Monsignor Luigi Manganini, arciprete del Duomo di Milano, si era detto sdegnato alla notizia di «una mega boutique da 200 metri quadrati, col marchio Tiffany, nel centro di piazza Duomo, sotto a un albero di Natale alto 48 metri e illuminato da centomila luci bianche: è un’idea offensiva, quella di mettere una gioielleria al centro di piazza Duomo in un momento di grave crisi economica com’è quello che la città affronta».
Sotto la luce dei riflettori della trasmissione "Chiambretti Night", Letizia Moratti quindi non solo si era detta incredibilmente all'oscuro dell'iniziativa del Comune di cui è sindaco, ma aveva promesso che l'albero di Natale firmato "Tiffany" non ci sarebbe stato: «Non ne sapevo nulla. Io non voglio l'albero di Tiffany in piazza Duomo, non mi sembra giusto».
Risultato: l'albero ci sarà, già a partire da domani, con gioielleria annessa.
All'albero di Natale quindi ci pensa lo sponsor. Alle palle ha provveduto invece la giunta Moratti.
Di fronte a questa mancanza di coerenza e serietà, ci auguriamo per Milano che domani il vincitore delle primarie del centrosinistra per il candidato sindaco a Milano, sia anche quello che primeggerà la prossima primavera alle elezioni amministrative.