti con le Regioni Raffaele Fitto). Fosse davvero così (come ha affermato il consigliere regionale PD Giuseppe Adamoli, padre dello Statuto, interpellato dal giornalista sulla questione) ci troveremmo di fronte ad un governo ai limiti della schizofrenia, che da un lato propugna federalismo e autonomia, e dall'altro boccia le iniziative di chi opera in questa direzione.

Giovedì 19 giugno: dai media nazionali e locali arriva la notizia che lo Statuto della Lombardia è stato approvato dal Consiglio dei Ministri, ed entrerà in vigore dal 1° settembre.
Meno male, se no sarebbe stato necessario l'intervento di uno psichiatra...

Intanto, congratulazioni a Giuseppe Adamoli, consigliere regionale PD e presidente della Commissione Statuto, che ha portato a compimento questo grande progetto.

martedì 17 giugno 2008

Cosa loro

Risultati delle amministrative in Sicilia - Da corriere.it:
"Il centrodestra conquista tutta la Sicilia: 8 province e 3 comuni capoluogo"
Con percentuali che vanno dal 60 al 75%. Stravince anche a Catania, Messina e Siracusa

Minchia...

Il cagnolino di Berlusconi

Sempre pronti a ringhiare e a fare la faccia feroce contro zingarelli, extracomunitari senza lavoro, poveri clandestini e prostitute sfruttate; ad ululare di legalità e sicurezza: eccoli ammansirsi e scodinzolare di fronte al richiamo del Padrone.
Forza Lega, che aspetti? Ci sono da votare le leggi ad personam fatte dal Padrone: la blocca processi e la anti-intercettazioni. Inserite nel vostro pacchetto sicurezza: che onore! Si vede che contate...
A questo punto è lecito (scusate se uso questo termine in simil frangente) chiedersi: ma in caso fosse stato necessario il voto della Lega per far passare il tanto famigerato indulto, ed il Padrone lo avesse richiesto, quale sarebbe stato l'esito? Un dubbio, visto l'attuale situazione, che rimane apertissimo...

domenica 15 giugno 2008

Un governo che pontifica. Sul nulla.

