mercoledì 3 novembre 2010

Obama, sogno americano dimezzato?

Sembrano essere passati secoli, anziché solo 2 anni, dalla storica vittoria di Obama. E questa sensazione viene rafforzata dai risultati delle elezioni del Mid Term: in due anni Obama sembra avere dilapidato gran parte dei consensi e l'alone di speranza che avevano circondato la sua vittoria nel 2008.
Barack Obama infatti incassa una dura sconfitta. Vincono i "rossi" (il colore dei repubblicani) ed il suo partito (i "blu" Democrats) perde nettamente la maggioranza alla Camera, riuscendo però a conservare il Senato. Se si guarda al passato, può essere una consolazione (seppure molto magra) per Obama, visto che andò peggio a Ronald Reagan, Bill Clinton, George W. Bush, che alle elezioni di Mid Term persero la maggioranza in ambedue i rami del Congresso.
Le cause di questa sconfitta stanno in una crisi economica che stenta a passare, e che ha determinato due spinte contraddittorie: "da una parte lo hanno disertato quelle fasce di "nuovo voto" (giovani, minoranze etniche, ambientalisti, pacifisti) che rimproverano a Obama di non essere stato abbastanza audace nelle riforme.
Dall'altra, si sono spostati a destra molti elettori centristi, moderati e indipendenti, sensibili alla propaganda del "Tea Party": convinti cioè che Obama abbia fatto fin troppo, con manovre di spesa pubblica anti-crisi che hanno scavato una voragine nel deficit pubblico
".
Protagonista di queste elezioni il "Tea Party", il movimento della destra populista repubblicana guidato da Sarah Palin, che basa la sua dottrina nello Stato minimo, tagli alla spesa pubblica e poche tasse. Una sorta di Lega degli USA, capace di parlare alla pancia della gente, ma di non vedere al di là del proprio naso.
E nonostante la Casa Bianca in questi 2 anni abbia ridotto le tasse al 95%, la diffusa sensazione negli americani è che invece le imposte non siano state affatto ridotte ma salite.
Si rimprovera ad Obama anche di non aver risollevato l'occupazione: ma i fondi del "piano di stimolo" ne hanno creata finanziando l’apertura di nuovi cantieri, ma soprattutto ha limitato i licenziamenti di insegnanti, poliziotti e impiegati pubblici, dando un po’ di sollievo alle esauste casse di Stati e municipi.
Probabilmente non è bastato a contrastare la difficile situazione economica, ed ora Obama dovrà davvero rimboccarsi le maniche (giusto per stare in tema "democratico") e soprattutto riallacciare il dialogo con i repubblicani.
Nota degna di attenzione: il personaggio emergente, l'uomo nuovo delle elezioni del Mid Term è Marco Rubio, stella del "Tea Party", figlio di esuli cubani e considerato per questo "l'Obama dei repubblicani", dato addirittura come futuro sfidante dell'attuale Presidente: possiamo quindi dire che in ogni caso l'America ha ormai proprio cambiato volto.