lunedì 30 novembre 2009

PD Lombardia: una segreteria regionale dal volto giovane

La Direzione regionale del Partito Democratico ha ratificato, su proposta del Segretario PD Lombardia Maurizio Martina, la nuova segreteria regionale.
Una squadra di 7 donne e 7 uomini, età media 40 anni.
Vicesegretario regionale del Partito sarà il varesino Alessandro Alfieri, 37 anni (nella foto).
Ad Alessandro, iscritto al PD fin dalla fondazione e responsabile regionale degli enti locali, le nostre congratulazioni ed i migliori auguri per una carriera sempre più in ascesa che vada di pari passo con i successi del Partito.
Qui l'elenco dei componenti della Segreteria Regionale.

Se le colpe dei padri ricadono sui figli

Toccante la lettera aperta di Pier Luigi Celli (direttore generale della Luiss ed ex-presidente RAI) indirizzata a suo figlio laureando e pubblicata oggi su "Repubblica".
"Figlio mio, lascia questo Paese" è il titolo, e poi "Questo Paese, il tuo Paese, non è più un posto in cui sia possibile stare con orgoglio... è un Paese che non ti merita. Avremmo voluto che fosse diverso e abbiamo fallito.".
Il fallimento di una classe dirigente sta in pratica compromettendo il futuro alle nuove generazioni.

Il verdecrociato Castelli

Non è un caso che sul referendum tenutosi in Svizzera riguardante il divieto alla costruzione di nuovi minareti, i primi commenti venuti dalla maggioranza siano quelli degli esponenti dalle menti più illuminate: l'europarlamentare BorghezioSvizzera ’forever’ bianca e cristiana!»), l'on. Gasparrila paziente Svizzera si è stancata del dilagare di immigrazione e Islam») e soprattutto l'on. CastelliAncora una volta dagli svizzeri ci viene una lezione di civiltà»), che non contento ha anche proposto di inserire la Croce nel tricolore.
A Roberto Castelli, che tanto ammira la civiltà della Svizzera, vorremmo segnalare che pure a noi piacerebbe, da parte dei nostri amministratori, la stessa efficienza di quelli svizzeri (come ad esempio nell'organizzazione del mondiale di ciclismo di Mendrisio, a differenza del flop dello stesso tenutosi l'anno scorso a Varese); oppure percorrere strade in buono stato come quelle del territorio elvetico e non piene di buche come quelle che ci ritroviamo qui, in "Padania" (e lo diciamo ben sapendo che l'on. Castelli è viceministro delle Infrastrutture); e avere soprattutto la stessa democrazia diretta, dove il popolo non solo decide chi mandare in Parlamento (mentre qui da noi questo non è possibile grazie alla legge porcata di un altro genio della politica e collega di partito proprio di Castelli), ma può anche intervenire per opporre il proprio veto a modifiche o nuove leggi.
Riguardo all'esito referendario svoltosi in Svizzera, che dire? Oltre a quello sul divieto dell'edificazione di nuovi minareti, ce n'era un altro che chiedeva di mettere al bando l'esportazione di materiale bellico, ed è stato bocciato. Davvero curioso che la costruzione di minareti per qualcuno può costituire minaccia di terrorismo, mentre appare pacifico esportare armi e farle finire quindi proprio in mano ad organizzazioni terroristiche (militanti di Al Qaeda, ribelli ceceni ecc.).

domenica 29 novembre 2009

Di fronte a tanto impegno, baciamo le mani.

Il premier oggi: «Se c'è un partito che in questi anni più si è distinto nel contrastare la criminalità organizzata, questo partito è stato Forza Italia ed oggi è il Popolo della Libertà. Se c'è un governo che più di tutti ha fatto della lotta alla mafia uno dei suoi obiettivi più netti e coerenti, questo è il mio governo»

Ecco alcuni provvedimenti presi dal suo governo:
- DDL anti-intercettazioni
- scudo fiscale
- messa all'asta dei beni confiscati alla mafia

Una Carta per liberare il Wi-Fi

Riceviamo e pubblichiamo:

"Un messaggio a tutti i membri di Diritto alla Rete
Salve,

vi segnalo la nuova iniziativa per la connessione libera Wi-Fi, ideata da Alessandro Gilioli con Guido Scorza, Sergio Maistriello e Raffaele Bianco. La Carta e le 100 adesioni le trovate su Diritto alla Rete. 

Scrive Alessandro:
 «L’obiettivo era creare una Carta per la liberazione del Wi-Fi italiano, soffocato dal decreto Pisanu. Alla 
fine il risultato è arrivato: imprenditori, politici, manager, blogger, 
giuristi e altro – in una logica bipartisan – hanno concordato».


Qui trovate il Gruppo su Facebook. 

Un saluto a tutti!


Enzo Di Frenna

amministratore di Diritto alla Rete

www.enzodifrennablog.it"

In pratica, il 31 dicembre prossimo è prevista l’ennesima scadenza del decreto Pisanu, varato nel 2005 all’indomani degli attentati terroristici di Londra e Madrid e prorogato di anno in anno.
Una norma che influisce sull'accesso Wi-Fi: infatti prevede che chiunque voglia rendere accessibile nel proprio bar, ristorante, albergo, università o altra attività un hot spot per i propri utenti e clienti, deve richiedere una speciale autorizzazione al questore e poi procedere all’identificazione, attraverso documento di identità, dei propri avventori nonché al logging della navigazione di questi ultimi.
Insomma, un'enorme (quanto inutile) trafila burocratica che di fatto limita la diffusione di questa tecnologia.

Chi va piano...

Si chiama "Vivere con lentezza" ed è un sito creato da Bruno Contigiani, ex manager della Telecom, inventore anche della giornata mondiale della Lentezza ed animatore di una serie di piccoli gesti, che sembrano quasi delle azioni eversive, in giro per il mondo, ad insegnare come si fa "lentezza".
Il sito riceve 100.000 contatti al giorno, e sono 100.000 persone che raccontano come anche loro provano a seguire questa filosofia di vita, che è anche il motto del sito: "Rallentare quando possiamo - Correre quando dobbiamo".
Bruno Contigiani da queste storie e dalle sue iniziative ha tratto 2 libri: "Vivere con lentezza", pubblicato dalla casa editrice Orme e “Chi va piano”, casa editrice Rizzoli.
Un invito da raccogliere, se pensiamo che la frenesia, spesso senza motivo e che soprattutto troviamo nel mondo del lavoro, oltre a procurare stress ci fa sacrificare momenti di quotidianità con la nostra famiglia ed i nostri amici, che poi non riusciremo più a recuperare.

sabato 28 novembre 2009

Donne odiate dagli uomini

In Italia 1 donna su 3 (tra i 16 e i 70 anni) nella sua vita è stata vittima della violenza di un uomo, e sono 6 milioni 743 mila le donne che hanno subito nel corso della propria vita violenza fisica e sessuale.
Per questo oggi a Roma le donne hanno fatto sentire la propria voce, nella manifestazione nazionale autorganizzata, grazie ad un tam tam via internet sul sito www.torniamoinpiazza.it.
Tra le sigle che hanno aderito: il coordinamento donne Cgil di Roma e Lazio e nazionale, Donne Fiom, Donne della RdB, la Società italiana delle storiche, la Casa internazionale delle donne di Roma, le donne del Forum del Prc, mentre Serena Dandini e Dacia Maraini hanno dato il proprio sostegno prestando la loro immagine per lo spot pubblicitario della manifestazione.

