In Val di Susa si è instaurato un pericoloso clima di violenza, con attentati portati ai mezzi e ai dipendenti delle aziende che lavorano alla costruzione della TAV. Occorre maggiore serenità: l'opera si può contestare, ma senza l'uso della violenza. E bisogna stare attenti a dosare le parole su questo. Piuttosto sono da seguire esempi illustri di chi ha portato avanti battaglie di civiltà in modo determinato e pacifico, raggiungendo gli obiettivi preposti.
Il movimento No-Tav è formato da pacifici cittadini, famiglie e amministratori residenti sul territorio: ci auguriamo che siano proprio loro ad emarginare le frange violente, che molto probabilmente arrivano da fuori della Valle. Altrimenti una protesta civile rischia di essere strumentalizzata da chi vuole lo scontro, per trasformarsi in una guerra vera e propria. Un invito anche alle autorità e alle istituzioni: non lanciare proclami di guerra, ma insistere con prove di dialogo, né sparare nel mucchio, ma indagare scrupolosamente per scoprire gli effettivi colpevoli.
La situazione è già abbastanza tesa e non è il caso di creare martiri ed esasperare gli animi.