Via libera alle liberalizzazioni, si dovrebbe dire. In realtà molti degli obiettivi prefissati dal governo sono rimasti solo buone intenzioni non portate a termine. Anche se comunque, rispetto ai 3 anni del fallito governo Berlusconi-Bossi, questo piccolo passo sembra una vera enormità, e può essere d'auspicio per l'inizio di un vero cambiamento.
Ad ogni modo, nel decreto elaborato dall'esecutivo Monti sono da registrare alcune cose buone ma anche diverse incongruenze, e qualche marcia indietro di troppo: come ha detto Bersani, incitando il governo, si può fare meglio e di più.
Bene lo scorporo Eni-Snam (trasporto e distribuzione del gas) che consentirà di avere una vera concorrenza nel mercato, con vantaggi e risparmi per i consumatori.
Molto apprezzabili anche il rispetto dell'esito del referendum sull'acqua pubblica e la volontà di valutare un'asta per l'assegnazione delle frequenze televisive.
Delusione invece per la retromarcia sulla vendita dei farmaci di fascia C nelle parafarmacie e nei supermercati e critica la scelta di non toccare i privilegi di banche, assicurazioni, concessioni delle autostrade, la mancata estensione della class action e lo stop alla separazione della rete ferroviaria da Ferrovie dello Stato.
Lasciano anche perplessi alcuni provvedimenti: ad esempio, va bene intervenire sugli ordini professionali, come aumentare il numero dei notai, abolire le tariffe minime e rendere più facile l'accesso alla professione per gli avvocati, ma di contro andrebbero apportate anche delle semplificazioni delle norme, in modo che alcune di queste possano essere risolte direttamente dal cittadino o tramite il supporto delle strutture pubbliche, come accade in molti Paesi europei, senza ricorrere a dei professionisti.
Per quanto riguarda il settore delle imprese, bene le agevolazioni per gli imprenditori under 35, che potranno aprire una srl con 1 euro di capitale sociale e senza passare dal notaio, ma occorre però anche pensare alle opportunità per dare lavoro alle nuove imprese che nasceranno, oltre a rendere loro agevole l'accesso al credito. Così come è interessante la creazione di un Tribunale doc per le imprese, per sveltire così le pratiche legali, ma nello stesso tempo occorre accelerare anche le modalità di riscossione dei crediti di queste, visto che questa è una delle principali cause della chiusura di aziende.
Da valutare anche con estrema attenzione i provvedimenti studiati per commercio e tassisti: la liberalizzazione degli orari in un caso e l'aumento delle licenze nell'altro possono infatti creare difficoltà e penalizzazioni per questi soggetti.
La sensazione alla fine è che il governo non abbia saputo o potuto tenere testa alle varie categorie, grazie anche all'egosimo e alla mancanza di responsabilità di determinate forze politiche, e che i provvedimenti decisi porteranno meno vantaggi di quanto si sperasse.
Una ragione in più per il PD di sostenere con forza l'esecutivo Monti, incalzandolo però con le sue proposte, così da accelerare e rendere più efficace la riforma delle liberalizzazioni: misure indispensabili per la RICOSTRUZIONE DELL'ITALIA.