Dopo la lotta intestina tra le "diverse correnti", ecco un altro contrasto all'interno della Lega: questa volta è la Lega di Roma contro la Lega del territorio. Il consiglio federale (per bocca del Trota) ha infatti imposto un ultimatum agli amministratori locali leghisti che contestano la manovra del governo Berlusconi: BASTA PROTESTE, pena l'espulsione dal partito.
Ad essere in pieno imbarazzo è il sindaco di Varese Attilio Fontana, che è anche presidente di Anci Lombardia, e che in quanto tale è stato promotore della protesta dei sindaci contro i tagli della manovra del governo, al punto da organizzare uno sciopero dei sindaci per il 15 settembre.
Come scrive VareseNews, ora Fontana è di fronte a un bivio politicamente drammatico: o sconfessa la sua battaglia da sindaco contro i tagli governativi che dissanguano i comuni, o si trova alle soglie dell’espulsione della Lega Nord. E se dovesse mancargli l'appoggio del suo partito con cui è stato eletto come potrebbe continuare a fare il sindaco ed amministrare (come afferma anche lo stesso Fontana)?
La cosa quindi che si evidenzia da questa vicenda è che le decisioni della Lega prese in pura concezione centralista possono influenzare pesantemente la vita amministrativa di un territorio. Alla faccia del "Padroni a casa nostra".