In Parlamento si fanno le ore piccole per approvare il più in fretta possibile il disegno di legge governativo sulle intercettazioni. In un momento in cui, grazie anche alle intercettazioni, i cittadini hanno scoperto il dilagare della corruzione ed il malaffare tra "casta" e "cricca" (che hanno portato alle clamorose dimissioni di un ministro coinvolto), il governo, invece di provvedere a norme più severe su tangenti ed autoriciclaggio (il DDL anticorruzione è ancora fermo da dicembre 2009, quando venne annunciato) elabora una legge che, con la scusa di colpire l’abuso di intercettazioni, renderà i cittadini più insicuri di fronte alla delinquenza; meno uguali, a forza di eccezioni per parlamentari, preti e agenti segreti; e più disinformati. E davvero sconcertano dichiarazioni come quella di Daniela Santanché (vedi video) sulla "privacy dei mafiosi": perché, dato per scontato che non si è in malafede, significa non avere proprio idea di che cosa si discute.
Il fatto è che in questo Paese si preferisce fare la voce grossa ed essere inflessibili con i deboli, arrivando persino ad escludere dalle mense scolastiche i bambini delle famiglie che sono in arretrato con i pagamenti, ma si chiude un occhio e magari due di fronte a chi, corrompendo e facendosi corrompere, deruba alla grande i contribuenti, fa lievitare costi e tare degli appalti, falsa la concorrenza tra imprese e sovverte i criteri di merito tra le persone.
E spiace riscontrare che questa situazione si ritrovi anche nel nostro comune, dove i partiti locali di centrodestra nelle interviste e sui loro organi istituzionali si esaltano per sanzioni comminate ai mendicanti a seguito di una loro ordinanza, mentre nulla dicono e chinano la testa (probabilmente per imbarazzo, sudditanza o ignavia) davanti a vicende come quella del ministro Scajola.
E lo diciamo senza fare "facile ironia", perché c'è poco da scherzare su questi argomenti.
giovedì 20 maggio 2010
Avanza la legge per la tutela della privacy dei mafiosi
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Vedano Olona