Prima la Lombardia, tra le regioni che hanno fatto registrare il maggior aumento dell'evasione fiscale nel 2011, con il 15,9% in più. E' un dato emerso dallo studio effettuato da KRLS Network of Business Ethics per conto dell’Associazione Contribuenti Italiani.
Secondo questo studio, a fronte di un imponibile evaso in Italia nel 2011 cresciuto del 13,4%, con punte record nel nord dove ha raggiunto il 14,7%, la Lombardia risulterebbe in testa con il +15,3%, seguita da Veneto con + 14,9% e Valle d’Aosta con +13,6%.
A livello territoriale l'evasione sarebbe diffusa soprattutto nel Nord Ovest (31,4% del totale nazionale), seguito dal Nord Est (27,1%), dal Centro (22,2%) e Sud (19,3%).
Dati che però vanno in netto contrasto con altre indagini (in particolare, quella realizzata da Centro studi Sintesi e Unioncamere del Veneto o anche secondo Database Geomarket, la banca dati dell’Agenzia delle Entrate) in cui i rapporti sono totalmente rovesciati.
La ricerca KRLS, oltre che su quelle geografiche, si è basata inoltre sull'analisi di 5 aree economiche: l'economia sommersa, l'economia criminale (mafie italiane e straniere, con Russia e Cina in testa), l'evasione delle società di capitali, l’evasione delle big company e quella dei lavoratori autonomi e piccole imprese. Emblematico il dato riguardante le società di capitali e le grandi aziende: il 78% circa delle società di capitali dichiara redditi negativi o meno di 10 mila euro o non versa le imposte, mentre una "big company" su tre ha chiuso il bilancio in perdita e non pagando le tasse, abusando anche del “transfer pricing”, ovvero la possibilità di spostare costi e ricavi tra le società del gruppo e trasferendo così fittiziamente la tassazione nei paesi dove di fatto non vi sono controlli fiscali.