Nel DDL intercettazioni è presente una norma che rischia di passare sotto silenzio, e di mettere sotto silenzio la Rete. Ci riferiamo all'articolo 28 del disegno di legge 1611 che, ripescato dalla legge sulla stampa dell'8 febbraio del 1948, la aggiorna e la applica anche all'informazione amatoriale su Internet. Che cosa dice questa norma? Che "Per i siti informatici, le dichiarazioni o le rettifiche sono pubblicate, entro quarantotto ore dalla richiesta, con le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono".
Molti blogger si sono allarmati per questo articolo: senza rettifica entro le 48 ore, infatti, si è passibili di una multa salatissima fino a 12.500 euro. Quindi, può capitare che il blogger possa essere impossibilitato a provvedere alla rettifica, o, se decidesse di difendere la propria notizia, non avere le risorse per pagare la multa e per difendersi a lungo in tribunale, soprattutto trovandosi in uno stato di inferiorità rispetto a chi può pagare gli avvocati migliori. Questo potrebbe significare che chiunque avrà timore di pubblicare un'informazione se non verificata e non dimostrabile nell'immediato, su un camorrista, un politico colluso, una violenza subita. Addio vox populi, e via, verso il conformismo e l'autocensura (tenendo conto di come funzionano i media classici, giornali e soprattutto TV).
La cosa singolare è che in definitiva si equipara un blogger a un giornalista professionista, un sito a una testata registrata, senza però dargli le garanzie di legge e i finanziamenti pubblici che molti giornali e testate hanno: insomma, ci si prende tutte le responsabilità (oneri) ma non i benefici (onori).
Contro questa legge iniqua dobbiamo fare sentire la nostra voce: è possibile farlo firmando una petizione su nobavaglio.it, oppure mettendoci la faccia su questa pagina di Facebook.
La libertà è partecipazione. E la Rete è il simbolo della partecipazione attiva.
(fonte: ARTURO DI CORINTO, ricercatore, giornalista e saggista esperto di Internet, fra i promotori dell'appello contro la legge sulle intercettazioni)