Il Tribunale di Milano ha condannato Bernardo Caprotti, patron di Esselunga, a pagare un risarcimento di 300mila euro per il libro "Falce e carrello", in cui è stata ravvisata concorrenza sleale e denigrazione nei confronti di Coop Italia.
Fin qui una sentenza normale, che ci può stare. Ciò che sorprende, è il fatto che la sentenza preveda anche l’immediato ritiro di tutte le copie del libro: una censura bella e buona, che in un Paese democratico ci pare indubbiamente eccessiva. Speriamo che sia veramente una misura temporanea.