Una manifestazione riuscita quella di ieri a Roma da parte di Fiom-Cgil: una partecipazione massiccia e nessun incidente. Tra l'altro, è stato l'ultimo comizio di Gugliemo Epifani da segretario del sindacato. Unica nota negativa: i cartelloni di protesta contro Cisl-Uil, e la conseguente presa di distanza dell'iniziativa da parte del segretario Cisl Raffaele Bonanni. Il sindacato appare quindi sempre più spaccato.
Critiche sono state mosse al PD, per il suo atteggiamento ambiguo: il Partito non ha aderito, ma alcuni suoi esponenti hanno partecipato. Come abbiamo già ribadito, è giusto che il PD mantenga una posizione neutrale sulle 3 sigle sindacali. Però, faccia di tutto per porsi come mediatore e tentare una ricomposizione, anche attraverso proposte di una politica del lavoro. Personalmente riteniamo inopportuna piuttosto la presenza dei leader Di Pietro e Vendola.
Fuori luogo anche le critiche da parte del governo, che, per bocca del flaccido Sacconi, ha parlato di "Italia minoritaria ancorata al secolo scorso". Il fatto è che ieri nelle strade di Roma hanno marciato operai, precari, studenti, associazioni impegnate nella lotta per i diritti civili, che chiedevano una cosa sola: non fare pagare la crisi ai ceti più deboli. E non è un caso limitato all'Italia: anche in altri Paesi europei stanno avvenendo scioperi e proteste.
Come scrive Massimo Falcioni su "PolisBlog", ormai ci sono 2 Italie: una che "sente il bisogno di una nuova e più equa politica di sviluppo", e l'altra "basata sulle furbate, sulle cricche, sull’economia finta, sui valori effimeri".