Le strozzate di Berlusconi

Lasciano davvero esterrefatti le ultime dichiarazioni del premier (nella foto con Marcello Dell'Utri): non è la mafia che mette in cattiva luce il nostro Paese, ma quelli che la denunciano (che sarebbero da strozzare) tramite libri e film.
Signor Presidente della Camera: lei come chiamerebbe chi fa simili affermazioni?

Consiglio comunale di Vedano Olona: chi usa la testa e chi la Croce

Ben nutrito il Consiglio comunale di ieri sera, con un Ordine del giorno addirittura di 14 punti, che hanno costretto Consiglio e pubblico che ha assistito alle ore piccole (e chi scrive si scusa quindi per eventuali refusi).
Diverse questioni da dibattere, mozioni ed interrogazioni.
Una notizia positiva arriva dalla variazione di assestamento del Bilancio preventivo 2009: i fondi per le Associazioni e la Biblioteca sono stati ripristinati come erano stati stabiliti dalla precedente Giunta (nel precedente Consiglio invece erano stati previsti dei tagli). Qualcuno potrà parlare di passo indietro della attuale Giunta: noi preferiamo vedere il bicchiere mezzo pieno, e lo reputiamo un passo avanti.
Il bilancio si chiude alla fine con il rispetto del patto di stabilità. Tutto bene? Non tanto, perché troviamo inopportuno (se non pedante) sentire ripetere da parte della maggioranza che questo bilancio non gli appartiene (vero) e che loro hanno fatto in modo di chiuderlo in maniera che rispettasse il patto di stabilità quando potevano anche non essere obbligati a farlo (può darsi), ma che però questo potrebbe precludere la possibilità che il loro primo bilancio dell'anno prossimo non superi detto scoglio: a noi pare che sia un po' mettere le mani avanti. Per ora la cosa certa, che potrebbe riflettersi in maniera positiva anche per l'anno prossimo, è che Vedano Olona ha avuto una premialità di circa 50.000 euro in qualità di comune virtuoso, grazie al rispetto del patto di stabilità del bilancio 2008 da parte della Giunta precedente. E ci si augura che sia così anche per il 2010.
I consiglieri di minoranza di Progetto Vedano hanno presentato poi una mozione su "Riduzione compensi di Sindaco, Assessori e Consiglieri comunali". In pratica veniva richiesta una riduzione del 50% dei compensi, in relazione al periodo di crisi e in modo tale da poter poi destinare quelle risorse in iniziative per le associazioni e la cultura, ma soprattutto a quelle famiglie (circa una trentina) che a Vedano vivono in difficoltà economiche.
Occorre fare alcune considerazioni: i compensi che vengono corrisposti a Sindaco ed Assessori non sono le cifre esorbitanti che, come apprendiamo dai giornali, percepiscono i nostri parlamentari. Parliamo di circa 2.800 euro per il Sindaco e ancor meno della metà per gli Assessori. I Consiglieri poi percepiscono un gettone di presenza di circa 18 euro. E questo a fronte di impegno e responsabilità. (N.B.: le cifre qui segnalate sono indicative e non i compensi percepiti dalla nostra Giunta - vedi commenti).
C'è poi da considerare che l'attuale Giunta, rispetto alla precedente, costerà per i compensi circa 30.000 euro in più all'anno: questo perché c'è un Assessorato in più e anche per il fatto che i suoi componenti sono in massima parte liberi professionisti (e non dipendenti come nella precedente), per cui vengono applicate, per legge, tariffe superiori. Ribadiamo: i compensi della Giunta sono del tutto legittimi, e comunque ci sembra giusto che chi decide di dedicare parte del proprio tempo a scapito anche della sua attività riceva una sorta di rimborso. Non staremo quindi a dare giudizi se sia stato opportuno o meno respingere la mozione del gruppo Progetto Vedano (che a noi, nonostante degna di menzione per le buone intenzioni, è parsa sconfinare un po' nella demagogia). Lasciamo alla coscienza ed alla sensibilità personale del Sindaco e degli Assessori questa scelta.
Vedano Progresso, per voce del suo Capogruppo Vincenzo Orlandino, ha presentato 2 interessanti mozioni: una inerente la trasparenza nella comunicazione ai cittadini e l'altra l'adeguamento della piattaforma ecologica.
Per quanto riguarda la comunicazione, Orlandino sollevava la questione di problemi legati a carenze sia quantitative (con la sospensione nel 2009 de "L'Informatore comunale") che qualitative.
La mozione sulla piattaforma ecologica nasce invece da una visita fatta direttamente dal consigliere, che ha potuto così rilevare mancanze di ordine organizzativo e strutturale.
Vedano Progresso è riuscito tutto sommato a portare a casa 2 risultati positivi: la prima mozione è stata votata a favore in quasi tutta la sua interezza, mentre la seconda (quella sulla piattaforma) nonostante sia stata respinta, ha ottenuto l'effetto (quando è stata presentata 2-3 settimane fa) di mettere in azione l'Amministrazione, che ha risolto buona parte dei problemi segnalati da Vedano Progresso.
L'ultima mozione è stata presentata dal consigliere Capozza del gruppo di maggioranza (Lega e quindi Pdl), e aveva come oggetto "Sentenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo sul Crocifisso nelle scuole". Insomma, come ormai è di moda, anche nel nostro Comune si è voluto portare in Consiglio il Crocifisso.
Diciamo che lo sviluppo della discussione che ne è scaturita ci lascia piuttosto sconcertati, in particolare per il comportamento della maggioranza.
Mentre infatti la mozione presentata dal Consigliere Capozza si basava essenzialmente ad una censura della sentenza (nota: a Strasburgo ne saranno impressionati quando lo verranno a sapere...) e ad un invito all'Amministrazione Comunale a vigilare che il Crocifisso fosse presente nelle aule delle scuole di Vedano Olona, il Capogruppo di Progetto Popolare per Vedano replicava con una proposta che non si limitava solo a questo, ma chiedeva di porre accanto al Crocifisso (ove esposto) cartelli riportanti la frase dell'insegnamento evangelico "Ama il prossimo tuo come te stesso".
Questo, a suo parere, perché non si rischiasse di cadere in una scelta dal sapore politico e vagamente discriminante, ma fosse invece l'occasione per trasmettere un messaggio di alto valore educativo e morale ai nostri giovani.
La proposta di Progetto Popolare per Vedano (che noi reputiamo sensata e densa di significato) è stata incredibilmente respinta. E in questo modo l'impressione che ne è scaturita è che la mozione presentata dalla maggioranza fosse, come paventava il Consigliere Barbesino, una mera strumentalizzazione.
Noi non condividiamo la sentenza della Corte: troviamo esagerata l'affermazione che la vista di un simbolo portatore di un messaggio universale di amore, pace e fratellanza possa procurare fastidio. Però la sentenza è legittima: dopo tutto, viviamo in uno Stato laico. Dove però, aggiungiamo, ci sarebbe bisogno di porre sotto gli occhi di tutti, in ogni luogo, messaggi e segnali che invitino al rispetto, alla pace ed all'accoglienza.
Ed a proposito di questo, al Consigliere Capozza, che ha affermato che lui in quella sentenza vede non il rifiuto di un simbolo, ma il respingimento di un uomo venuto per salvarci, proprio perché crediamo nella sua buona fede, chiediamo di riflettere anche su quanto sta avvenendo ora al largo delle nostre coste del Mediterraneo, dove vengono respinti tanti poveri Cristi (e di questi, tanti sono bambini: lo sottolineiamo vista la prossimità del Natale...), che provengono anche dalla terra di origine di quell'Uomo.
E non è solo un nostro pensiero: è condiviso anche dal Santo Padre, Benedetto XVI.

