Iniziano con il nuovo anno i primi effetti della legge sui tagli all'editoria, decisa dal fallito governo Berlusconi-Bossi e confermata nel decreto "Milleproroghe" del governo Monti: "Liberazione", il quotidiano di Rifondazione Comunista, da oggi non sarà in edicola. E altre testate rischiano di fare presto la stessa fine. La questione presenta diversi aspetti controversi: dal fatto che dovrebbe vigere la regola del mercato ma anche il diritto per ogni voce di pronunciarsi; ai contrasti apertisi in seno al Movimento 5 Stelle tra Grillo e una parte dei suoi iscritti; al "regalo" fatto a Radio Radicale a ulteriore scapito del fondo destinato ai giornali.
Certo, sarebbe meglio che la selezione dei giornali dipendesse non dai propri mezzi, ma dal servizio che offrono e, soprattutto, dai contenuti.