La invocano tutti, per primi i così detti "ricchi": aveva iniziato il miliardario americano Buffet, poi hanno seguito il suo esempio in Europa e anche in Italia. Ma il governo sulla patrimoniale è rimasto piuttosto sordo, e quel piccolo contributo chiesto a chi ha redditi (non patrimoni) superiori ai 300.000 euro non risolverà di certo i problemi, visto che porterà nelle casse dello Stato un centinaio di milioni di euro. Ben altro impatto avrebbe avuto ad esempio la ricetta suggerita da Pietro Modiano, presidente di Nomisma: una patrimoniale sui redditi di quella fascia pari al 20% della popolazione che possiede ingenti patrimoni, vale a dire una base imponibile di 2200 o di 5000 miliardi, a seconda che si escludano o no gli immobili. Un provvedimento che renderebbe disponibili 200 miliardi per riportare il rapporto debito/prodotto interno lordo al 100% liberando così 8 miliardi all'anno di minori interessi.
Ma nessuno ci ha voluto sentire. E anche il PD si è dimostrato piuttosto restio, salvo poi proporla ma senza troppa enfasi. Eppure è in momenti come questi, di vera emergenza, che occorre agire con decisione e coraggio (mica come questo governo!).
E a maggiore ragione lo deve fare un Partito che si propone riformista e alternativa di governo.
Allora forza: per quanto sia possibile, spingiamo la patrimoniale!