I leghisti si sono sbizzarriti in questi giorni a distribuire pane e Nutella, per scimmiottare il PD in merito all'indagine sui rimborsi al Pirellone. Probabilmente si saranno sentiti spiritosi, di certo si sono mostrati tirchi, visto che in passato hanno offerto pranzi nuziali (per non parlare di diamanti e lingotti d'oro, ma quelli sono per le alte sfere...). Dire però che anche il PD è stato preso con le mani nella marmellata non è proprio esatto: le differenze ci sono eccome. Intanto per il numero degli indagati (62 tra Pdl e Lega, contro i 29 del centrosinistra), poi per le cifre contestate (2 milioni di euro per la maggioranza e quasi 600mila euro per l'opposizione). Ma soprattutto, per la regolarità delle spese effettuate. Vedremo infatti, alla fine, quale sarà il numero dei rinviati a giudizio: con la dovuta cautela delle informazioni ancora parziali che circolano finora, l'impressione è che i nostri esponenti riusciranno a fornire agli inquirenti tutte le giustificazioni necessarie. E, a onor del vero, è probabile che accada lo stesso per buona parte anche tra le fila del centrodestra. Perché macchine fotografiche, videocamere, PC, telefonini, taxi, cancelleria, abbonamenti a giornali e radio, siti, trasferimenti e pernottamenti, corsi di aggiornamento, pranzi e cene, caffè e aperitivi, sembrano tutte cose compatibili con l'attività di un partito. Poi certo, ci sono voci che non trovano giustificazione come banchetti nuziali e cartucce da caccia. O, appunto, la famosa Nutella o, peggio ancora, l'affitto di un garage: ma qui non possiamo che trovarci d'accordo con le parole di Luca Sofri.
E comunque, come abbiamo già ribadito, se vogliamo evitare per il futuro il ripetersi di questi fatti, occorrono innanzitutto regole chiare e trasparenza, e poi un ridimensionamento dei fondi ai partiti.