Dopo più di 150 giorni, con il giuramento di Paolo Romani (nella foto) abbiamo il nuovo ministro dello Sviluppo Economico, una figura che doveva colmare un vuoto che aveva suscitato critiche e lamentele dal mondo della politica. Ma la soluzione rischia di essere più dannosa del problema.
La migliore battuta su questa nomina è stata di Pierferdinando Casini: "Avrei preferito Confalonieri".
In effetti il presidente di Mediaset sarebbe stato almeno più competente, anche se avrebbe fatto gli interessi dell'azienda del premier. Cosa comunque di cui Paolo Romani, tra l'altro in passato dipendente Finivest, si è sempre occupato da quando è entrato (o stato fatto entrare) in politica. D'altra parte basta leggere il suo profilo per rendersene conto. Perché non crediamo di certo che sia stato il suo "prestigioso" curriculum ad avergli permesso di raggiungere l'ambita carica: "Così fonda una sua emittente, Lombardia 7, nota per i servizi a luci rosse attraverso il 144. Due anni dopo Lombardia 7 verrà condannata dal pretore di Monza per una trasmissione pornografica intitolata Vizi privati e pubbliche virtù, condotta dal transessuale Maurizia Paradiso. Ma quando arriva la sentenza, Romani è già volato altrove: ha venduto Lombardia 7 (che fallirà quattro anni dopo, sommersa da un mare di debiti) e grazie alle sue conoscenze nella concessionaria Publitalia 80 di Silvio Berlusconi è stato chiamato per una candidatura con Forza Italia, a Montecitorio, circoscrizione di Cinisello Balsamo".