martedì 4 maggio 2010

Il fango delle dimissioni

Per la seconda volta nella sua travagliata carriera ministeriale, Claudio Scajola ha annunciato oggi le sue dimissioni: le accuse e le prove contro di lui erano così evidenti e schiaccianti che perfino il Giornale di famiglia ne aveva preso le distanze.
Ciò che lascia davvero allibiti è il comportamento non solo illecito ma così imprudente e maldestro di un politico ormai navigato (e anche recidivo), quasi fosse ormai sicuro della propria impunità. Per non parlare poi delle giustificazioni strampalate con cui sta tentando di discolparsi.
E c'è poco da esultare: questa è una vicenda che fa male a TUTTI, perché getta discredito sull'immagine dell'Italia e contribuirà ancora di più ad allontanare la gente dalla politica e dalle istituzioni.
Ma nonostante questo, la sensazione è che il governo o non sembra rendersene conto, oppure ha ormai deciso di relegarsi nella propria torre d'avorio e infischiarsene del Paese.
Così, al di là delle dichiarazioni assurde (e sfacciate) di Berlusconi, che evidentemente ha un'idea del tutto personale (o ad personam) del senso dello Stato, così come della libertà di informazione (a proposito, nella classifica, a dispetto di ciò che dice il premier, l'Italia è stata superata nella classifica stilata da Freedom House anche da Tonga), colpisce soprattutto la ferma intenzione da parte dell'esecutivo di non provvedere subito con il DDL anticorruzione, ma piuttosto procedere celermente magari con l'iter del legittimo impedimento, che, ricordiamo, nell'ultima stesura prevede l'allargamento all'impunità anche per i ministri. In pratica, fosse stato in vigore già adesso, Scajola sarebbe stato inattaccabile, e probabilmente, vista la stretta che si sta cercando di fare sull'informazione, nemmeno avremmo saputo dello scandalo che lo coinvolge. E su quest'ultima constatazione, ci sarebbe davvero di che meditare.
Ora vedremo se questa imbarazzante vicenda porterà un effetto domino sul governo oppure se potrà servire da sferzata alle forze politiche che VERAMENTE hanno il senso dello Stato, in modo da attivarle per fare uscire l'Italia da un pantano pericoloso di inerzia e malaffare.