Davanti ad una folla di militanti, che non erano certo al comizio per abbronzarsi, Pierluigi Bersani chiude la Festa Democratica Nazionale di Pesaro. Un discorso il suo che ha toccato diversi punti, dai valori dell'unità d'Italia all'identità del Partito ("siamo i figli della Costituzione e del 25 aprile. Siamo un partito di patrioti, autonomisti e riformatori, un partito popolare del secolo nuovo"), per arrivare all'emergenza economica che ci ha fatto "diventare lo strapuntino d'Europa e guardati come una zavorra", a causa di un governo che "ha mentito agli italiani, occultando e ignorando la crisi. E di averla aggravata con politiche dissennate. Di essersi occupati notte e giorno dei fatti loro e non dei fatti degli italiani". Per questo "subito via Berlusconi, altrimenti ci porta a fondo". Quindi, "sì a un governo di transizione o subito elezioni".
Chiusura con un riferimento velato alle vicende che hanno interessato Filippo Penati, ma con una difesa del Partito: «Sempre nella presunzione d'innocenza, è necessario un passo indietro di fronte alle inchieste della magistratura, ma non ci infanghino con bufale. Non passerà il tentativo di metterci nel mucchio. Se Berlusconi dovesse fare un passo indietro, sarebbe a pochi chilometri da qui, nel carcere di Ancona». E ricorda Angelo Vassallo, il sindaco di Polliuca ucciso un anno fa, Mino Martinazzoli, recentemente scomparso e anche Enrico Berlinguer.
Prossimo appuntamento per la Festa Nazionale PD del 2012: a Reggio Emilia, città del tricolore.
Ma prima, il 5 novembre, grande manifestazione a Roma "a sostegno dell'Italia, delle nostre idee e della necessaria svolta politica".
Qui il testo integrale dell'intervento di Pierluigi Bersani.