giovedì 21 febbraio 2013

Dal voto di scambio al voto di cambiamento

In questi giorni di campagna elettorale lo abbiamo visto messo in atto su larga scala nazionale in modo subdolo, facendo leva su promesse di tasse rimborsate, condonate o trattenute: stiamo parlando del voto di scambio.
Nel video, lo scrittore-giornalista Roberto Saviano illustra i meccanismi di come avviene a livello locale: un vero e proprio rapporto clientelare tra candidato ed elettori, in cui in cambio dei voti vengono esaudite spesso richieste che sarebbero legittime, come una pensione che non arriva o un centro anziani che non apre. Ma i voti possono essere anche comprati dai candidati, e in questo caso sono le organizzazioni mafiose a vendere la preziosa merce, con tariffari che vanno dai 25 ai 50 euro a voto. Prassi diffusa nelle regioni del Sud, ma che ormai è diventata, da una decina d'anni a questa parte, una consuetudine anche qui al Nord. Come dimostra la vicenda Zambetti, l'assessore lombardo votato con i voti della 'ndrangheta, la ragione per cui in Lombardia è caduta la giunta Pdl-Lega (lo stesso schieramento che ora sostiene Maroni) e quindi si va a votare adesso. Una tesi rafforzata anche dalle inchieste delle Forze dell'Ordine, che nelle intercettazioni di boss sentono dire “i sindaci qui sono tutti amici nostri... tutti di destra! Non ce n'è uno che non abbiamo aiutato a vincere”.

Ora più che mai occorre quindi un vero e proprio cambiamento a questo sistema drogato e colluso: trasparenza e controllo devono essere i pilastri delle nuove fondamenta etiche della nostra Regione. E su legalità, trasparenza ed etica punta innanzitutto il programma di Umberto Ambrosoli, che ha più volte ribadito che “Maroni parla della Lombardia che ha in testa mentre noi abbiamo in mente una Lombardia alla testa dell'Europa. In Regione c'è stata una deriva etica e morale perché qualcuno ha pensato che il potere potesse essere gestito per i propri interessi". Pdl e Lega Nord sono responsabili del malaffare nella gestione della sanità, per le inchieste che coinvolgono la Fondazione Maugeri e il San Raffaele, e hanno fallito sulla 'questione morale': prova ne è che il Consiglio regionale si è sciolto perché la criminalità organizzata si è seduta al tavolo della giunta e al vertice della Regione è stato svilito il significato delle regole.
E allora cambiamo e guardiamo avanti, per fare uscire la Lombardia da un'ondata di corruzione, con il voto a Umberto Ambrosoli, candidato presidente della Lombardia per il centrosinistra.