Umberto Bossi grida al complotto, ordito da "Roma padrona e farabutta". Ma le intercettazioni e gli interrogatori ai testimoni paiono inchiodarlo. Oltretutto, l'inchiesta è partita da Milano, a seguito della presentazione in Procura di un esposto da parte di un militante leghista.
Il tempo è galantuomo, si dice, ed è giusto aspettare la fine delle indagini prima di dare del "lader" al vecchio "leader". Ma la situazione sembra proprio imbarazzante. Senza dimenticare poi, che Bossi ha già avuto una condanna anni fa nel caso della maxitangente Enimont, e che la Lega (tra tangenti, parentopoli, crack finanziari) è già rimasta coinvolta in altre contorte vicende (qui un ampio dossier).
Insomma, non tutti i padani sembrano affatto così duri e soprattutto puri, e pur rinnegando l'Italia, rischiano addirittura di rappresentarne la parte più brutta.