L'amministrazione comunale di Vedano Olona sta per chiudere con una barriera l'area dismessa della ex cartiera Sottrici. Una decisione presa per impedire rave party, come accaduto al Capodanno del 2008. Vedano Olona non è il primo comune a prendere un provvedimento simile per le aree dismesse presenti sul proprio territorio. Nulla da eccepire sui motivi di sicurezza (stradale ed urbana), anche se non sappiamo se e quanto il provvedimento potrà essere efficace (i muri sono fatti apposta per essere scavalcati o abbattuti: lo insegna la storia), ma di certo divieti di questo genere vanno a lambire in parte i reali problemi di fondo:
- mancanza di spazi per i giovani
- uso e diffusione delle droghe
- inutilizzo delle aree dismesse.
Problemi collegati l'uno all'altro, e che comunque non dovrebbero essere a carico delle sole amministrazioni comunali, ma bensì presi in mano a livelli più alti.
Ad ogni modo, l'assenza di spazi dove i giovani possano ritrovarsi od esprimersi è di certo una grave mancanza che ritroviamo sia nei piccoli comuni che nelle città. Un problema non di facile soluzione, perché occorre anche conciliare al divertimento dei giovani il diritto alla quiete pubblica di chi abita nei paraggi. Per non parlare poi del controllo per quanto riguarda la sicurezza e l'abuso di droghe, sempre più diffuso e sempre più letale. Problemi questi ultimi che non si risolvono certamente solo con divieti e barriere, visto che poi si riscontrano, purtroppo, anche in locali privati ed autorizzati, ed in occasione, addirittura, di feste scolastiche (senza scomodare i rave party). E' l'informazione che in questi casi andrebbe invece incentivata, insieme alla responsabilizzazione delle famiglie: ma purtroppo spesso non avviene.
Le aree dismesse (poste fuori dagli abitati, come è il caso della Sottrici) potrebbero essere uno sbocco per creare spazi ricreativi per i giovani, ma anche per affrontare l'emergenza casa, senza creare nuova cementificazione sul territorio, ma ristrutturando sul costruito. E' davvero illogico, infatti, vedere interi edifici inutilizzati ed abbandonati a se stessi, e che spesso diventano oggetto di occupazioni abusive: atti certamente da condannare, ma non è nemmeno giustificabile lo spreco di queste risorse. E purtroppo, spesso, queste aree, anziché a spazi ricreativi o ad appartamenti di edilizia popolare, vengono destinate all'edificazione di centri commerciali (come se già non ce ne fossero abbastanza) o dei più eleganti "outlet". Scelta che spesso si rivela dannosa per i piccoli esercizi di paese (sempre più in difficoltà e destinati all'estinzione), e dispendiosa quanto inutile nel corso degli anni (quanti di questi centri commerciali non sono decollati ed hanno poi chiuso per debiti? Basti pensare alla "Fornace" di Tradate).
E sarebbe davvero disdicevole se anche la nostra amministrazione, che ha iniziato a lavorare in sinergia con la proprietà della ex Sottrici per valutare una futura valorizzazione del sito, decidesse di autorizzare su quell'area proprio l'insediamento di un centro commerciale o di un outlet. Ci auguriamo di no, soprattutto dopo che di recente c'è stato un incontro con i commercianti del paese per promuovere un'iniziativa a favore delle loro attività: le buone intenzioni finirebbero infatti per tramutarsi in una presa in giro.
lunedì 8 novembre 2010
No spazi, no rave party?
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