In Svezia, per la prima volta nella sua storia, nel parlamento entra la destra xenofoba (rendendo così reali i timori di Stieg Larsson, indimenticato autore della "Millennium trilogy"). Pur chiamandosi "Democratici Svedesi", il movimento di destra è di chiara matrice nazionalista. Il punto di forza della campagna di questo movimento è stato un programma incentrato sul contrasto alla immigrazione, che lo ha premiato con ben 20 seggi.
In Germania, invece, per bocca della cancelliera Angela Merkel, vengono messe in discussione la società multiculturale e la politica di immigrazione, che quasi sicuramente sarà ripensata. Causa di ciò anche i recenti sondaggi, i cui risultati evidenziano che più del 50% dei tedeschi tollera poco i musulmani, oltre il 35% ritiene che la Germania sia "sommersa" dagli stranieri e il 10% pensa che dovrebbe essere governata "da una mano ferma".
E anche in Austria ed Olanda di recente c'è stato un vero e proprio sfondamento della estrema destra. Ed il comune denominatore è sempre la lotta all'immigrazione.
Lo straniero, il diverso, fa quindi paura anche in Paesi europei moderni ed aperti dove sembrava predominare la tolleranza. Colpa della sottovalutazione dei problemi portati dall'impatto dell'immigrazione, di una inadeguata politica di integrazione o di assenza di controllo sulla gestione dei flussi immigratori? Domande che dobbiamo porci ed a cui trovare risposta, per evitare che l'immigrazione, vista come minaccia e non come risorsa, diventi la causa scatenante di una deriva nazionalista-xenofoba in tutta Europa, a partire dall'Italia.