venerdì 27 novembre 2009

Il mondo fantastico di Tremonti

Il ministro Giulio Tremonti vive in una realtà virtuale: come in quei videogame in cui ti crei un mondo immaginario, a tuo piacimento, dove le regole sovvertono appunto la realtà. In questo suo mondo, l'Italia è il Paese che economicamente sta meglio di tutti gli altri, mentre invece i dati reali sul PIL dicono: Francia -2, Spagna -2,7 e noi -5,8.
Sempre nell'immaginario di Tremonti, il suo scudo fiscale è il più rigido e severo di tutti. Nel mondo reale, purtroppo, lo scudo fiscale studiato da Tremonti non solo garantisce l'anonimato e non prevede le norme antiriciclaggio, ma è anche quello con minori sanzioni: appena il 5% rispetto al 40% e passa di USA e Gran Bretagna.
Il ministro Tremonti è anche quello che aveva annunciato "risorse inimmaginabili" per contrastare la crisi, ma la dura realtà è invece una finanziaria che non concede nulla per tagli alle tasse.
Giulio Tremonti veniva definito il ministro della finanza creativa: da creativa ora è diventata astratta.

Il ministro Scajella colpisce ancora!

Neanche il tempo di arrivare e subito scoppia la crisi.
E quello che era considerato un "paradiso economico" si trasforma in un vero e proprio disastro!
Noi l'avevamo detto...

giovedì 26 novembre 2009

L'addio di un cavallo di razza

Giuseppe Adamoli ha convocato stamattina una conferenza stampa per annunciare che non si candiderà alle prossime elezioni regionali.
La Regione Lombardia perde così dall'anno prossimo un grande protagonista.
Per comprendere quanto sia stato importante il lavoro di Giuseppe, elenchiamo i suoi più importanti risultati raggiunti nel corso della sua carriera:
- il piano regolatore generale di Malpensa che inizialmente fu avversato dagli ambientalisti e poi invece considerato una pietra miliare della difesa di quel territorio
- il finanziamento dell’ospedale di Varese, 200 miliardi di lire, ottenuto anche contro il parere dell’onnipotente presidente Guzzetti che allora li voleva destinare a Como
- la “legge Adamoli” sull’urbanistica, che ancora oggi viene considerata come una svolta tra vecchia e nuova normativa urbanistica: avversata all'inizio da destra e sinistra e poi invece e considerata successivamente, anche dai critici, che era una buona legge
- e infine lo Statuto d’Autonomia della Lombardia, di cui può essere considerato il vero e proprio padre, visto che è stato Presidente della Commissione Statuto.
E' davvero strano immaginare il Pirellone senza Giuseppe Adamoli: lui e la Regione Lombardia ormai erano una cosa sola. D'altra parte, come ammette lui stesso, non ha mai voluto candidarsi al Parlamento proprio perché ha scelto di dedicare la sua carriera politica alla Regione, in quanto ha sempre reputato che questa potesse incidere sulla vita del suo territorio.
Nonostante rispettiamo la sua scelta, è con grande rimpianto che salutiamo il suo addio: come cittadini vedanesi, e come democratici, confidando comunque sul fatto che continui a fornire il suo grande apporto al Partito.
Il mio rimpianto forse è maggiore, non solo in quanto amico, ma anche perché lo ritenevo il candidato ideale per la Presidenza della Regione da opporre a Formigoni alle prossime elezioni.
E poi è merito suo se mi ha avvicinato e fatto appassionare ad un campo come quello della politica, su cui da sempre nutrivo dubbi e perplessità. E come risultato non è poco.
Grazie di tutto, Giuseppe. E continua ad essere protagonista almeno per il PD.

Benvenuti a Berlusconia

Dall'altra parte del mondo il nostro paese si vede così.

Chiarezza sulle bonifiche in Lombardia

L'affare Grossi rischia di diventare un grosso affare, visto che si paventa il coinvolgimento di politici e vip.
In Regione Lombardia, il Partito Democratico ha chiesto con urgenza l'istituzione di una Commissione d'inchiesta. Informazioni e considerazioni su questo scandalo le trovate sui blog dei Consiglieri regionali PD Giuseppe Adamoli (qui e qui), Pippo Civati, Carlo Monguzzi e Marcello Saponaro (qui e qui).

Pill stop

E' davvero singolare che lo stop della commissione Sanità all'immissione sul mercato della pillola abortiva RU486 si basi su un documento finale dell'indagine conoscitiva presentato dal presidente e relatore condannato in passato a 3 anni di carcere per falso in certificazione riguardo ad una cartella clinica.

Dalle radici ai frutti

Parafrasando il cardinal Tettamanzi, a parole si difendono i valori cristiani, poi nei fatti, la stessa persona autorizza la costruzione di un parcheggio interrato su un cimitero paleocristiano ad Martyres (che sorge nei pressi della basilica di S. Ambrogio, a Milano).

mercoledì 25 novembre 2009

Terrorismo psicologico

Al Giornale di Famiglia sono passati dai dossier a luci rosse ai volantini delle Brigate Rosse.

Storie da libro "Cuore". O da mangiarsi il fegato.

«Mio padre ha perso il lavoro. Devo cercare io qualcosa da fare per sostenere la famiglia. Ho riflettuto, ma non ci sono alternative: lascio la scuola». La crisi economica produce anche questi effetti: un ragazzo di 17 anni, studente modello, costretto ad abbandonare gli studi per cercare un impiego, dopo che il padre ha perso il lavoro. Ed accade a Rovereto, nell'ex (ormai) ricco Nord-Est.
Le risorse, che dovrebbero essere destinate alla Scuola, potrebbero servire anche ad evitare queste situazioni. Invece, si preferisce tagliare il futuro dei giovani. E del Paese.

