Stefano è giustamente preoccupato per l'annuncio del progetto di una nuova autostrada: la Varese-Como-Lecco. Anche perché significa un'altra bella porzione di territorio (verde e zone agricole annesse) sacrificata. Così, a casa nostra ci troveremo tanti bei corridoi d'asfalto. Per carità, le grandi infrastrutture servono: però sembrava che già la Pedemontana potesse risolvere tutti i problemi di traffico e collegamento. Però ci si chiede con quale logica vengano pensati questi progetti: ad esempio, si afferma che con questa nuova autostrada si riuscirà a raggiungere Lecco da Varese in circa mezz'ora. Ma si sottolinea anche che quest'opera è indispensabile per le aziende (130 mila imprese sul territorio): quindi significa che su quel tratto viaggeranno in particolare mezzi pesanti, per cui il traffico alla fine risulterà intenso e a rilento (insomma: ciao ai 30 minuti di percorso).
Oltretutto, alle diverse uscite, occorrerà creare degli svincoli (per cui altro asfalto e cemento a scapito del verde), che rischiano di sconvolgere i paesi.
Sarebbe senz'altro meglio, a questo punto, incentivare il traffico merci sulle rotaie, come avviene in Svizzera. E piuttosto, come suggerisce anche il consigliere regionale PD Stefano Tosi, completare la Pedemontana con i necessari punti di scambio intermodale, in modo da collegarsi all'Alptransit.
La sensazione quindi è che queste opere vengano portate avanti senza logica, soprattutto quando senti l'assessore regionale alle infrastrutture Raffaele Cattaneo (ovviamente favorevole alla nuova autostrada) affermare che «Gli investimenti devono andare di pari passo sia nel trasporto pubblico che in quello privato». Ecco, il fatto è che mentre si continua ad investire in asfalto (1 miliardo e mezzo di euro la Varese-Como-Lecco), nel trasporto pubblico la situazione è ben diversa: 30% di tagli alle linee ferroviarie e 30% di aumento per biglietti e abbonamenti. Per cui dichiarazioni di questo tipo lasciano davvero perplessi. E anche un po' preoccupati.