Dalla riforma del lavoro. Sia quelle "finte" (ovvero giovani e non che sono obbligati ad accettare questo regime pur di lavorare, percependo oltretutto redditi bassissimi e senza godere di nessun potere contrattuale, nessuna forma di tutela né garanzia di continuità lavorativa), sia quelle di professionisti che hanno scelto coscientemente il lavoro autonomo per poter usare il proprio tempo con modalità più flessibili, perché non amano le organizzazioni e le gerarchie, perché possono conciliare meglio professione e impegni di altro tipo , perché possono alternare a loro piacimento attività e formazione continua. Ecco, non tagliamo fuori questi 5-6 milioni di lavoratori, gravati da un pesante regime fiscale e contributivo a cui non corrisponde alcuna tutela (come la cassa malattia, la maternità o gli ammortizzatori sociali).
E soprattutto, cerchiamo di non peggiorare la loro già difficile situazione.