Ombre cinesi

La Cina è sempre più vicina. Anzi, ormai è in casa nostra. Prima le aziende italiane portavano il lavoro in Cina, adesso invece portano direttamente i lavoratori cinesi in Italia (costa ancora di meno: si evitano viaggi e trasporto delle merci).
Smettiamola, infatti, di prenderci in giro: se accadono vicende come queste di Casorate Sempione, la responsabilità è anche delle nostre aziende.
Laboratori industriali, dove si sfrutta manovalanza in nero ed a costi quasi a zero, esistono perché vi è una domanda.
Succede in Lombardia, ma anche a Prato o a Forlì, dove l'avidità dei grandi gruppi industriali italiani non solo origina un bieco sfruttamento, ma causa anche la chiusura delle piccole imprese artigiane italiane.
Intanto, qualcuno pensa ad una legge per la tutela del "Made in Italy": buoni propositi, nulla da eccepire, però, come ha dimostrato la trasmissione d'inchiesta "Report", se i grandi gruppi della moda forniscono ai laboratori clandestini cinesi (ma anche napoletani) i prodotti griffati da finalizzare, e questi vengono alla fine del ciclo regolarmente e correttamente etichettati, risulteranno anche "Made in Italy", ma tutto il lavoro nero rimarrà nell'ombra.
Oltretutto, le aziende che vengono scoperte a fare questi giochetti (sempre meno, visto che i controlli sono diminuiti), se la cavano al massimo con multe di un migliaio di euro (grazie ad un articolo del Decreto Sicurezza che prevede una riduzione delle sanzioni sul lavoro nero del 60%). Invece ci sarebbe necessità di pene più severe (in Francia, ad esempio, chi procura lavoro in nero si vede sospendere l'attività dell'azienda): queste sono le leggi che occorrono, di sostanza e non di facciata.

Francesca Puglisi: un po' di Vedano Olona nella Direzione del PD

Francesca Puglisi (nella foto), nominata componente della Segreteria nazionale del PD, è moglie di Luca, nostro ex-concittadino vedanese. Un motivo in più per augurarle un proficuo lavoro.
E un pizzico di orgoglio per noi.

martedì 24 novembre 2009

Il governo vuol tagliare anche i libri alle Scuole Elementari?

Un'amara sorpresa per gli alunni delle Scuole Elementari: nella Finanziaria per il 2010 non è stato infatti confermato lo stanziamento di 103 milioni di euro, che venivano erogati ai comuni e che servivano per dare gratis i libri di testo ai bambini delle Elementari. Il governo Prodi aveva stanziato questi fondi nel 2007 e per un triennio. Quest'anno, quindi, il finanziamento è scaduto e il governo per il prossimo anno ci ha messo ZERO euro: dalla legge di bilancio per il 2010, in discussione alla Camera, il relativo capitolo di spesa risulta infatti vuoto.
Se la Finanziaria non ci mette una pezza, ai libri gratis dovranno pensarci i Comuni con le loro già magre entrate. E se non lo faranno loro, toccherà alle famiglie sobbarcarsi un altro peso. La scuola della Gelmini potrà ritrovarsi quindi con una nuova "i": indecenza.

Le mirabolanti dichiarazioni di AlFan(o)tozzi: un vero cinema!

Oggi il ministro della Giustizia ha richiamato i magistrati a "contenere le loro attitudini cinematografiche".
Caro Angiolino: ma l'episodio accaduto oggi in Sicilia, in che filone cinematografico lo inseriamo? In quello del ragioniere "Ugo Fantozzi"?

La squadra di Bersani

Nella Direzione nazionale del PD di oggi, Pierluigi Bersani ha presentato i nomi dei componenti della Segreteria e i presidenti dei Forum (le vecchie aree tematiche: riforme, esteri, giustizia, ecc.).
Per quanto riguarda la segreteria, il Segretario ha puntato su elementi giovani, 6 uomini e 6 donne di età media 41 anni, che saranno coordinati da Maurizio Migliavacca.
Giovani, ma "sperimentati”, avendo fatto esperienza sul territorio come amministratori o con l’attività politica (qui l'elenco e le loro biografie).
I presidenti dei Forum annunciati da Bersani sono invece un mix di personaggi esperti e già di lungo corso. Ecco l'elenco:
- Economia, Paolo Guerrieri
- Lavoro, Emilio Gabaglio
- Università Saperi e Ricerca, Maria Chiara Carrozza
- Giustizia, Andrea Orlando
- Esteri, Piero Fassino
- Politiche agricole, Enzo Lavarra
- Progetto Mezzogiorno, Umberto Ranieri
- Politiche Locali, Claudio Martini
- Welfare, Giuseppe Fioroni
- Politiche sociali e immigrazione, Livia Turco
- Politiche dell'Istruzione, Giovanni Bachelet
- Politiche ambientali, Laura Puppato
- ICT, Paolo Gentiloni
- Riforma sistema radiotelevisivo, Carlo Rognoni
- Riforma dello Stato, Luciano Violante.
- Centro studi, Gianni Cuperlo.

Altri nominativi saranno comunicati nei prossimi giorni, in particolare in riferimento alla componente Marino; in proposito si fanno i nomi di Sandro Gozi, Anna Concia e Pippo Civati.
Sempre che anche per la squadra convocata da Bersani non scoppi un caso "Cassano".
Speriamo comunque in un team affiatato e vincente.

lunedì 23 novembre 2009

Chissà che ne penserà Apicella...

L'edizione italiana della leggendaria rivista musicale e di costume "Rolling Stone" ha deciso di dedicare la copertina del numero di dicembre al premier Silvio Berlusconi, assegnandogli il titolo di rockstar dell'anno "per il suo carattere e temperamento decisamente rock&roll".
Davvero una vita spericolata quella del Cavaliere, secondo il direttore di Rolling Stone Italia Carlo Antonelli: «La definizione di rock&roll va persino stretta. I Rod Stewart, i Brian Jones, i Keith Richards dei tempi d'oro sono pivellini in confronto. La "Neverland" di Michael Jackson è una mansardina in confronto a Villa Certosa, e via così».
Come premier, però, allora meglio senz'altro Bono...

