martedì 23 novembre 2010

Morti bianche, futuro nero

L'altro ieri è morto il secondo dei 6 operai ustionati nello stabilimento di Paderno Dugnano. E ieri altri 4 operai sono morti in altrettanti incidenti sul lavoro, rispettivamente a Palermo e a Bologna e nel bresciano.
Gli infortuni sul lavoro non conoscono latitudine, ma in Italia il primato spetta alla Lombardia (rapporto Eurispes luglio 2010), con 149.506 casi (un tasso superiore all'intera Germania! Altra "eccellenza" raggiunta da Formigoni...).
Inosservanza delle regole, tagli della spesa sulle misure di sicurezza, assenza di controlli e gestione malavitosa di diversi imprenditori (basti pensare che nella fabbrica di Paderno Dugnano il sindacato non era mai riuscito ad entrare, mentre il titolare aveva subito già due arresti per discarica abusiva e traffico illecito di rifiuti, eppure continuava a lavorare con i permessi della Regione): non la tragica fatalità, ma queste sono le cause che provocano vittime sul lavoro, con cifre che sembrano un bollettino di guerra.
E mentre occorrono leggi e controlli severi sull'applicazione delle stesse, il governo punta decisamente sulla strada opposta, rendendosi così complice di queste stragi.