A San Pietroburgo, il tema del G20 è stato senz'altro la situazione in Siria, con Obama e Putin contrapposti, l'uno per l'attacco al regime di Assad, l'altro per difenderlo. Alla fine nessun accordo è stato trovato, con una netta spaccatura tra i 20 Paesi partecipanti, che non fa presagire nulla di buono in caso di un conflitto.
Speriamo che prevalga il buon senso e che venga attuata una comune azione pacifica ma risolutiva: perché comunque non si può più tollerare che vengano usati gas chimici contro inermi civili, soprattutto se si tratta di bambini.
Update: "Alla fine, messo con le spalle al muro, Enrico Letta ha firmato l'appello degli Undici membri del G20 che condannano Assad per aver fatto uso di armi chimiche contro la popolazione civile, criticano "la paralisi" dell'Onu, esigono "una forte risposta internazionale", e "sostengono gli sforzi degli Stati Uniti e di altri Paesi per rinforzare il divieto" (fonte: Repubblica). Ecco, vorremmo capire cosa intende fare il governo italiano: perché da una parte c'è la ministra degli Esteri Emma Bonino che si è detta contraria ad un intervento (non solo a parteciparvi, ma anche a dargli sostegno "morale"), e dall'altra il premier, che sembrava fosse sulla stessa linea, invece a San Pietroburgo cede alla pressione degli americani. Attenzione, caro Letta, perché le guerre, non sono come l'Imu o l'Iva: una volta innescate, purtroppo non si riescono a rinviare.