Bloccato lo spread, partite liberalizzazioni e semplificazioni, è il momento di pensare alla crescita. E questa può avvenire soltanto dando fiato e rilancio alle imprese, strozzate da una crisi che le priva di lavoro e soprattutto di liquidità.
Occorre perciò agire sul credito: sia quello dei mancati pagamenti, spesso causa della fine di aziende sulla carta sane, che quello dell'accesso ai finanziamenti da parte delle banche.
Per quanto riguarda il ritardo dei pagamenti, è stata avanzata uan proposta di legge dal radicale Beltrandi e dal democratico Misiani: ma bisogna fare presto, "perché ci sono centinaia di aziende in crisi di liquidità, che rischiano di chiudere perché nessuno paga il lavoro che hanno fatto".
Se è difficile recuperare i pagamenti, ancor più arduo è ottenere credito dalle banche, che, "nonostante abbiano ricevuto dalla Bce liquidità a basso costo (1%), non stanno finanziando le imprese", in particolare le piccole e medie. Una situazione paradossale, perché il rischio è la fine dell'economia reale a scapito della finanza, che, come si è visto, produce speculazione e non ricchezza.
La creazione di un tavolo del credito, invocato anche dalle associazioni di categoria, è quanto mai necessaria. Il governo agisca subito, se non con dei finanziamenti, con delle agevolazioni fiscali: c'è ancora voglia di fare impresa nel nostro Paese, e le aziende, nonostante si sentano tradite e abbandonate, possono ancora resistere. Ma non per molto.