Si discute di trovare una nuova formula o un indicatore diversi dal Pil, che sia in grado di fornire la misura dello sviluppo economico, determinando il grado di crescita o arretramento a livello sociale di una nazione.
In realtà da diversi anni esiste il QUARS (Indice di Qualità dello Sviluppo Regionale), un indicatore che prova ad individuare e collegare tra di loro le componenti di uno sviluppo fondato sulla sostenibilità, la qualità, l’equità, la solidarietà e la pace. Il QUARS viene utilizzato dal 1999 da 47 organizzazioni della società civile che si sono unite nella campagna "Sbilanciamoci!", al fine di offrire (tramite la realizzazione di un rapporto annuale) una analisi di come si vive in Italia (regione per regione).
Le variabili che compongono il QUARS sono in tutto 41, raggruppate in 7 dimensioni:
Ambiente: valutazione dell’impatto ambientale che deriva dalle forme di produzione, distribuzione, consumo e buone prassi intraprese per mitigarne gli effetti negativi.
Economia e Lavoro: condizioni lavorative e di reddito garantite dal sistema economico e dalle politiche redistributive eventualmente messe in atto.
Diritti e Cittadinanza: servizi ed inclusione sociale di giovani, anziani, persone svantaggiate e migranti.
Pari opportunità: assenza di barriere basate sul genere alla partecipazione alla vita economica, politica e sociale.
Istruzione e Cultura: partecipazione al sistema scolastico, qualità del servizio, istruzione della popolazione, domanda e offerta culturale.
Salute: qualità ed efficienza dei servizi sanitari, prossimità, prevenzione
Partecipazione: partecipazione politica e sociale dei cittadini.
Il rapporto del 2010 offre indicazioni interessanti, e, per alcuni aspetti, sorprendenti.
Intanto, nella classifica risultante si distinguono nelle prime posizioni le regioni del Centro e del Nord, mentre nella parte bassa seguono le regioni del Centro e del Mezzogiorno. La soglia dei valori positivi del QUARS è considerata al livello dell’undicesima posizione (occupata dalla Liguria).
Il Trentino Alto Adige si conferma (come negli anni precedenti) alla prima posizione, e a seguire Emilia-Romagna e Toscana.
Per quanto riguarda la nostra regione, la Lombardia si posiziona al 9° posto (proprio al limite della positività), perdendo una posizione rispetto allo scorso anno: non stiamo quindi così bene. La cosa interessante (e curiosa) è che se si mette a confronto il QUARS con il PIL pro capite a livello regionale si evidenzia una differenza di performance particolarmente evidente per il nostro territorio, che registra un calo di ben 6 posizioni. Insomma, il concetto è semplice: inutile guadagnare più degli altri se poi ci si ammala di asma bronchiale per i PM10 o si rimane compressi come sardine in un treno affollato e fatiscente. In particolare la Lombardia lamenta grossi problemi a livello ambientale, figurando al penultimo posto della classifica (peggio di noi solo la Campania, penalizzata dalla pessima raccolta differenziata, uno degli indicatori calcolati).
In ogni caso, qui è possibile visualizzare delle simulazioni attraverso mappe dell'Italia presentate sotto forma di cartogrammi: più una regione risulta penalizzata in una delle dimensioni scelte, più la sua superficie è schiacciata e/o ridimensionata. E come potrete vedere, la Lombardia, purtroppo, è piuttosto mal-ridotta, rispetto a tutte le potenzialità e le risorse che possiede per essere la locomotiva d'Italia (o l'eccellenza, come dice a vanvera chi la governa).