Il PD di Bersani dà inizio all'alternativa


Si chiamerà "1.000 piazze per l'alternativa" (Pippo Civati forse ha fatto scuola) la prossima iniziativa del PD, presentata oggi dal presidente Rosy Bindi e dal vice-segretario Enrico Letta.
L'11 ed il 12 dicembre i Circoli PD sono invitati a mobilitarsi in tutta Italia ed a manifestare in piazza per ricordare al governo che non ci sono solo i guai giudiziari di Berlusconi, ma anche altri più importanti per il Paese, come il lavoro (che registra un milione di disoccupati ed almeno 50.000 tra piccole imprese e studi professionali che rischiano di chiudere per sempre) o la sanità, carente in molti servizi e strutture grazie anche al governo che ha messo zero euro in Finanziaria per la ristrutturazione e la costruzione di ospedali più moderni.
Alla luce anche dei recenti e continui litigi in seno alla maggioranza, che denota un certo nervosismo di fronte alla consapevolezza del proprio fallimento, il PD ha quindi deciso di presentarsi alla gente e parlare dei loro problemi, quelli di cui parlano le famiglie la sera a tavola, come ha ribadito Enrico Letta.
Gli incontri nelle 1.000 piazze serviranno anche a diffondere i progetti di legge e gli emendamenti, già presentati in Parlamento e bocciati dalla maggioranza, su questi temi e sulla scuola, l’ambiente, la giustizia, le riforme istituzionali.
Il 14 dicembre, invece, Pierluigi Bersani incontrerà un migliaio di amministratori locali del PD a Milano per dire basta al federalismo delle chiacchiere della Lega e di un governo che ha abolito l’unica imposta davvero federale, l’ICI, che dava risorse ai comuni.

domenica 22 novembre 2009

Controllo del vicinato: dal vigile di quartiere al cittadino vigile

La Regione Lombardia si arrende alla criminalità: forze dell'ordine, soldati e ronde non bastano, per cui, caro cittadino, arrangiati! Questa, di fatto, è la sintesi del progetto "controllo di vicinato" (vedi logo a fianco) lanciato dall’assessore regionale Stefano Maullu, del Pdl.
Progetto che prevede che i sindaci affidino direttamente ai cittadini, ma più ancora alle associazioni di categoria e agli amministratori di condominio, il compito di fare da sentinella nei quartieri delle città.
Sinceramente, a noi appare la solita proposta demagogica, che serve solo a far parlare, e che viene avanzata poi, guarda caso, in prossimità delle elezioni, giusto per accaparrarsi qualche voto.
Perché, se si ragiona a mente lucida, è come se l'assessore Maullu sconfessasse appunto l'operato del SUO governo in fatto di sicurezza. E poi, dove è finito il "vigile di quartiere"? Era una proposta chiave di qualche anno fa del centrodestra...
Il senso civico (perché di questo si tratta) dovrebbe già essere insito in ogni cittadino: affiggere loghi e cartelli per le vie della città non è altro che un sistema per scaricare sulle spalle della comunità i problemi legati alla sicurezza.
Problemi che si risolvono coinvolgendo sì i cittadini, ma non ci si può limitare SOLO a questo: nello stesso tempo bisogna intervenire in campo sociale e fornire risorse alle forze dell'ordine.
Perché, nel caso qualcuno sia testimone di un furto e segnali prontamente il misfatto, se non avviene un rapido intervento, può accadere questo.

Fare Futuro e Italia Futura: per un governo del futuro?

Sono 2 fondazioni, ma in realtà sembra possano giocare un ruolo di primo piano nello scenario politico.
Stiamo parlando di "FareFuturo" e "Italia Futura".
La prima fa capo al presidente della Camera Gianfranco Fini, mentre "Italia Futura" è presieduta da Luca Cordero di Montezemolo, presidente della FIAT.
"FareFuturo", attraverso suoi esponenti presenti in Parlamento e all'interno del governo, ha avanzato proposte che hanno messo in imbarazzo la stessa maggioranza (come la proposta di introduzione dell'ora di Islam nelle scuole). E come non ricordare anche la polemica, partita da Sonia Ventura del periodico della fondazione di Fini, contro la candidatura di "veline" nelle liste elettorali delle recenti Europee?
Più che una fondazione appare quindi piuttosto una "frondazione" nei confronti del centrodestra.
"Italia Futura" invece ha una collocazione politica orientata verso il centro, anche se nel suo organigramma compaiono soprattutto personaggi provenienti per lo più dal mondo della cultura e dell'imprenditoria. Chi ha nel suo curriculum un attivismo politico, sono: Giuliano Da Empoli (Assessore alla cultura del comune di Firenze, che ha appena aderito ad "Alleanza per l'Italia" di Rutelli), Giulia Innocenzi (conduttrice televisiva ad "AnnoZero" ed ex-candidata a segretario dei giovani del PD) e Irene Tinagli (docente all'Universita' Carlos III di Madrid ed ex componente del Coordinamento Nazionale del Partito Democratico.).
Questo ente sembrerebbe quindi avere poco a che fare con un movimento politico vero e proprio, ma i dubbi restano forti.
E sono diversi gli analisti politici che vedono nel duo Fini-Montezemolo (magari con l'appoggio di Casini e Rutelli), una sorta di staffetta che metta fine al berlusconismo (ed alla deriva leghista) e porti alla Terza Repubblica.
Se così fosse, ci auguriamo che il PD possa giocare un ruolo fondamentale per porsi alla guida del Paese. E per farlo, occorrerà innanzitutto tenere d'occhio le mosse che queste 2 realtà si appresteranno a fare sullo scacchiere politico italiano, e poi sapere inserirsi con un programma credibile di rinnovamento progressista.

Dal politichese al politighese

Una volta ai politici si rimproverava un linguaggio troppo ermetico, spesso incomprensibile (il famoso "politichese"). Di recente, invece, i nostri politici ci appaiono troppo espliciti nei termini utilizzati, soprattutto quando si attacca l'avversario. Lo "stronzo" citato ieri da Fini è l'ultimo esempio di una lunga serie che va dal dito di Bossi ai "coglioni" di Berlusconi. La parolaccia sembra ormai divenuta parte integrante di ogni intervento. Ed è difficile assistere a confronti civili (soprattutto in TV) senza urla o voci sovrapposte ad arte per interrompere chi sta parlando.
Non siamo certo per i compromessi o per un ipocrita "volemose bene" a tutti i costi, ma ci dà fastidio questa politica urlata e volgare. La dichiarazione di Fini l'accettiamo per la sostanza, ma non per la forma: lo stesso concetto poteva essere espresso con termini meno coloriti (tenendo conto poi che di fronte c'erano dei ragazzini). Il problema di questo imbarbarimento è credere che urlare, fare gestacci, dire sconcezze, avvicini alla gente: il famoso "parlare alla pancia delle persone", una strategia attribuibile senz'altro alla Lega, e che a quanto pare, forse sull'onda dei suoi successi, sta facendo proseliti anche nelle altre forze politiche. Quindi, seguendo la deriva della Lega, si litiga e si insulta in maniera provocatoria: chiamiamolo perciò "politighese" questo nuovo linguaggio adottato.
Noi invece crediamo che sia giusto farsi capire dalla gente, parlando in modo comprensibile, dicendo "pane al pane e vino al vino" (per usare un eufemismo), ma che lo si debba fare in maniera civile e corretta, rispettando decoro ed educazione. E soprattutto le altrui persone.
La politica ha grosse responsabilità e, oltre che amministrare il bene pubblico, deve svolgere funzioni di guida ed esempio.
Anche perché, alla fine, questa ricerca smodata verso la provocazione finirà per stancare, e la gente prima o poi si accorgerà che altro non è che un modo per nascondere la mancanza di contenuti.
L'invito che rivolgiamo è quindi di moderarsi e provare a parlare piuttosto alla testa ed al cuore della gente: la pancia serve ad altro. E ultimamente, in questo periodo, tante pance sono vuote, e non saranno certo le parole (o parolacce) a riempirle.

