E' iniziato in questi giorni il Ramadan, il mese di purificazione dei mussulmani, che prevede preghiera e digiuno (30 giorni di digiuno ricordando la rivelazione del Corano) dall’alba fino al tramonto.
L'appuntamento è ormai fortemente sentito nel nostro Paese, dove cittadini ed immigrati di religione islamica sono circa un milione e 500mila.
Ed è triste assistere ogni anno alle oramai consuete contrapposizioni, dovute alla mancanza di dialogo e tolleranza, dalla paura del diverso ad una sorta di latente razzismo.
In alcune città, come Milano, sembra impossibile mettersi d'accordo per destinare un'area come luogo di preghiera. E in altre, come Gallarate, è la comprensione e l'intelligenza dei parroci a mettere una toppa temporanea.
Eppure basterebbe mettersi a tavolino, autorità politiche e religiose, e trovare un accordo, che converrebbe a tutti. Il muro contro muro è dannoso a tutti.
In Francia, ad esempio, il governo ha deciso di stanziare dei fondi per costruire 200 moschee su tutto il territorio, con regolamentazioni precise ed imam formati nelle scuole francesi. Un modo per favorire l'integrazione, ma anche per mantenere un controllo ed evitare lo sviluppo del fondamentalismo.
Ed in questo senso, acquistano ancora più peso le dichiarazioni del Cardinale Tettamanzi.
La convivenza diventa possibile solo se si comprende e conosce l'altro.
A Mantova, era scoppiata la polemica sui braccianti agricoli di religione mussulmana, a cui il digiuno prolungato nei campi sotto il sole d'agosto poteva creare malori.
Ebbene, posto il problema, si è trovata una soluzione con una deroga al digiuno per quanto riguarda anche chi svolge lavori pesanti.
Infatti, il Corano prevede che il digiuno sia un precetto che può essere sospeso quando difficile o pericoloso da mantenere in situazioni particolari: quando riguarda i bambini, gli anziani a rischio, i malati, i viaggiatori, e le donne in gravidanza, che allattano o durante le mestruazioni. Questo perché la tutela del proprio fisico viene comunque prima della pratica religiosa: alla faccia, quindi, del fantomatico fanatismo che si vuole addossare a questa comunità.
E come ha detto oggi Barack Obama, nel suo messaggio augurale all'Islam, "Ramadan Kareem" (Felice Ramadan a tutti).