In un film di fantascienza degli anni '50, "Blob" è una creatura informe e gelatinosa giunta sulla Terra per mezzo di una meteora, che inizia ad espandersi inarrestabile e ad inglobare tutto ciò che incontra sul suo cammino.
In un certo senso ricorda la monnezza di Napoli: un ammasso di rifiuti e sacchi neri che continua a crescere e moltiplicarsi, al punto da sembrare ingoiare la città. Solo che la monnezza non proviene dallo spazio, ma ha un'origine decisamente terrestre: è il frutto dell'incuria, della non governabilità, dell'inciviltà, della criminalità e della speculazione.
Una sciagura che parte da lontano, quasi 20 anni, con governi di centrodestra e centrosinistra, attraverso i Bassolino, le Iervolino, fino ad arrivare oggi ai Cosentino: un insieme di "ini", la cui somma dà gli "oni" di Berlusconi, immagine del fallimento di una classe politica e dirigente incapace e corrotta, che anziché pensare al bene pubblico è dedita agli affari propri, che complica invece di risolvere, promette e non mantiene.
Eppure la soluzione non è impossibile, se si pensa che, a pochi chilometri di distanza da Napoli, Salerno, la città amministrata da Vincenzo De Luca, in poco tempo ha raggiunto ben il 72% nella raccolta differenziata.
E come nel film veniva alla fine trovato un antidoto per fermare la minaccia del mostro, anche nella realtà di Napoli la calamità dei rifiuti può essere debellata, con interventi seri e mirati, come l'avvio di un programma che porti alla pratica della raccolta differenziata, la creazione di centri di compostaggio, la bonifica dei siti inquinati, ma soprattutto una gestione del coordinamento sana e corretta, che sia in grado di contrastare le attività illecite al ciclo dei rifiuti e salvaguardare l'ambiente.
Ci sarà un lieto fine in Campania, o sperarlo è fantascienza?