Nella vicenda che vede coinvolto Guido Barilla e le sue dichiarazioni sui gay rilasciate in un'intervista ("Non farei uno spot con una famiglia omosessuale"), ti stupisce il fatto che un uomo di mondo come lui, un grande manager a capo di una multinazionale, abbia ancora certe remore (quando perfino un vecchio conservatore come Bush padre dimostra di essere più aperto). Se poi guardiamo il lato commerciale, dichiarare apertamente di rinunciare senza problemi a un target di mercato è abbastanza azzardato (tanto è vero che la concorrenza si è subito buttata all'attacco). Ma ciò che lascia basiti è l'attacco portato contro Barilla e la sua azienda, accusati di essere omofobi. Ecco, forse è il caso di darsi una calmata e non passare da un estremo all'altro, scatenando intolleranza al contrario. Ognuno di noi ha una propria opinione che è libero di esprimere se non offende o non lede diritti altrui. Proprio come ha fatto Guido Barilla, che ha detto solo di preferire la famiglia tradizionale a quella omosessuale. Un concetto su cui magari non si potrà essere d'accordo e condividere, ma che di certo non ha insultato né discriminato nessuno: l'omofobia è altra cosa.
(e a proposito: c'è proprio chi è di "pasta grossa", e continua a fare cretinate)