Proprio mentre Letta era a New York, nel Palazzo di Vetro dell'Onu a rassicurare tutto il mondo della stabilità politica dell'Italia, il Pdl ha pensato bene di annunciare le dimissioni di massa. Il premier ha così scoperto l'America: Berlusconi e il suo centrodestra sono assolutamente inaffidabili e antepongono i propri meschini interessi (in particolare quelli giudiziari del padrone del partito) al bene del Paese. Per prevedere questo non ci voleva un grande analista politico né occorrevano soprannaturali doti divinatorie: chi vive in Italia da 20 anni sa che è sempre stato così. E ci stupisce anche la sorpresa di Napolitano davanti al "fatto istituzionalmente inquietante": caro Presidente, ma allora non ha saputo o non si è accorto di cosa è avvenuto 6 mesi fa a Milano davanti al Palazzo di Giustizia? Insomma, sembrano tutti cascare, o meglio, decadere dal pero. Così siamo alla resa dei conti, con il governo più che mai in bilico: ieri è saltato il Consiglio dei Ministri che doveva bloccare l'aumento dell'Iva ad ottobre, e Letta, umiliato e furioso, si prepara a chiedere la fiducia alle Camere, per proseguire il suo mandato o aprire a un Letta-bis con chi ci sta. Oppure al voto, con il rischio di tornarci con il porcellum, visto che la nuova legge elettorale era stata messa alla fine della scaletta di fantasmagoriche riforme costituzionali. Nel frattempo dobbiamo anche rendere i conti all'Europa: deve essere varata la legge di stabilità, confermata l'abolizione dell'Imu. E stare entro i limiti imposti da Bruxelles: pena il commissariamento del Paese.