Più di un milione di tonnellate di rifiuti tossici del Nord Italia che tra il 1999 e il 2000 partivano a bordo di camion verso il Sud. Fumi delle industrie siderurgiche e metallurgiche, oli minerali, lubrificanti delle macchine, scarti delle vernici, ceneri residue da combustione, solventi, e le acque proveniente da stabilimenti di industrie chimiche e acidi: da Milano, Vicenza, Padova, Treviso, Verona, Venezia, Bergamo e Brescia con una regolarità di circa 100 viaggi a settimana per essere sversati nelle campagne campane. Uno sversamento dei rifiuti ha distrutto la coltivazione della mela annurca, dei carciofi, dei pomodori, dei mandarini, delle pesche, dei finocchi e dei broccoli, ha avvelenato il latte delle bufale, devastato gli alberi di limoni, provocando danni enormi alle risorse agricole e alla salute degli abitanti delle zone avvelenate.
Un'inchiesta durata 13 anni, che ha portato al rinvio a giudizio di ben 98 imputati, ma che ha visto finire tutto nella prescrizione.