Non sappiamo se Berlusconi abbia contribuito o no con la sua azione diplomatica al successo dell'accordo tra Russia e Turchia per il gasdotto SouthStream (nella foto: Berlusconi, Putin ed Erdogan).
Conoscendolo, sappiamo quanto ami essere protagonista e quanto questa sua mania possa portarlo a fare grossolane sparate, dalle conseguenze poi imbarazzanti.
La cosa che più ci lascia perplessi però sono le sue frequentazioni, e non ci riferiamo ai presunti incontri galanti di Villa Certosa o Palazzo Grazioli.
Parliamo invece degli stretti rapporti che intrattiene ormai con leader che non brillano certo per spirito liberale: l'amico Putin, il rais libico Gheddafi ed ora anche il presidente turco Erdogan.
Non solo non fa certo bene all'immagine del nostro Paese, ma desta anche qualche timore, alla luce poi delle ultime dichiarazioni di quest'oggi.
Oltre a questo, ci preoccupa anche vedere DOVE questa rotta politica intrapresa stia portando l'Italia: sicuramente fuori dall'Europa e dalle democrazie occidentali.
Già un anno fa vi era stato infatti il primo contrasto con Bruxelles sull'accordo per il clima, in cui l'Italia si era schierata (con Polonia, Ungheria, Romania, Bulgaria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Estonia, Lettonia e Lituania) contro la direttiva europea.
Ed ora eccoci qui, a presenziare ad un accordo che va in direzione opposta al progetto "Nabucco", un gasdotto caldeggiato dalla UE per diversificare le forniture energetiche e bypassare proprio la Russia.
Che l'intervento di Berlusconi, per la riuscita dell'accordo tra Erdogan e Putin, sia reale oppure frutto della sua esuberante fantasia, di sicuro anche questo episodio ci mette in cattiva luce agli occhi della Unione Europea.