A oltre un mese dall'insediamento del nuovo governo, qual è il bilancio? Diciamo che finora abbiamo assistito ad una serie di grandi annunci. Si è cominciato con il proclama che rilanciava il progetto del ponte sullo Stretto. Questo nonostante l'enorme costo legato alla realizzazione dell'opera (si parla di almeno 2 miliardi di euro, cifra con la quale si potrebbe rimettere in sesto tutta la rete ferroviaria italiana!). Per non parlare delle valutazioni fatte da esperti sull'impatto ambientale (con previsioni anche molto gravi) o addirittura sulla fattibilità tecnica del ponte (quella è zona sismica, e inoltre Sicilia e Calabria si trovano su 2 placche terrestri diverse, e le 2 regioni tendono a muoversi ed allontanarsi tra loro). Non parliamo poi sul fatto dell'assoluta mancanza nel Sud di strutture all'altezza quali autostrade e ferrovie (a doppio binario) per poter raggiungere l'ipotetico ponte (e la Salerno-Reggio Calabria ne è un esempio). Invece, si procede con un progetto inutile che serve solo ad appagare l'orgoglio e la vanità, perché non è vero (come ci hanno detto) che si otterrebbero miglioramenti delle condizioni di trasporto merci e passeggeri da sud a nord, in quanto recenti studi hanno indicato che il trasporto merci via mare verso i porti della Liguria risulta vantaggioso sotto molteplici aspetti. E chissà, come ha ammesso lo stesso Bossi a denti stretti (interpellato sulla questione), che i siciliani abbiano invece più premura di risolvere il problema dell'acqua...
Dopo il ponte sullo Stretto è sbucata la novità di un altro ponte, quello del prestito ad Alitalia (300 milioni di euro), che doveva essere inizialmente di lunghezza breve, che consentisse un più tranquillo accompagnamento della Compagnia verso la soluzione strutturale dei suoi problemi (e che soprattutto venisse poi restituito) e che invece si è trasformato in 'patrimonio' d'azienda, escludendo così ogni ipotesi sulla possibilità di restituzione. Ma ancora peggio, è stata chiarita la fonte di questo scempio: i fondi stanziati per le piccole e medie imprese. La copertura finanziaria di questo ennesimo spreco per Alitalia proviene infatti da: fondo Competitività e Sviluppo (205 milioni), tagli indifferenziati al Fondo Finanza d'Impresa (85 milioni) e risorse accantonate per la Solidarietà Sociale (10 milioni). Ma la tanto annunciata cordata italiana? Un annuncio appunto, e basta.
Poi ci hanno annunciato l'era del nucleare, la panacea dei nostri fabbisogni di energia. Il problema è che chissà quanti anni ci vorranno a mettere in piedi le varie centrali, e quando lo faremo saremo sempre un passo indietro,vuoi perché la tecnologia attuale è già sorpassata, vuoi perché anche esperti come il premio Nobel Rubbia sconsigliano vivamente questa scelta (giudicandola anche poco conveniente), puntando invece sulle energie rinnovabili (già negli USA è da tempo che non realizzano nuove centrali, anche per il problema delle scorie: tema di cui hanno discusso i candidati delle recenti elezioni presidenziali perché per loro rimane tuttora un problema grave e irrisolto). A noi l'energia serve ora, ma è anche vero che gli appalti per costruire le centrali sono un bel business per chi inizia a farle (inizia, e magari poi non finisce...).
I rifiuti in Campania dovevano sparire nel giro di un mese, con lo Stato duro con vecchi, donne e bambini che chiedevano garanzie per la loro salute riguardo alle discariche costruite sotto casa, e morbido con chi invece il dramma lo aveva causato (camorra in primis). A Napoli, finora, la situazione non è poi tanto cambiata...
I grandi annunci non sono finiti qui: è arrivata l'abolizione dell'ICI, dicendo che la cosa non avrebbe toccato le tasche degli italiani. In realtà, per la copertura di questa tassa i fondi sono stati recuperati da tagli alla spesa per la scuola (formazione e ricerca), dal rimodernamento della rete idrica, dagli investimenti sui mezzi pubblici locali (e i pendolari possono quindi rassegnarsi). Anche la rinegoziazione dei mutui è un'altra balla colossale: lanciata in pompa magna come un regalo alle famiglie italiane perché avrebbero risparmiato almeno 800-850 euro l'anno, in realtà alla fine ci si troverà a pagare di più (perché si ridurrà magari il tasso, ma aumenteranno le rate, con in più gli interessi finali!).
La detassazione sugli straordinari è diventata invece la soluzione a tutti i problemi legati alla competitività delle aziende ed ai salari dei dipendenti: il fatto è che come si fanno gli straordinari se le aziende chiudono perché manca il lavoro?
Adesso siamo all'annuncio della militarizzazione delle grandi città: 2.500 soldati che pattuglieranno le metropoli per dare maggior sicurezza (però intanto si bloccano le indagini dei magistrati limitando le intercettazioni telefoniche). Anche questa una scelta solo "simbolica", tutta giocata sull'effetto annuncio. Senza effettive ricadute sulla sicurezza. Buona a compiacere, ancora, la vanità di gente a cui piace parlarsi addosso: perché se si volesse rendere sicure le strade delle nostre città basterebbe potenziare le risorse delle nostre forze di polizia, con concorsi per nuove assunzioni, investimenti per pagare gli straordinari, strutture e mezzi. Invece abbiamo personale ridotto e le volanti bloccate nei garage.
Tante parole, pochi fatti. E quei pochi, delle scelte assolutamente errate. Questo quando invece il paese reclama a gran voce interventi sui salari, sul mondo del lavoro, il carovita. Però abbiamo chi, sempre pontificando, ci dice che il popolo ha la sua massima preoccupazione per la propria privacy che può essere violata dalle intercettazioni dei magistrati, che stanno tutto il giorno a spiare gli italiani. E' vero: ma solo quelli disonesti...