sabato 21 novembre 2009

Mal comune, nessun gaudio

I Sindaci dei comuni del Nord hanno manifestato ieri a Milano contro il governo, per la non assicurata copertura integrale del mancato gettito ICI e le regole del patto di stabilità.
Come ribadisce Attilio Fontana (Lega Nord), sindaco di Varese e presidente di ANCI Lombardia: "Basta tagli, i comuni sono stritolati".
Eppure quando il governo applicò l'abolizione dell'ICI non ricordiamo nessuna obiezione a riguardo da parte del sindaco Fontana. E non crediamo che il tanto decantato federalismo, sia sufficiente per risolvere ogni problema. Soprattutto la proposta fumosa e pasticciata di federalismo ventilata dallo stesso partito del sindaco.

Voto agli immigrati: una proposta di legge bipartisan (ma non troppo)

Walter Veltroni e Salvatore Vassallo del PD, Flavia Perina e Fabio Granata del Pdl (già promotore della proposta di legge sulla cittadinanza), Leoluca Orlando dell'Idv e Roberto Rao dell'Udc: sono questi i relatori del testo del disegno di legge che attribuisce il diritto di voto alle elezioni comunali e circoscrizionali ai cittadini extracomunitari residenti in Italia da almeno 5 anni.
Noi troviamo giusto che chi è regolare, lavora e paga le tasse abbia diritto di votare chi prenderà decisioni sulla propria casa e famiglia. Oltretutto, è un modo corretto nell'affrontare il tema dell'immigrazione, garantendo inclusione e responsabilizzazione.
Una proposta che viene portata avanti in maniera trasversale e che sicuramente troverà l'appoggio delle forze dell'opposizione, ma che all'interno della maggioranza ha già scatenato polemiche e reazioni: da "Inaccettabile" di Cicchitto (Pdl) a "Gli immigrati devono essere mandati a casa loro" del solito Bossi.

Social-scart

Ad un anno dal suo lancio, la social-card si è rivelata un vero e proprio flop.

PD: Parlamento Democratico

Fine al bicameralismo perfetto e riduzione del numero di deputati e senatori. E' la sintesi della proposta di legge a firma del capogruppo PD al Senato Anna Finocchiaro (nella foto) e il suo vice Luigi Zanda.
Si tratterà ora di fare diventare bipartisan questa mozione, in modo da essere condivisa da tutti gli schieramenti politici e ribadire il concetto di Anna Finocchiaro: “Le riforme non si fanno a colpi di ariete e con voto di maggioranza”.
Il Partito Democratico ha fatto la sua parte, proponendo una riforma VERA e che guarda all'interesse nazionale: vedremo se ci sarà la buona volontà da parte della maggioranza.

Libero da ogni ritegno

Il titolo in prima pagina di oggi del quotidiano diretto da Belpietro, relativo alla tragica morte del trans Brenda (caso Marrazzo), dà l'esatta idea della grossolanità e del cinismo di certo "giornalismo" (tenendo poi conto del presunto coinvolgimento degli editori di questo giornale nella vicenda). Noi, semplici cittadini, invece ci chiediamo (visto che pochi giornali hanno posto il problema): ma possibile che un testimone chiave di una inchiesta così complessa e di un certo rilievo non fosse sotto protezione?

venerdì 20 novembre 2009

Anche questo non sarà un buco nell'acqua!

Dopo il successo di "Mille Piazze", Pippo Civati ci riprova con "Mille Fontane", una nuova mobilitazione stavolta a difesa dell'acqua pubblica e contro la sua privatizzazione.
Vista l'importanza dell'argomento, siamo certi che anche questo appello non rimarrà inascoltato. Anche perché l'aumento dei costi delle bollette non è una paranoia delle associazioni dei consumatori e del PD, ma viene ammesso candidamente dai dirigenti locali del Pdl.
Qui il volantino dell'iniziativa.

Se l'Ambrogino placa un certo languorino

Pensavamo che il nome del premio "Ambrogino" del comune di Milano prendesse origine dal celebre santo patrono della città. Invece, visto il servilismo dettato dalle ultime assegnazioni (in particolare verso la Lega), sarebbe da attribuire ad un altro mitico Ambrogio...

No a D'Alema come mister Pesc: una sconfitta non sua, ma del PSE e, soprattutto, del sistema Europa

Massimo D'Alema non ce l'ha fatta. Abbiamo tifato per lui, non in quanto democratici ma perché italiani. La sua nomina all'importante carica di Ministro degli Esteri Europeo (il cosiddetto «Mr. Pesc») avrebbe infatti ridato lustro al nostro Paese, la cui immagine da troppo tempo è offuscata, grazie anche a chi ci governa e rappresenta.
Ha avuto la meglio l'inglese Catherine Ashton (presidente permanente dell'UE sarà invece il premier belga Van Rompuy). Anzi, sarebbe meglio dire che ha vinto il mercanteggiamento politico: la nomina di lady Ashton (è una baronessa il neo-ministro degli Esteri) non è dovuta certo alle sue capacità (vista addirittura la scarsa esperienza in materia), ma ad una sorta di compensazione per il no a Tony Blair alla carica di Presidente. Ancora una volta, quindi, l'Unione Europea ha dimostrato, a dispetto del suo nome, di non essere affatto un organismo unito ed il Parlamento Europeo un luogo in cui si fanno gli interessi delle parti e dei singoli Paesi e non invece quelli comuni. L'unica cosa che unisce l'Europa è infatti la moneta. Ed è proprio un paradosso che il suo ministro degli Esteri sia una cittadina di una nazione che non ha adottato l'euro.
Così l'Europa perde una grande occasione per riguadagnare credibilità a livello internazionale: Blair Presidente e D'Alema Ministro degli Esteri avrebbero sicuramente rilanciato ruolo e credibilità del nostro continente nella leadership mondiale, dove contiamo sempre meno.
E buona parte di questo flop è dovuto anche all'area del PSE, che non ha saputo portare fino in fondo una candidatura sponsorizzata fin dall'inizio. Il capogruppo Schultz se la prende con il governo italiano, reo a suo dire di non aver fatto troppo attivismo. In realtà Schultz e l'area socialista devono avere il coraggio di guardarsi dentro e fare autocritica: non è un caso poi che il partito nazionale di Schultz abbia preso di recente una sonora batosta alle ultime elezioni nazionali in Germania.

