Dopo essere passato su quasi tutte le trasmissioni delle reti Rai e Mediaset a dire che non gli veniva concesso spazio, finalmente al ministro Maroni è stato permesso di replicare a Saviano in "Vieni via con me". C'è stata molta attesa per l'elenco che il ministro ha poi letto nel corso della serata. Qualcuno lo aveva anche anticipato con un elenco di cose che sicuramente non avrebbe detto, chi invece ha stilato un elenco delle frasi di alcuni esponenti leghisti che maggiormente hanno caratterizzato la Lega, chi invece ha rivolto le classiche 10 domande al ministro.
La lista di Maroni comunque non ha riservato sorprese, e praticamente sono state ripetute né più né meno che le obiezioni con cui era stato contestato l'intervento di Saviano la settimana precedente.
Si è anche discusso dell'opportunità o meno di concedere lo spazio a Maroni: una scelta alla fine che reputiamo corretta, anche perché è stata una bella lezione di democrazia. Certo, ora si dovrebbe magari concedere la replica a magistrati e rappresentanti delle forze dell'ordine, giusto perché ricordino l'elenco degli ostacoli che questo governo gli ha procurato con alcune azioni: dai tagli alle risorse, ai provvedimenti legislativi come il DDL anti-intercettazioni (per fortuna ancora fermo), ai no all'autorizzazione a procedere verso alcuni parlamentari inquisiti. E tutto questo con il benestare della Lega. O meriterebbe anche di essere letto (se ce ne fosse la possibilità) l'elenco dei nomi di quegli immigrati respinti in mare e mandati a morire nel deserto dopo essere stati consegnati nelle mani dei libici.
Noi ci limitiamo ad una piccola replica al ministro: se le mafie in questi anni sono state colpite come non mai, perché la sensazione che si ha è che siano più forti di prima? E poi: è vero che nelle indagini su mafia e 'ndrangheta sono stati coinvolti e perfino arrestati esponenti politici di altri partiti ma non della Lega. Ma se è per questo, quanti esponenti della Lega hanno subito minacce o perfino sono stati colpiti da mafia e 'ndrangheta? Piuttosto assistiamo, in linea generale, al fatto che, anziché affrontare urgenze come la criminalità organizzata, gli amministratori leghisti hanno ben altre priorità, tipo:
- i corsi di dialetto
- le tradizioni locali (a volte frutto della più sfrenata fantasia e senza alcun fondamento storico)
- i soli delle Alpi
- l'ostilità verso gli immigrati
- la lotta ai mendicanti
- i divieti più assurdi (come non sedersi sui gradini o non aprire negozi etnici)
- le ronde, e chi più ne ha più ne metta.
E mafia e 'ndrangheta, come dimostrano le infiltrazioni sempre crescenti nel nord ed in Lombardia, si fanno tranquillamente gli affari propri: senza timori di contraddittorio.