venerdì 13 giugno 2008

Orecchio non sente, criminale non duole

La Giustizia spesso viene raffigurata come una donna bendata, con in una mano una spada e nell'altra una bilancia. Bene, ora oltre a non vedere, la Giustizia non potrà nemmeno sentire. La proposta del DDL sulle intercettazioni telefoniche da parte del Governo limiterà infatti le indagini dei magistrati. Questi in sintesi i contenuti del provvedimento: "Sono vietate le intercettazioni per reati le cui pene sono inferiori a 10 anni. È prevista una deroga per i reati contro la pubblica amministrazione, come corruzione e concussione. Non solo. Le intercettazioni saranno sempre possibili nei reati di mafia, di terrorismo e per tutti i reati di grande allarme sociale. In generale, non potranno però durare più di 3 mesi e dovranno essere decise da un tribunale, non da un singolo soggetto. Resta anche la previsione del carcere da uno a tre anni, commutabili in una sanzione, per chi pubblica conversazioni coperte da segreto e cinque anni per i pubblici ufficiali che le diffondono. Secondo la nuova normativa, inoltre, le intercettazioni telefoniche autorizzate per un'indagine non saranno utilizzabili in un procedimento diverso".
Per farci ingoiare questo rospo, ci è stata propinata una sfilza di luoghi comuni spacciati per verità. Per esempio che le intercettazioni rappresentano il "33% delle spese per la giustizia". Beh, non è vero: nel 2007 lo Stato ha messo a bilancio della giustizia 7 miliardi e 700 milioni di euro, mentre per le intercettazioni si sono spesi 224 milioni, che non rappresentano evidentemente il 30 per cento. Al contrario, quella cifra è un terzo di uno dei capitoli di bilancio del ministero. Quello cosiddetto delle “spese di giustizia obbligatorie”. Quelle, per intendersi, su cui gravano anche i consulenti, i periti. Le stesse spese al cui pagamento è condannato, per legge, “l’intercettato” riconosciuto colpevole e che, normalmente, il ministero rinuncia quasi sempre ad esigere. E poi, se proprio non si vuole spendere tanto per le intercettazioni, perché non rivedere il prontuario con cui lo Stato salda la tariffa oraria o giornaliera da versare al gestore telefonico? Attualmente è ancora fermo a 10 anni fa. Più o meno, agli albori della rivoluzione del mercato telefonico. Il ministero paga dunque per intercettare ciò che nessun cittadino si sognerebbe mai di pagare e soprattutto che nessun gestore telefonico si sognerebbe mai di esigere!
E se proprio si vuole andare a fondo, c'è un altro dato da sottolineare, e cioè che spesso le indagini con intercettazioni si ripagano. Come esempio basta citare l’inchiesta Antonveneta sui «furbetti del quartierino», una delle più criticate per il massiccio ricorso a intercettazioni. Costo dell’indagine: 8 milioni di euro. Soldi recuperati in risarcimenti versati da 64 indagati per poter patteggiare: 340 milioni, alcune decine dei quali messi a bilancio dello Stato per nuovi asili.
Un'altra panzana è che “grandissima parte del Paese è intercettato”. Ebbene, i numeri dicono che, nel 2007, nel nostro Paese le utenze intercettate sono state 124.845. Solo che il numero di utenze intercettate non equivale ad altrettanti cittadini sottoposti a controllo. In un’indagine penale infatti, uno stesso indagato è intercettato su più utenze: abitazione, ufficio, telefonia mobile. E come da alcune indagini è emerso (ad esempio Calciopoli), non esiste ormai indagato appena avveduto che non cambi con frequenza settimanale la propria o le proprie schede telefoniche cellulari.
Quel primo numero, dunque - 124.845 - rappresenta una popolazione di ascoltati inferiore di sicuro agli 80 mila indagati: meno dello 0,2 per cento della popolazione del nostro Paese.
Eventualmente si può essere d'accordo sulla violazione della privacy su fatti privati che non attengono all'indagine in corso e che si trasformano solo in gossip sui giornali: però non ditemi che questa legge è stata fatta per proteggere la privacy di Anna Falchi! (indagine scalata Antonveneta - telefonata con l'allora suo marito Stefano Ricucci). Bastava solo regolamentare questo concetto...
E poi, parliamoci chiaro: una persona onesta che non ha niente da nascondere, non ha nessuna paura ad essere intercettato!
La verità invece è una: il nuovo Governo prosegue come tutti i precedenti, occupandosi con grandissimo impegno della giustizia, ma solo per impedirle di funzionare. Siamo ritornati alle solite leggi "ad personas".
E tutto questo quando vi sono emergenze più serie a cui provvedere, come l'impoverimento del paese!
Pensate: con un disegno di legge che prevede il carcere per magistrati e giornalisti e l'impunità per i criminali, scompaiono del tutto i reati economici finanziari e societari. Questo significa che scandali come Parmalat, il già citato "i furbetti del quartierino" ed il recente "clinica degli orrori", in Italia non si potranno scoprire mai più.

