Davvero istruttiva la puntata di "Report" di ieri sera, che invitiamo tutti a vedere. Argomento: la Lombardia di Formigoni, in particolare "l'eccellenza" del sistema sanitario.
Come avevamo già denunciato noi più volte, i giornalisti di "Report" con la loro inchiesta hanno dimostrato che tanta eccellenza poi alla fine non c'è, ma semmai parecchie contraddizioni:
- spesa eccessiva (17 miliardi sui 21 del bilancio della Regione finiscono nella sanità: un sistema destinato quindi prima o poi ad implodere e che in futuro i figli dei nostri figli piangeranno)
- settore privato privilegiato rispetto al pubblico
- nessun impegno verso la prevenzione o l'assistenza post-ospedaliera
- medici che protestano contro i primari di Comunione e Liberazione
- pazienti operati solo per ottenere maggiori compensi (in Lombardia, per fare un esempio, vi sono più cliniche di cardiochirurgia che non nell'intera Francia, e siamo la regione in cui vi è un maggior ricorso a protesi meccaniche per patologie cardiache)
- controlli che non ci sono, rimborsi gonfiati, scandali, inchieste della Procura.
Soprattutto impressiona il fatto che imprenditori che in passato hanno avuto condanne per truffa alla Regione o sono tuttora inquisiti, continuino a lavorare comunque per l'amministrazione Formigoni. Così come desta molte perplessità il fatto che molti primari appartengano a Comunione e Liberazione, dando l'impressione che questa sia effettivamente la referenza essenziale per ottenere l'incarico.
Ma d'altra parte, le ambiguità che si riscontrano nell'inchiesta dello staff di Milena Gabanelli, le ritroviamo anche nella composizione della nuova giunta Formigoni, che ha appena giurato. Una giunta che più che per meriti e competenze sembra essere stata composta in base ad una mera filosofia partitocratica di spartizione delle poltrone, a partire già dal numero bilanciato degli assessori per compagine: 5 per la Lega, 5 per il Pdl e 6 per CL, ormai vera e propria forza politica.
Se poi guardiamo nello specifico la scelta dei singoli, a dirigere la Sanità troviamo il medico di Bossi; sottosegretario "all'Attrattività" (quindi paesaggio, ambiente, edificabilità) invece è il geometra di Berlusconi; a suo cognato, Formigoni invece rinnova l'assessorato alla Famiglia (la loro?); la Sicurezza invece va a Romano La Russa (così potrà interfacciarsi con il suo fratellone ministro). Poi ci sono altri che occupavano in precedenza poltrone e che se ne sono viste assegnare altre, ma nettamente differenti dalle precedenti esperienze, senza che si capisca con quale criterio: Buscemi passa ad esempio dai Servizi Sociali alla Cultura, e Maullu dalla Protezione Civile al Turismo. E per qualche trombato eccellente alle elezioni, come il leghista Zanello, ci si inventa una una delega da sottosegretario al Cinema. E, dulcis in fundo, UNA sola donna presente nella compagine (e tra l'altro, con un assessorato di poco peso come quello dello Sport). In barba, come sottolinea Giuseppe Adamoli, agli indirizzi statutari e alla rilevanza dell’universo femminile in Lombardia.
Per accontentare tutti, comunque, in totale ben 16 assessori e 4 sottosegretari: più che di eccellenza forse sarebbe il caso di parlare di eccedenza.