La situazione del Corriere, tra l'altro, è sotto i riflettori da mesi, con un duello per il possesso della proprietà che ha visto contrapposti il gruppo Fiat e la famiglia Della Valle, con strascichi e polemiche. Ed è emblematico che una multinazionale di un settore in crisi come quello dell'auto, decida di investire risorse non nel mercato di competenza, ma in quello dell'informazione. Segno che, nonostante la crisi che sta attraversando un'azienda editoriale come Rcs faccia sempre gola: perché il controllo dell'informazione è cercato ad ogni livello, politico e imprenditoriale.
Ciò pone un serio interrogativo: la crisi economica, con il conseguente calo di raccolta pubblicitaria, rischia di mettere in serio pericolo la libertà di stampa, con i giornali costretti a "consegnarsi" a multinazionali o gruppi industriali?
Di certo l'editoria deve iniziare a ripensarsi, tenendo conto dell'evoluzione dei lettori e delle tecnologie: per questo il digitale è sicuramente una risorsa che può rilanciare economicamente ma anche in efficienza il mondo dell'informazione. A meno che non sia il digitale che inglobi direttamente la carta.