(post elaborato sulla base di materiale estrapolato da Corriere della Sera e La Repubblica)

giovedì 12 giugno 2008

Orrore in Lombardia

Organi espiantati, mammelle svuotate, arti tranciati... Non è la galleria di un film horror, ma l'incubo che attendeva i pazienti che entravano alla clinica Santa Rita di Milano. Operazioni di questo tipo sono usuali in una azienda ospedaliera: in questo caso però gli interventi erano inutili e non necessari, e non servivano a curare la gente, ma invece la si danneggiava, a volte, addirittura, forse anche ammazzava, per lucrare sui rimborsi regionali.
Dall'inchiesta svolta dai magistrati, grazie ALLE INTERCETTAZIONI TELEFONICHE ogni giorno emergono particolari sempre più raccapriccianti: pare infatti, se dovesse essere confermato l'impianto accusatorio, che il problema principale dei medici finiti sotto inchiesta fosse quello di avere, ad ogni costo, pazienti da operare; non importa di che, non importa come, e neppure di che cosa. L'importante era avere i rimborsi dalla Regione. Già, la Regione, il cui presidente Formigoni ha sempre parlato del sistema sanitario come di "modello da seguire". Ma è davvero così? Ad esempio, come è possibile che non siano stati fatti controlli relativi a quanto avveniva alla clinica Santa Rita, almeno basandosi sui rimborsi che venivano richiesti? Nell'inchiesta in corso, dodici finanzieri, assistiti dai periti del Tribunale, in un anno hanno esaminato poco meno della metà delle cartelle degli istituti clinici privati accreditati. Ma hanno già scoperto che nella regione che investe il 74 per cento del suo bilancio nella sanità, facendo dei centri privati il suo fiore all'occhiello, nessuno controlla dove va a finire quel miliardo e 200 milioni di euro all'anno erogato in rimborsi alle strutture accreditate. Ottantamila di quelle cartelle sarebbero state truccate, gonfiate, falsificate per ottenere rimborsi illeciti per almeno 18 milioni di euro.
Finiti a rimborsare asportazioni di nei pagati fino a 14 mila euro; interventi di chirurgia estetica su transessuali affetti da Hiv spacciati per interventi legati alle patologie indotte dal virus, a carico dalla Regione per 12 mila euro; presunte operazioni chirurgiche complesse addebitate per 50 mila euro, di fatto semplici interventi in day hospital. E poi esami eseguiti su pazienti ricoverati per tre giorni (il massimo della convenienza per una struttura accreditata) che si sarebbero potuti fare ambulatorialmente. Il trucco era semplice: bastava cambiare il codice numerico e il gioco era fatto. Insomma, falsificazioni talmente grossolane che oggi molti tra gli inquirenti si chiedono come mai nessuno se ne fosse accorto.
Sì, perché l'inchiesta non riguarda solo la clinica Santa Rita: altre cliniche di fama (circa una decina) sono sulla graticola della giustizia.
Ci sono quindi delle crepe nel sistema sanitario lombardo. Oltre ai mancati controlli, anche il metodo di rimborso delle prestazioni ospedaliere, che è quello che ha causato le mostruosità di Santa Rita: ogni ospedale viene infatti remunerato sulla base del valore della prestazione (esame diagnostico, intervento, terapia) per tipo di patologia, invece che per i giorni di ricovero. Può essere un ottimo strumento, perché azzera i tempi di ricovero inutile, mettendo fine al concetto dell'ospedale come "parcheggio". Tuttavia c'è un rovescio della medaglia: poiché esistono tabelle di riferimento ben precise per i rimborsi, può accadere che gli ospedali decidano i trattamenti per il paziente più sulla base di ciò che conviene economicamente che su quello che conviene alla guarigione del malato.