giovedì 19 novembre 2009

Il compito della scuola

Una mamma di Vedano Olona ci ha segnalato questa notizia: "Una coppia di genitori ha appena vinto una causa mossa contro la scuola, stufi di dover intervenire loro stessi per finire i compiti che i figli non riuscivano a terminare".
Prosegue poi: "E' stato determinato da recenti studi che l'enorme quantità di compiti a casa non aumenta le capacità dell’alunno e la mancanza non impoverisce le sue conoscenze. La famiglia deve essere un luogo sicuro e sereno dove il figlio rientra, non il doposcuola  dove continuare per 24 ore quello che dovrebbe essere ultimato al mattino. I genitori devono fare i genitori e non sostituirsi  agli insegnanti, anche perché chiaramente non tutti hanno capacità e preparazione adeguate."
Oltre a questo, aggiungiamo noi, un recente studio dell'OCSE (l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) ha rivelato che l’Italia è al primo posto con il massimo di ore settimanali (10,5) spese a casa per i compiti (contro le 5,9 di media degli altri paesi). Dunque, il problema esiste e bisogna porselo: in special modo per i più piccoli (elementari e medie) cui gioverebbe altro: sport, gioco, varie socialità.
Negli Stati Uniti, ad esempio, la National Teachers Association ha approvato una regola aurea: quella dei 10 minuti. Gli studenti di prima non devono passare più di 10 minuti al giorno a far compiti, che diventano 20 in seconda, 30 in terza e così via, fino ad un massimo di due ore. Il carico di lavoro seguirebbe così gradualmente la crescita intellettuale dei ragazzi.
Una riforma seria della scuola dovrebbe basarsi proprio su questi aspetti, badando al benessere dello studente e venendo incontro alle famiglie, anziché limitarsi solo a biechi tagli economici che finiscono addirittura per provocare ulteriori e maggiori disagi.

A Varese in 200 per "Mille Piazze"

Il tam-tam via internet ha avuto i suoi effetti: erano circa 200 le persone accorse ieri a Varese davanti al Tribunale (in piazza Cacciatori delle Alpi), per rispondere all'appello lanciato in Rete dal consigliere regionale PD Pippo Civati e dire NO alle leggi vergogna che vanno contro la Costituzione ed il rispetto della legalità.
Qui invece potete firmare l'appello dello scrittore Roberto Saviano.

mercoledì 18 novembre 2009

Acqua privatizzata: la Lega si liquefa

«Cosa direte ai vostri sindaci? Mi aspetto che si alzi almeno una voce libera dai banchi della maggioranza». Così la vicepresidente del PD Marina Sereni si è rivolta ai parlamentari della Lega Nord prima del voto di fiducia posto oggi alla Camera per il decreto Ronchi sulla privatizzazione dell'acqua.
«Siamo in una coalizione», sospira il genero dell'europarlamentare Francesco Speroni, vicecapogruppo della Lega alla Camera.
E così la gestione dell'acqua passa ai privati, grazie ad un governo più preoccupato di assecondare gli interessi dei gruppi industriali privati che di regolamentare un settore vitale per la società con la costituzione di una Autorità e che consentirà alle grandi multinazionali - in questo settore francesi soprattutto - di speculare sul bene naturale più importante che abbiamo, dopo l'aria (a quando la privatizzazione anche su questo elemento?).
Le associazioni dei consumatori sono infatti tutte d'accordo: pochi grandi gruppi faranno affari d'oro a discapito dei cittadini, che subiranno l'aumento delle tariffe dell'acqua (si stima, ottimisticamente, tra il 30 ed il 40%).
La Lega si era sempre detta contraria, ma ha dovuto obbedire al dicktat del suo Capo: la sopravvivenza del governo viene prima del benessere dei cittadini (chi se ne frega!).
Sarebbe il colmo se Bossi, quando riempirà l'ampolla nella consueta cerimonia alle sorgenti del Po sul Monviso, fosse costretto a pagare l'acqua...
Noi intanto oggi siamo fieri che i nostri parlamentari si siano opposti a questo abuso: la gente se ne ricorderà (soprattutto quando arriveranno le bollette).
Quanto ai leghisti: padroni a casa nostra o schiavi di Silvio? (che Iddio li creò!)

No-B Day: PD contro DP

Il 5 dicembre è stato organizzato il "No-B Day", una manifestazione di piazza contro il premier.
DP (Di Pietro) ha subito cavalcato l'onda ed ha invitato il PD a partecipare (in modo piuttosto provocatorio: «O CON NOI O CON BERLUSCONI»).
Bersani ha risposto con un 2 DP (di picche): «Non accettiamo lezioni», confermando quindi la non adesione alla marcia anti-Berlusconi.
L'iniziativa del 5 dicembre non è un'idea di Di Pietro, ma parte dal basso, precisamente da un gruppo di blogger.
Non per questo, però, Pierluigi Bersani intende appoggiarla, pur rispettandola e non sottovalutandola. Tanto è vero che la direzione del Partito non impedirà di partecipare agli iscritti ed ai parlamentari che lo vorranno.
La strategia di Bersani è ben chiara: un grande partito che vuole proporsi come forza governativa non deve farsi dettare l'agenda. E il suo leit motiv è: «Il più antiberlusconiano è quello che riesce a mandarlo a casa». Come dire, che l'opposizione lui preferisce farla in aula che non con una politica a chi urla di più. Ed ha annunciato che per dicembre ci saranno delle iniziative dei Circoli ("Diamo da fare ai Circoli").
Vedremo con il tempo se queste scelte daranno frutti: intanto i primi sondaggi sembrano dare ragione al neo-segretario.

No-fiscal

"Io sono contro il Fisco iniquo. E’ ipocri­ta la sinistra che guarda alle partite Iva come eva­sori. A dirlo sono soprattutto quei politici che non hanno mai fatto altro in vita loro. Si aprano una partita Iva e poi ne riparliamo. Io so­no per un federalismo vero, per una contrattazio­ne più vicina con il potere..."
Non è un esponente di centrodestra né il classico artigiano esasperato a parlare così, ma Luca Casarini (nella foto), ex leader del movimento no-global (Disobbedienti e Tute Bianche), che oggi fa il piccolo imprenditore e si è accorto, sulla sua pelle, quanto la vita sia dura.
Meglio tardi che Marx...

Ora Berlusconi non avrà più bisogno dell'Avv. Ghedini

Potrà consultare gratuitamente il generatore automatico di leggi ad personam.

