In attesa della fase 2 del governo Monti, alcuni economisti danno pareri e suggerimenti, invocando a gran voce (e il più in fretta possibile) misure sulla crescita.
Luca Ricolfi sottolinea come fino ad oggi la manovra non abbia convinto i mercati, perché mancano riferimenti a provvedimenti riguardanti appunto la crescita.
Critico su questo concetto anche Tito Boeri, che sottolinea come "quasi tutte le misure previste sono sul lato delle entrate, tanto che il loro peso sul Pil è destinato a salire ben oltre il 50 per cento e la pressione fiscale arriverà al 47 per cento. Sarà molto difficile far ripartire l'economia in queste condizioni". Lo stesso Boeri offre poi alcune indicazioni "per crescere davvero", puntando principalmente su:
- contratto unico del lavoro
- investimenti nella formazione
- salario minimo garantito
- liberalizzazioni.
Alberto Alesina e Francesco Giavazzi indicano mancanza di equità nei provvedimenti presi finora dal governo, e di come questo abbia provocato un calo di fiducia non solo nei mercati, ma anche nei cittadini. Tra i suggerimenti per favorire la crescita e uscire dalla spirale della recessione:
- consentire ai cittadini di detrarre dal reddito soggetto a tassazione una quota delle loro spese, in modo da favorire i consumi e combattere l'evasione
- un moderno sistema di sussidi di disoccupazione, che sostituisca la cassa integrazione e che aiuti i lavoratori a spostarsi da un'azienda all'altra
- proteggere le aziende che investono in ricerca e sviluppo
- contratto unico che accolga un giovane al primo impiego e poi lo accompagni nella sua vita lavorativa
- contratti a tempo indeterminato per tutti, ma rescindibili, se necessario, per motivi economici dell'impresa
- privatizzazione delle imprese pubbliche.