Formigoni alza la voce, ma non per fornire chiarimenti sulle "vacanze di gruppo" con Pierangelo Daccò (il faccendiere della sanità arrestato nell'ambito delle inchieste giudiziarie su San Raffaele e Fondazione Maugeri), bensì per minacciare. Recita infatti un comunicato della giunta regionale: "La Giunta regionale ha affidato all'Avvocatura l'incarico di agire per tutelare, in sede di giustizia civile, l'onore e la reputazione dell'Amministrazione regionale e del Sistema sanitario lombardo. Azioni "diffamatorie" infatti hanno un risvolto negativo sia per il danno all'immagine dell'istituzione sia per il danno economico, in quanto possono "influenzare le valutazioni di affidabilità sui titoli e investimenti, cioè sui rating" come pure "l'attrattività del sistema sanitario" che si traduce in "domande di cura da parte di utenti di tutte le regioni italiane".
La decisione della Giunta è stata presa considerando che alcuni organi di informazione hanno indebitamente "asserito o suggerito il coinvolgimento di Regione Lombardia nelle vicende relative alle Fondazioni San Raffaele e Maugeri, nonostante l'evidenza che quelli ipotizzati e perseguiti dagli inquirenti sono reati finanziari e tributari che nulla hanno a che fare con le erogazioni delle prestazioni sanitarie, con le procedure regionali di controllo della qualità, appropriatezza e quantità delle stesse e, dunque, con la sanità pubblica".
Lascia un po' perplessi il fatto che i danni alla reputazione della Regione li procuri chi chiede spiegazioni su situazioni ambigue e imbarazzanti e non chi invece genera malaffare e sprechi come Daccò o gli altri indagati in Regione. Ma Formigoni è un uomo d'onore.
Ed è anche singolare che si voglia affrancare il Sistema sanitario lombardo dalle vicende della sanità privata, relegandolo solo al settore pubblico, quando invece è dimostrato che la Lombardia è la Regione italiana che paga di più la sanità privata che accredita. Ma Formigoni è un uomo d'onore.
Formigoni, libera la sedia, e anche gli avvocati.