L'aggravante è che qualche chirurgo può sentirsi tentato a eseguire interventi non strettamente necessari per includere la prestazione nelle fatidiche tabelle. Ad esempio, nel campo del tumore al seno, succede che vengono operati noduli benigni che non hanno necessità di essere asportati; lo stesso succede per molte formazioni di natura benigna dell'utero o di altri organi.
In pratica, nella regione Lombardia, il modo più veloce di fare miliardi è mettersi a poppare dalla Sanità: in qualunque modo e senza scrupoli.
Altri dati che indicano che qualcosa non torna sono i numeri della sanità lombarda: forte disparità tra pubblico e privato nella riduzione dei posti letto, dato che il taglio dei posti letto interessa prevalentemente il pubblico; aumento sia della spesa sanitaria regionale sia di quella delle famiglie, aumento da imputare principalmente all’accreditamento e finanziamento di strutture private piuttosto che al potenziamento di quelle pubbliche, col conseguente carico sui cittadini.
Per non parlare poi dei criteri con cui erano selezionate le cliniche private per diventare convenzionate: venivano valutati fattori come professionalità, etica, i curricula del personale medico presente nell'istituto, le competenze dei titolari dell'azienda (che spesso non sono medici!), la percentuale di esiti favorevoli per i pazienti? Sarebbe allucinante se saltasse fuori che il criterio principale tenuto in considerazione non fosse uno di questi ma magari solo l'affiliazione a Compagnia delle Opere...

(post realizzato sulla base di materiale di "corriere.it" e "L'Espresso")

sabato 7 giugno 2008

Quando il pieno vuota le tasche

Il rincaro del petrolio sta assumendo quote vertiginose. A Varese fare il pieno comporta dei veri sacrifici per i cittadini: in media benzina verde e gasolio costano circa 1,50 euro al litro. Nella vicina Svizzera i costi sono meno gravosi: meno di 1,2 euro al litro per la benzina e circa 1,3 euro per il gasolio. Siamo tornati ad assistere quindi alle code di auto italiane verso i distributori della confederazione. Urge trovare rimedi. Per questo motivo il PD di Varese (tramite il consigliere comunale di Varese Fabrizio Mirabelli e i consiglieri provinciali Luisa Oprandi e Fabrizio Di Toro) ha presentato due mozioni per impegnare le istituzioni ad aprire un confronto con la Regione Lombardia per ricontrattare gli sconti della carta per la benzina verde nei circa 40 comuni interessati e per istituire una carta analoga per il gasolio.
Dalla Regione fanno sapere di essere disponibili ad affrontare il problema, ma si attende un segnale ufficiale da Palazzo Estense e Villa Recalcati. Ma da quelle sedi non arriva nessuna notizia in proposito.
Parte quindi l’idea di iniziare una raccolta firme, che andrà avanti probabilmente per tutta l’estate. I moduli per la raccolta sono disponibili presso le sedi PD a Varese in Viale Monte Rosa e Viale Milano.
Per firmare è possibile recarsi anche alla festa d' Estate del PD alla Schiranna.
Prossimamente saranno disponibili anche presso i Circoli provinciali in appositi gazebo che saranno allestiti per l'occasione.
Accorrete numerosi: dobbiamo inondare le istituzioni con le nostre firme!
Questo è un vero esempio di politica a favore dei cittadini.

