A Dubai per pubblicizzare una palestra si fa ironia sull'Olocausto. Non bisogna liquidarla semplicemente come una gaffe, ma piuttosto la conseguenza di una deriva sempre più crescente di odio, razzismo e xenofobia.
In questi giorni su Facebook c'è stato chi ha minacciato stragi nelle sinagoghe. C'è anche chi gli immigrati li metterebbe nei forni. E oltre a ebrei e immigrati, sono presi di mira anche "zingari, froci, handicappati e mongoloidi".
Sarebbe il caso di intervenire duramente su questi episodi, soprattutto quando i protagonisti sono rappresentanti delle istituzioni, che con il loro atteggiamento istigano all'odio ed alimentano le tensioni, che possono sfociare in veri e propri atti criminosi.
Invece assistiamo quasi ad una sorta di legittimazione del negazionismo, ad un'accettazione bonaria degli insulti discriminatori, alla libertà di pensiero confusa con il permesso di vomitare odio.
La crisi e la paura del futuro sono già dei detonatori sociali pericolosi, e stiamo dimenticando che non è la prima volta che in periodi simili il debole e il diverso sono diventati dei capri espiatori.
Basta chiudere gli occhi, non ci devono essere più scuse: respingiamo questi imbecilli e onoriamo la memoria.