Dopo il primo tentativo andato a vuoto con taxisti e farmacie, il governo intende portare a termine il piano delle liberalizzazioni. Una serie di riforme che potrebbe davvero rivoluzionare il nostro sistema economico, con benefiche ricadute su rilancio e occupazione, e vantaggi in termini di servizio e risparmio per i cittadini. Ma sarà molto dura, perché l'Italia è ostaggio delle corporazioni, delle lobbies e delle cricche, appoggiate tra l'altro (e non a caso) dalla destra.
Spingiamo quindi per liberalizzare il Paese, per dare spazio tutti e trasparenza in ogni settore. Ma attenzione: liberalizzazione deve significare "opportunità e benefici per tutti" (cittadini in primis) e non il "più società e meno Stato" invocato dal "paggetto delle libertà" Maurizio Lupi, perché quello slogan qui in Lombardia ha prodotto solo danni, con il potere economico-politico (in particolare nei settori della sanità e delle infrastrutture) nelle mani di pochi, servizi peggiori a costi più alti, tangenti e corruzione sempre più in aumento e una serie di scandali come la clinica Santa Rita, il San Raffaele o la bonifica di Santa Giulia.
Il pubblico che funziona rimanga tale e si provveda piuttosto a riformare alcuni settori del privato avvolti nelle nebbie delle lobbies.