Roma prima capitale digitalizzata. E quindi ultima nelle TLC

Roma ed il Lazio (con esclusione della provincia di Viterbo) sono passati dal segnale analogico al digitale terrestre. Tutto bene? NO: come già accaduto precedentemente in altre zone, il passaggio al segnale completamente digitale sta creando enormi problemi, con molti canali spariti.
E oltre a questo, pensiamo agli anziani (che si trovano in difficoltà con una tecnologia complessa) ed alle decine di migliaia di persone a basso reddito, a cui d'ora in avanti, la TV ritornerà, come negli anni '50, ad essere un lusso.
Il fatto è che il digitale terrestre è una tecnologia antiquata, vecchia, e questa operazione (voluta dal governo) altro non è che "il modo di monetizzare il bottino anche rivendendolo alla Rai, che per spingere il digitale ha dovuto fare acquisti di frequenze sul mercato" di "chi si era appropriato del demanio elettromagnetico (Romani, Berlusconi, Marano e altri protagonisti delle tv abusive degli anni ‘70)".
Quindi, ancora una volta, per gli interessi di pochi, ci rimette l'Italia intera.
E intanto, alle porte di Varese, ci sono paesi senza l'ADSL.

Verde Natale

Il comune con giunta leghista di Coccaglio (BS) lancia l'operazione "White Christmas": i vigili casa per casa a controllare gli extracomunitari, e chi non è in regola perde la residenza.
Non è tanto l'operazione in sé che fa notizia: c'è una legge in vigore, ed il sindaco e la giunta hanno tutto il diritto di prendere provvedimenti per farla rispettare. Nulla di illegittimo, quindi, pur se non condivisibile.
Sono le dichiarazioni dell'assessore leghista alla Sicurezza che lasciano davvero perplessi: "Per me il Natale non è la festa dell'accoglienza, ma della tradizione cristiana, della nostra identità".
Se quindi Gesù dovesse tornare sulla Terra e nascere di nuovo, è meglio che non lo faccia a Coccaglio: lì non ci sarebbe nemmeno una grotta per ospitare la sua Famiglia.

martedì 17 novembre 2009

Aiutati che il governo non t'aiuta

C'è poco da fare per piccole imprese e liberi professionisti: bisogna cavarsela da soli, visto che il governo anche nell'ultima finanziaria non ha proposto nulla.
Eppure, questa categoria meriterebbe di essere ascoltata, per il bene dell'Italia.

Vertice FAO: niente grandi e niente fondi

Ogni giorno nel mondo 17.000 bambini muoiono di fame: è questo il drammatico dato della FAO (Food and Agriculture Organization of the United Nations).
Eppure sarebbe possibile sfamare chi soffre, se tutti i governi si impegnassero, anche in minima parte, contro questa tragedia.
Invece, anche a Roma, dove si tiene in questi giorni il vertice della FAO, erano assenti i rappresentanti ed i capi di stato dei Paesi più avanzati, ed inoltre non sono stati nemmeno stanziati ulteriori fondi per la lotta alla fame nel mondo, ma solo una lista di buoni propositi che rimarranno tali, senza dare seguito ai fatti.
E i bambini continuano a morire tra l'indifferenza e l'ipocrisia...

lunedì 16 novembre 2009

Mille piazze contro la legge a favore di Uno

Da una proposta del consigliere regionale Pippo Civati, è partita l'iniziativa "Mille piazze per l'Italia": gli iscritti dei Circoli PD sono invitati a mobilitarsi e a scendere in piazza (tenuto conto che Lui non la sopporta), per il rispetto del diritto, della legalità e della Costituzione, contro l'ennesima legge porcata ad personam.
A Varese l'appuntamento è fissato per mercoledì 18 novembre alle ore 18.00, davanti al Tribunale.
Qui i link per eventuali contatti:
Il sito: millepiazze.blogspot.com
L'evento: Mille piazze su Facebook.

Se le riforme sono solo virtuali...

Nemmeno il tempo di annunciarlo e il sito sulla riforma della PA è stato reso inaccessibile dopo la presentazione da parte del ministro della Funzione pubblica e dell’innovazione Renato Brunetta (nella foto). In piena linea con la riforma, non c'è che dire.

Ad mafiam

L'appello di Don Ciotti contro la solita legge iniqua.

Convertiti a Gheddafi

«Chi crede in Dio è musul­mano. Il Corano è uno e non è mai cambiato, mentre i Vangeli sono quattro»
«Ma lo sapete che al po­sto di Gesù hanno crocifisso uno che gli somigliava?»
Queste alcune delle affermazioni fatte in una blindatissima villa a ROMA dal colonnello Gheddafi (nella foto), davanti a centinaia di ragazze italiane che avevano risposto ad un messaggio di una società di pubbliche relazioni: "Cercan­si 500 ragazze piacevoli, tra i 18 e i 35 anni, alte almeno un me­tro e 70, ben vestite ma, rigoro­samente, non in minigonna o scollate", con tanto di gettone di diaria di 60 euro alle partecipanti ed in omaggio anche una copia del «Glorioso Cora­no».
Adesso vogliamo proprio vedere se i cristianissimi paladini della Fede di Lega e Pdl avranno qualcosa da dire. O se in questo caso il Dio Denaro è più forte della nostra religione.

Scudate il disturbo

Ieri sera la trasmissione "Report" è stata davvero magistrale nel mostrarci i retroscena dei fondi depositati all'estero (banche svizzere in particolare) e le implicazioni legate alla legge dello scudo fiscale. Provvedimento che porterà benefici SOLO a chi ha evaso, e non certo all'Italia. Anche perché la legge concede vantaggi incredibili a chi "scuda": diritto all'anonimato, sanzione irrisoria (solo il 5% di quanto si è evaso), azzeramento delle norme antiriciclaggio sui capitali rimpatriati (con gran gioia della mafia). E tanto per cambiare, il nostro premier è coinvolto anche in queste faccende, visto che a suo nome compaiono conti depositati in banche estere...
Per chi volesse approfondire, segnaliamo qui la puntata di "Report" andata in onda.
Inoltre, un lettore del blog ieri ci ha segnalato in un commento un'altra situazione anomala legata alla legge dello scudo fiscale. Il profeta Tremonti aveva giustificato il provvedimento come un mezzo per trovare risorse e far rientrare capitali in Italia. Ebbene, non è proprio così: infatti è stata prevista una norma che si chiama "rimpatrio giuridico", che permette ai clienti italiani di lasciare i capitali in Svizzera. Così, cosa accadrà? Come dice il nostro lettore "Alla fine rideranno ancora gli Svizzeri. A metà dicembre si ritroveranno con il 95% del capitale ripulito (ad opera del governo italiano) e potranno continuare a gestirlo come hanno sempre fatto. Per di più alla luce del sole. Chi decide di scudare infatti dovrà pagare sì il 5% sui capitali evasi, ma lo scudo di Tremonti permette di lasciare i patrimoni in Svizzera (io li ho a Lugano) e di amministrarli nella confederazione (vedi circolare Agenzia delle entrate!)".
Questo servizio della TSI (Televisione Svizzera Italiana) ce lo illustra bene.