E' andata in scena ieri sera l'ennesima puntata della saga del "tricolore offeso".
Riassunto delle puntate precedenti:
a Malnate, l'assessore leghista Barbara Mingardi viene sorpresa su Facebook con una frase di vilipendio alla bandiera. Visto il clamore suscitato, presenta allora le proprie dimissioni, ma poi (su pressione di Stefano Candiani, segretario provinciale del suo partito e sindaco di Tradate) le ritira. Sandro Damiani, sindaco di Malnate, però considera le dimissioni dell'assessore "irritrattabili e irrevocabili", e rimane contrariato dell'ingerenza di Candiani.
Posizione ribadita proprio ieri sera all'apertura del Consiglio Comunale straordinario richiesto dal PD di Malnate (i cui giovani sostenitori si sono presentati per l'occasione indossando magliette recanti il tricolore e con i nomi dei padri della patria -vedi foto VareseNews-). Una seduta che si è chiusa poi con la votazione all’unanimità (compreso anche il gruppo della Lega) della mozione a favore della bandiera italiana.
La vicenda, quindi, ormai è diventata un braccio di ferro (o una partita a scacchi) tra i 2 sindaci.
E a quanto pare lo scontro rischia di degenerare con la caduta della giunta di centrodestra di Malnate, se nessuno dei 2 contendenti sarà disposto a fare un passo indietro. Dubitiamo che il segretario leghista riveda le sue posizioni: più facile che Damiani si rimangi le sue dichiarazioni.
Certo, constatiamo che la Lega si dimostra una volta di più un partito centralista, e che le decisioni dei suoi esponenti locali sono legate alle direttive che arrivano dall'alto (come tra l'altro accade anche a Vedano Olona).
Ad ogni modo, per ora si è chiuso il primo tempo, ma siamo certi che si arriverà fino ai supplementari, e che a Malnate ne vedremo ancora di tutti i colori. Anzi, tricolori.