venerdì 6 giugno 2008

Questa sera si parla di federalismo. Sul serio.

Questa sera alle ore 21.00, al Palacoop della Festa del PD della Schiranna ci sarà un dibattito sul tema di estrema attualità del federalismo fiscale: moderatore della serata Fabrizio Mirabelli; protagonisti: l’on. Linda Lanzillotta (ministro del governo ombra del PD per quanto riguarda la P.A. e l’Innovazione) e il consigliere regionale Giuseppe Adamoli (presidente della Commissione Statuto della Regione Lombardia).
Il dibattito sarà l’occasione per illustrare le proposte del PD e confrontarsi con gli amministratori del territorio e i cittadini.
Quella del federalismo è una riforma a cui noi del PD teniamo veramente, e dove stiamo cercando di fare fatti là dove altri sprecano parole. Infatti tra il 2006 e il 2008, proprio l’on. Linda Lanzillotta, ministro del governo di centrosinistra, ha dato avvio all’attuazione del cosiddetto federalismo a velocità variabile e del federalismo fiscale contenuti negli artt. 116/117/119 della Costituzione.
A differenza di quanto accaduto tra il 2001 e il 2006, durante il governo di centrodestra, in cui non si è attuata la riforma, sprecando anni preziosi e preferendo parlare (parlare, parlare, parlare...) di devolution.
Non è un caso che la Lega, che forse tiene davvero a questa riforma, abbia preso contatti (come ammesso dal suo leader Bossi) con il governo ombra del PD proprio per affrontare la questione del federalismo e trovare soluzioni.

mercoledì 4 giugno 2008

United States Obamerica

"E' un giorno nuovo e migliore in America", ha annunciato Obama, il primo afro-americano a raggiungere un traguardo del genere nella storia, nel discorso notturno della vittoria in cui ha preso in prestito uno slogan che riecheggia John F.Kennedy.
Ora il senatore dell'Illinois, chiusa la partita con Hillary Clinton, si prepara alla sfida con il repubblicano John McCain.
Comunque finiranno le elezioni del 4 novembre per scegliere il 44mo presidente degli Stati Uniti, Barak Obama ha portato un vero e proprio tsunami di novità, riavvicinando alla politica tanti giovani e ridando fiducia ed entusiasmo ad un paese che appariva ormai apatico, quasi chiuso in se stesso.
Lo spirito di Barak Obama è lo stesso che ha animato anche il PD, che seppur sconfitto alle elezioni è stato comunque il vero e unico protagonista del cambiamento del panorama politico nazionale.
Noi, anche per questo, tifiamo Obama.

