giovedì 27 maggio 2010

La manovra

Quella del governo è una vera e propria inversione a "U".
"La crisi non c'è, spendete con ottimismo": e adesso ci dicono che abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità e dobbiamo fare sacrifici.
Il "geniale" ministro dell'economia parlava di conti in ordine e che stavamo meglio degli altri: salvo poi minacciare le dimissioni se i suoi degni compari non avessero avallato i tagli della nuova finanziaria.
In pratica, ci hanno sempre raccontato un sacco di balle.
Ieri, in conferenza stampa, Berlusconi e Tremonti sembravano 2 artisti di basso avanspettacolo mentre presentavano una manovra che spreme il paese come un limone, andando a colpire sempre i soliti (i ceti medio-bassi), che non mette le mani nelle tasche degli italiani (perché ormai vuote) ma va direttamente ai risparmi sempre più assottigliati dall'emergenza economica.
Un provvedimento che anche questa volta non tocca i redditi alti (ad esempio le rendite finanziarie) ma taglia fondi agli enti locali: il che vorrà dire meno servizi sociali ai cittadini. E la tanto annunciata decurtazione degli stipendi dei politici alla fine è una vera presa in giro, e di certo non risolve i gravi problemi.
Sono stati poi bloccati gli stipendi dei dipendenti pubblici, ma non i prezzi di carburante, gas ed energia elettrica. E tagli utili (come le abolizioni delle province) non vengono invece attuati per egoismi ed opportunismi. E di sicuro, il tanto agognato "federalismo" salterà per l'ennesima volta, salvo poi essere ripresentato alla prossima campagna elettorale per fare presa sui soliti boccaloni.
Per Berlusconi la colpa di questa situazione è tutta della sinistra: peccato invece che il governo Prodi fosse riuscito a contenere il deficit sotto il 3%! E poi, si copia la "sinistra" ripescando alcuni provvedimenti intrapresi proprio dal precedente governo per combattere l'evasione fiscale, come la tracciabilità dei pagamenti.
Ciò che sconcerta è che anche in altre nazioni si stanno avviando manovre finanziarie per fare fronte alla grave situazione, ma i tagli vanno ad incidere sui privilegi (come in Inghilterra), le tasse vengono aumentate ai più ricchi (vedi Spagna), i conti pubblici vengono risanati ma salvaguardando scuola, formazione, ricerca e assistenza sanitaria (come in Germania). Ma, soprattutto, negli altri Paesi sono previste riforme strutturali per il rilancio dell'economia, con politiche di aiuto alle imprese e per l'occupazione. Cosa assente assolutamente nel piano di Tremonti, che appare totalmente improvvisato, e che preoccupa fortemente perché non si intravede uno sbocco futuro. Se non c'è crescita non ne usciamo più: non si può tagliare all'infinito!
Noi avevamo presagito circa un anno fa che la crisi sarebbe deflagrata. E ci azzardiamo in un'altra previsione: scommettiamo che questa manovra non basterà?
Nel dubbio, allacciate le cinture, ed assumete la posizione per l'impatto.