Pietro segnala che nel nuovo manifesto della Lega è in atto un tentativo di cambiare pelle, con l'invito all'abbandono della politica xenofoba che da fin dall'inizio ha caratterizzato questo movimento. Un cambiamento a quanto pare approvato da Maroni. E pensare che fino a qualche settimana fa l'ex-ministro dell'Interno rivendicava ancora la politica dei respingimenti (nonostante fosse stata condannata dalla Corte dei Diritti Umani di Strasburgo). Chissà se vedremo anche Salvini cantare "Funiculì funiculà" oppure Gentilini adottare bambini rom...
Questo tentativo dimostra come la Lega, travolta dagli scandali (dall'Alpe a Sicilia: almeno in questo ha unito l'Italia), sia in grave difficoltà: anche se effettivamente è azzardato darla per finita, le tensioni all'interno sono palesi, e non sorprenderebbe se si avviasse una scissione interna (e sarebbe il colmo se il sogno secessione si coronasse così). Non è un caso quindi che i sondaggi la diano in netto calo.
Sondaggi che invece premiano Grillo e il suo Movimento 5 Stelle: un fatto che getta nel panico il centrosinistra, che vede il pericolo del dilagare di una populista antipolitica, ma anche il rischio di un'emorragia di voti che potrebbe influire sul risultato finale (come già accaduto in Piemonte e Molise).
Il problema però è che l'avanzata di Grillo corrisponde al fallimento dei partiti tradizionali: più loro stanno fermi e non danno risposte concrete, più danno fiato al comico genovese. Dietro il Movimento 5 Stelle ci sarà anche del qualunquismo, ma guai a liquidarlo con disprezzo: al suo interno ci sono forze e giovani provenienti dalla società civile, delusi dalla politica e che avanzano richieste in alcuni casi condivisibili. Noi da tempo diciamo che forse sarebbe il caso quanto meno di ascoltare e capire (rispondendo con i fatti), e soprattutto di non sottovalutare le spinte di questo Movimento. Questo errore è già stato commesso in passato, proprio con Bossi e la Lega.