martedì 3 giugno 2008

Cultura gallica

Ieri in occasione della celebrazione del 2 giugno, il presidente della Provincia Dario Galli ha riasciato ai media questa dichiarazione: "...Dobbiamo affrontare la questione della presenza di persone che hanno culture e valori diversi dai nostri. Il pericolo è serio: chi non condivide la nostra cultura ha anche una visione diversa della democrazia e del modo di viverla...".
Siamo un po' perplessi: chi ha una cultura diversa da noi rappresenta un pericolo? Innanzitutto fare una dichiarazione del genere proprio il giorno della festa della Repubblica appare un controsenso, in particolare se si tiene conto dell'Art. 3 della Costituzione Italiana: "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.". Poi, caro presidente, lei ha anche la delega sul marketing territoriale. Pensi un po' se questa sua dichiarazione finisse sui media esteri: non sarebbe certo un bello spot per il turismo del nostro territorio.
Oltretutto, le sue dichiarazioni sono lontane dalla cultura lombarda, che poggia le sue basi su ingegno e laboriosità, e su valori come tolleranza, rispetto, solidarietà, scambio, e non chiusura.
Comunque, per tranquillizzarla, le diciamo che se proprio dobbiamo preoccuparci di qualcuno, è di chi viola regole e leggi. E non è detto che a farlo non sia qualcuno vicino alla nostra cultura. Per esempio, basta vedere la vicenda giudiziaria in cui di recente è stata coinvolta la moglie del suo collega di partito, On. Giorgetti.
Come vede, a tutti, ma proprio a tutti, può capitare di sbagliare...
Certo, la sicurezza è un fattore fondamentale per la qualità della vita di noi cittadini: ma scatenare crociate e farne una priorità assoluta, sembra assurdo.
A noi lombardi, in particolare a noi gente di Varese, sono altre le cose che preoccupano maggiormente: ad esempio il ciclo dell'acqua, soprattutto adesso che si avvicina l'estate e c'è il forte rischio che vi siano comuni che possano ancora rimanere con l'acqua razionata o addirittura senza, il che è assurdo in un territorio conosciuto come "la provincia dei laghi"; oppure, il piano rifiuti, con la discarica di Gorla che sta per saturarsi, e a quel punto occorreranno soluzioni, sperando che non siano altre discariche o termovalorizzatori, ma scelte ecologiche e convenienti come il centro di riciclo di Vedelago, in cui gli scarti sono trasformati in sabbie sintetiche per l'edilizia, oppure come fanno in Germania, dove i rifiuti non vengono bruciati nei termovalorizzatori, ma riciclati per ricavarne materie prime secondarie e composti organici che verranno venduti all'industria; siamo preoccupati, anzi arrabbiatissimi per la situazione delle infrastrutture, con una viabilità su strada che rasenta il collasso e una rete ferroviaria regionale che utilizza treni obsoleti, vecchi di oltre 20-30 anni, una tortura per i pendolari; ci preoccupa il mondo del lavoro, con piccole-medie imprese senza aiuti né servizi, aziende che chiudono e giovani schiavizzati dal precariato; un altro problema è quello della casa, che sta per diventare un miraggio per le giovani coppie, oppure il carovita, che attanaglia le famiglie... Tutte questioni che il suo partito non si decide ad affrontare.
Per questo, se in futuro le cose non cambieranno, per noi lombardi sarà bene riprenderci il governo del nostro territorio, e non lasciarlo più nelle mani di chi non condivide la cultura e le esigenze della nostra gente.

lunedì 2 giugno 2008

2 giugno, festa della Repubblica

La Festa della Repubblica è la festa nazionale italiana celebrata ogni 2 giugno. Corrisponde al 14 luglio della Francia, giusto per fare un esempio. Il 2 giugno è quindi l'unica festa nazionale d'Italia, in cui si celebra la nascita della nazione.
Ma cosa è accaduto di preciso in quella data? Si ricorda il referendum istituzionale indetto a suffragio universale il 2 e il 3 giugno 1946 con il quale gli italiani venivano chiamati alle urne per esprimersi su quale forma di governo, monarchia o repubblica, dare al Paese, in seguito alla caduta del fascismo. Dopo 85 anni di regno, con 12.717.923 voti contro 10.719.284 l'Italia diventava repubblica e i monarchi di casa Savoia venivano esiliati. E' giusto celebrarla, è giusto ricordare gli uomini che hanno permesso a noi di vivere oggi in libertà. Gli stessi uomini che hanno scritto la costituzione su cui poggia le basi la nostra Repubblica. Costituzione che compie quest'anno 60 anni e che ogni tanto dovremmo andare a rileggere.