martedì 6 dicembre 2011

Uscire dall'emergenza con le proposte PD

Il testo definitivo della manovra è stato presentato. Le misure, come anticipato in questi giorni, saranno dure, in particolare per i ceti medio-bassi, e per le famiglie sarà una vera batosta.
In Parlamento però si può ancora intervenire, seppur con difficoltà.
Il Partito Democratico è già riuscito ad imporre alcuni temi, come
- tassazione dei capitali scudati
- tracciabilità nei pagamenti
- abbassamento di un anno dei contributi previsti per le pensioni di anzianità (prima la manovra prevedeva 43 e 42)
- copertura fino alla pensione dei lavoratori in mobilità.
Ora, pur garantendo responsabilmente il proprio sostegno per evitare il fallimento, lavorerà per cercare di portare più equità nell’intervento deciso dal governo di emergenza presieduto da Mario Monti.
I temi da affrontare saranno essenzialmente 4:

1. Pensioni. Innalzare l’ammontare della pensione che sarà rivalutata in base al costo della vita; rallentare l’applicazione della riforma sulle pensioni di anzianità e tenere in debito conto la situazione dei lavoratori che hanno cominciato l’attività da giovanissimi e dei lavoratori anziani che hanno perso il lavoro.

2. Casa.
Innalzare la soglia di esenzione per l’Ici sulla prima casa, in modo da favorire i meno abbienti.

3. Evasione. Misure più concrete di lotta all’evasione fiscale.

4. Investimenti. Uno spazio nel patto di stabilità interno per permettere ai comuni di fare alcuni lavori, per esempio la messa in sicurezza e l’adeguamento ambientale ed energetico delle scuole.

Miglioramenti possibili, poiché le risorse per effettuarli si possono reperire con interventi strutturali e una tantum:
- irrobustire il prelievo sui capitali scudati (ora è appena l’1,5 per cento)
- stringere il più rapidamente un accordo con la Svizzera per la tassazione dei capitali italiani nelle banche elvetiche, seguendo l’esempio di Usa e Germania
- vendere le frequenze TV invece di regalarle
- reintrodurre almeno una o due delle misure contro l’evasione fiscale approvate dal governo Prodi e abolite subito dal fallito governo Berlusconi-Bossi, un esecutivo incapace e inadeguato che ci ha portato al rischio di restare senza stipendi, senza pensioni e con le imprese e le famiglie al collasso.